Gesellschaft | Costumi

Il rap in chiesa?

In Trentino da qualche giorno si discute animatamente a causa di un video musicale realizzato nella chiesa di Ravina. Torna il fantasma della rana crocifissa?

Il video è stato realizzato dal rapper trentino Andrea Compless ed è stato girato nella parrocchia di Ravina, una frazione di Trento. Nella chiesa il 29 gennaio scorso è stato allestito un vero e proprio set, con tanto di comparse e il cantante vestito da prete con paramenti quaresimali. 

Una volta sbarcato su youtube lo scorso 20 febbraio, il video è stato rilanciato anche su Facebook nel profilo del gruppo musicale di cui fa parte Andrea Compless e che si chiama Birrette Family (ahia, torna il boccale della rana…). Nel post di 'presentazione' su Facebook traspariva tutta la consapevolezza per 'delicatezza' dell'operazione artistica (“In arrivo un nuovo video completamente fuori di testa! speriamo vada tutto bene, per un bigotto la blasfemia è sempre dietro l'angolo…”). 

Il rapper, rispondendo alle critiche che sono state puntualmente espresse, ha replicato in quesito giorni affermando di aver avuto “il massimo rispetto per la chiesa”. Tant’è vero che l’allestimento del set in parrocchia era stato preventivamente autorizzato dal parroco don Gianni Damolin
Ma cosa ne pensa ora il parroco, dopo aver visto in video in youtube? E' presto detto: a suo avviso le promesse non sono state mantenute.
Mi avevano garantito che era una cosa corretta, mi sono fidato e non ho chiesto i testi”, dichiara oggi lo sconsolato parroco al quotidiano L’Adige
Sotto accusa sono soprattutto “i riferimenti sessuali abbastanza espliciti e l’ammiccamento finale in cui il prete si allontana con due ragazze dietro l’altare”. 

Il rapper si giustifica (“il testo finale è stato aggiunto in seguito e le frasi scurrili noi sono state cantate in chiesa”), ma il malumore tra i parrocchiani si sta diffondendo a macchia d’olio. 
Su L’Adige è il rapper stesso a prendere la parola per spiegare il senso della sua operazione e per respingere le accuse di aver voluto ‘provocare’. 

“Abbiamo scelto di girare questo video in Chiesa per avvicinarci alla cultura delle messe d’oltreoceano, dove il celebrante, durante la sua predica, è accompagnato da cori gospel, rendendo la funzione molto artistica in modo tale da coinvolgere ulteriormente i fedeli.
Io ho quindi deciso di vestire i panni del ‘predicatore’, poiché questa figura mi sembrava la migliore per dare senso al mio messaggio, con la sola differenza che, mentre le parole dei predicatori sono quelle di Dio e quelle rimangono, quelle da me dette sono invece frutto del pensiero di un ragazzo ventiseienne che vive quotidianamente l’evolversi della nostra società, nel bene o nel male.”

Nella canzone si parla di tematiche care ai giovani ed alle specifiche difficoltà del loro mondo. Su tutte, ad esempio, la disoccupazione.

“Partiamo con il presupposto che sta m*rda non ingrana, niente grana, contratto a chiamata si ma quando chiama?! Quanto chiava sta putt*ana? Sai che c’è? Guadagna più di me lavorando solo due giorni a settimana!”.

E poi l’alcolismo giovanile. 

“Vinazza smarza in damigiana, dal gusto di acqua piovana, è l’elisir d’amore che accompagna ogni serata” 

Il ‘problema’, com’è evidente, sta soprattutto nel linguaggio utilizzato, che inevitabilemtne cozza e non poco contro le consuetudini della location. 
Imponendo a questo punto una domanda: “ad un videoclip di questo questo genere sarebbe stato dato il via libera in Alto Adige Südtirol?