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Bando Autobrennero: una storia infinita

Sono molti i retroscena e gli interrogativi che si nascondono dietro la concessione per l'A22, a pochi giorni dalla ratifica del decreto Sblocca Italia.

In Italia abbiamo un modo tutto nostro di risolvere i problemi: calma, calma e ancora calma.
Anche nel germanico Sudtirolo questo sistema ha preso piede, e così da ormai tre anni, si parla della concessione dell’Autostrada del Brennero, fiore all’occhiello della nostra Regione. Ad Aprile 2014 è scaduta la concessione per questi 314 chilometri ad Autobrennero spa e infatti già nel 2012 fu indetto un bando di concessione da ANAS - il 10 Agosto 2012 veniva pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il bando rettificato. 

Il documento non è di facile comprensione, per cui cerchiamo di rispondere ad alcune domande: chi gestisce ora l’autostrada? La A22 è gestita da Autobrennero spa, società le cui azioni sono per lo più detenute dal settore pubblico, ovvero per il 32,2 % dalla Regione Trentino-Alto Adige, per il 7,6  % dalla Provincia autonoma di Bolzano, per il 5,3 da quella di Trento e poi avanti a scendere. 

Quali vantaggi porta la gestione di questa autostrada? La A22 genera un cash flow di 150 milioni di euro l’anno, fa incassare in media 1 milione di euro al giorno in pedaggi, genera un utile netto di 30 milioni all’anno. SAB (Società Autobrennero) ha chiuso il 2011 con un utile di 84,4 milioni, ovvero un +31% rispetto al 2010. Mantenendo la proprietà della concessionaria in Regione, essendo questa autonoma, le tasse su tale attività rimangono anch’esse in TAA. Questi numeri ci spiegano perché allo scadere del bando SAB le provi tutte per mantenere la concessione, e perché la regione TAA voglia la medesima cosa - tutto chiaro e sensato. Comprensibile che nessuno in Provincia voglia giocarsi questa torta con possibili competitors, men che meno con colossi come Strabag. Quello che si capisce meno è perché lo Stato non voglia guadagnarci di più e proponga un bando a condizioni simili.

Stando al testo della gara, l’assegnazione avviene per 50 anni, cosa atipica nel caso di un’infrastruttura già funzionante a pieno regime (in Spagna concessioni simili hanno durata di 20 anni). Vengono poi quantificati in 3 miliardi di euro gli investimenti da fare dalla nuova concessionaria, senza però specificare tempi e modi.

Sono inoltre previsti quasi 900 milioni di euro da pagare dalla subentrante a SAB per gli investimenti non ancora ammortizzati da questa effettuati. Stranamente dal bilancio SAB 2010 risulta un valore residuo degli ammortamenti di soli 168 milioni - come si arriva a 900? 

Altra peculiarità e l’obbligo di pagamento della prima rata entro fine 2011: se qualcuno avesse vinto il bando (ormai si parla al passato), avrebbe dovuto già dopo pochi mesi pagare 70 milioni - clausola a favore di SAB, con un flusso di cassa già a regime e con una certa liquidità.

Il sistema di assegnazione poi, che prende come riferimento un massimo di 100 punti, assegna dei valori per diverse voci del tutto inquantificabili come “qualità del servizio offerta all’utente”, con il probabile obiettivo di mantenere discrezionale la procedura di assegnazione.

Viene da chiedersi per quale motivo l’Italia, in un periodo di Austerity  e di tagli orizzontali a Istruzione e Cultura, si accontenti di affidare a qualcuno la A22 per ben 50 anni senza chiedere molto in cambio. Il 29 Agosto 2014 veniva ratificato il famoso “Sblocca Italia” di Renzi e Lupi, documento che annunciava l’intenzione del Governo di prolungare alcune concessioni senza però specificare meglio tempi e modi. Qualcuno ha già cantato vittoria, anche se in realtà la questione non è per nulla decisa - certo è al momento che il ministro Lupi abbia comunicato a Bruxelles di voler prolungare le concessioni per A22, Autovie Venete e Gavio. Dando importanza alla SAB nel finanziamento del Tunnel del Brennero è probabile che lo Stato ottenga un via libera dall’Europa per il rinnovo.

Forse l’Italia non ha bisogno di soldi e può permettersi di affidare le proprie infrastrutture per poche Lire? O forse la spiegazione sta nelle pressioni politiche (ricordiamo che la SAB è in mano pubblica) esercitate da parte della dirigenza della regione TAA? Se da un lato possiamo essere felici noi “di qui”, visto che la nostra regione avrà più soldi, e se si possono fare i complimenti ai nostri politici locali che riescono incredibilmente ad imporsi a Roma, dall’altra parte viene da piangere se si pensa a quanto debole sia politicamente il governo Italiano e a quanti tagli vengano fatti in Italia a scuola e sanità mentre qui lo stato centrale lascia sul piatto qualche miliardo di euro senza batter ciglio. Una vittoria della politica sull’Economia reale che, come al solito nella nostra scapestrata penisola, porta ad un ulteriore impoverimento dello Stato in favore di pochi fortunati.