Wirtschaft | Reazioni

“Per Bolzano è troppo tardi”

Il presidente dell’Unione commercio accoglie con cauto ottimismo la decisione di Roma di approvare la norma di attuazione per il commercio al dettaglio in Alto Adige.

“Per gran parte dell’Alto Adige cresce la fiducia, ma per Bolzano è ormai troppo tardi”, è netto il giudizio del presidente dell’Unione commercio Walter Amort sulla decisione del Consiglio dei Ministri di Roma di approvare la norma di attuazione in materia di pianificazione urbanistica del settore commerciale elaborata in aprile dalla Commissione dei Dodici. Il risultato di una trattativa “lunga e impegnativa, molti non lo ritenevano possibile ma alla fine siamo riusciti a raggiungere un traguardo fondamentale per lo sviluppo controllato del territorio”, come ha riferito il presidente della Provincia Arno Kompatscher a margine della riunione tenuta ieri a Roma a cui il Landeshauptmann ha partecipato. Tale norma consente di superare il regime di liberalizzazioni introdotto dal governo Monti e, alle Province di Bolzano e Trento, di regolamentare in modo autonomo potendo prevedere aree vietate agli esercizi commerciali e limitazioni al commercio al dettaglio nelle zone produttive. Una svolta che viene recepita con una certa cautela dall’Unione commercio: “Il via libera da parte del governo che ripristina l’autonomia decisionale in ambito urbanistico non può che essere accolto con sentimenti contrastanti”.

Si tratta, in ogni caso, di un passo decisivo - insiste l’associazione - nella prosecuzione dello sviluppo e del rafforzamento della vitalità “dei nostri centri urbani, laddove il commercio dovrebbe appunto trovarsi e la norma crea ora la premessa perché l’Alto Adige possa emanare una nuova legge provinciale”, cioè un nuovo ordinamento del commercio - da elaborare auspicabilmente nel più breve tempo possibile, avverte Amort - in grado di regolamentare il settore in maniera chiara e univoca, senza altre lacune giuridiche, a tutto vantaggio dell’ulteriore sviluppo del commercio nei centri urbani, quartieri, paesi e centri storici. Gli effetti di questa decisione, tuttavia, non saranno tutti positivi per l’Alto Adige, “nel capoluogo, infatti, alcune decisioni errate dei precedenti amministratori hanno spinto avanti diversi grandi progetti commerciali che avranno ora ripercussioni non solo sul tessuto urbano, ma anche sull’intero circondario”, insiste il numero uno dell’Unione Commercio. Un’esplosione di superfici e concentrazione nel commercio - si legge ancora nella nota - non avrà effetti negativi solo su tutta Bolzano, ma anche sui Comuni limitrofi. In quanto al futuro megastore Aspiag, invece, Kompatscher ha chiarito che la norma non potrà agire retroattivamente e che la decisione spetterà ai giudici e al Comune di Bolzano.

C’è poi anche un altro punto da prendere in considerazione ovvero il fatto che l’ultimo testo della norma di attuazione recentemente approvata non contiene più una regolamentazione relativa agli orari per le aperture domenicali e festive, quella parte infatti, come riferito da Kompatscher, è stata stralciata ma la trattativa, assicura il Landeshauptmann, verrà portata avanti insieme al Trentino. “Sarebbe stata un’occasione davvero unica per poter regolamentare autonomamente anche il settore degli orari di apertura dei negozi”, osserva con amarezza Amort. “Ora - conclude il presidente dell’Unione commercio - bisogna sfruttare la ritrovata autonomia nel campo della legge commerciale e utilizzarla quale strumento di gestione e pianificazione per evitare il ripetersi di simili fenomeni espansivi come a Bolzano anche in altri Comuni e zone della Provincia”.