Politik | La legge

Una democrazia a metà?

Via libera della Camera alle quote “rosa” nei consigli regionali. La legge però non si applica in Trentino-Alto Adige. Avanzo: “La parità di genere è un valore aggiunto”.

È stata definitivamente approvata in questi giorni alla Camera - con 334 sì, 91 no e 21 astenuti - la legge sull’equilibrio della rappresentanza di genere nei consigli regionali. Dalle prossime elezioni, dunque, dovranno essere almeno il 40% le donne che siederanno fra i banchi dei consiglieri. La legge, composta di due articoli, prevede 3 diversi scenari: nel caso in cui la legge elettorale preveda le preferenze, allora in ciascuna lista i candidati di un sesso non dovranno essere più del 60% del totale. Inoltre deve essere “consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima”. Se le liste sono bloccate la legge elettorale regionale dovrà disporre “l’alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale”. Infine, se ci sono “i collegi uninominali, la legge elettorale regionale deve disporre l’equilibrio tra candidature presentate col medesimo simbolo in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale”. Largo alle donne, dunque, la cui presenza risulta ancora essere indubitabilmente scarsa; sono infatti solo sei le regioni dove le consigliere sono più del 20% del totale (la “maglia nera” se la aggiudica il consiglio regionale della Basilicata dove non c'è nemmeno una donna).

Il numero di donne che occupano gli scranni del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige sono 16 su 70: 10 su 35 nel consiglio della Provincia autonoma di Bolzano e 6 su 35 in quello della Provincia autonoma di Trento. Il punto è che la legge non si applica in Trentino-Alto Adige, come conferma l’assessore Josef Noggler (Svp), che tuttavia avverte: “Sicuramente la proposta verrà fatta anche qui da noi”. Sulla norma appena approvata da Montecitorio ferma è la posizione della presidente del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige Chiara Avanzo: “Non ho mai creduto strettamente necessario fare una legge per promuovere la partecipazione femminile al mondo della politica, e seppure io non abbia cambiato idea in questi due anni (da quando Avanzo è stata eletta presidente del consiglio regionale, ndr), mi rendo conto che la presenza delle donne in consiglio sia davvero ridotta, e credo che raggiungere una certa parità in questo senso possa diventare un valore aggiunto”. E ancora: “Non dovrebbe essere una legge a imporre le cosiddette quote rosa, quello della partecipazione delle donne alla vita politica dovrebbe essere parte di un processo naturale, ma dal momento che così non è stato ben venga l’intervento legislativo”, così Avanzo.