Politik | Intervista

“Con i giovani la Lega è stata più coraggiosa”

Alessandro Huber riflette sulla necessità di rinnovamento all’interno del PD altoatesino: “dagli errori bisogna essere in grado di imparare”.

Come riparte il PD dopo il fallimento della terza legislatura targata Spagnolli?
Una risposta interessante l’ha data in queste ore Nadia Mazzardis che direttamente qui su Salto ha tentato di fare sintesi in merito al dibattito subito apertosi all’interno del partito a proposito delle primarie, identificate a tempo record dalla segreteria come strumento di lavoro in un’ottica di ricostruzione
Appunto: strumento di lavoro e non toccasana. In una situazione nella quale, a ben vedere, esiste una sola priorità e cioè riallacciare i rapporti con l’elettorato deluso o addirittura disperso. 

Come uscirne? Beh l’intuizione in merito alle vie da percorrere c’è. Ma, come sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. 
Tradotto: nel PD altoatesino oggi è una vera e propria impresa pensare di passare in quattro e quattr’otto dal conflitto interno permanente ad una posizione unitaria. 
Così come appare veramente complessa l’operazione che dovrebbe portare il Partito Democratico a distillare una politica fatta di poche idee concrete sulla sviluppo della città, immediatamente comprensibili dai cittadini e verosimilmente realizzabili. 

Ma il PD non demorde, a quanto pare. E nel processo di ricostruzione potrebbe ricevere un aiuto significativo in particolare dai suoi giovani, usciti ammaccati anche loro dalle elezioni di maggio ma non domi. Uno di loro è Alessandro Huber che in queste ore cerca di serrare le fila. 

Alessandro Huber, dove sta il nodo? 
Bisogna ricominciare a fare politica. Ci siamo dimenticati di comunicare la nostra idea di futuro. Le rendite personali, gli interessi immediati e le contrapposizioni interne hanno preso il sopravvento. Le promesse elettorali non valgono nulla se dietro non c’è un’idea di città. Una cosa è certa: dopo 10 anni si è chiuso un ciclo. 

Cosa fare nell’immediato?
Ora non abbiamo più un ex sindaco da riproporre e allora ci vuole una procedura di selezione attraverso le primarie. Che però non sono un fine per il partito, ma un mezzo. Per scegliere non solo tra le persone ma soprattutto tra le diverse idee. E, attenzione, prospettiva non vuol dire con chi ci alleeremo, ma invece appunto qual è l’idea di città che viene portata avanti. 

Quali i temi cruciali?
Dobbiamo elaborare presto una risposta rispetto a diverse  domande. C’è o meno bisogno di un aeroporto grande a Bolzano? La riqualificazione di via Alto Adige deve esserci? Sull’areale si può lavorare in prospettiva? Con il Polo Bibliotecario e il Museo Civico che facciamo? Come si governa l’immigrazione? Poi c’è il tema della riqualificazione degli altri quartieri di Bolzano.

Quale il metodo di lavoro da adottare?
Partiremo da incontri pubblici nei circoli aperti ad iscritti, simpatizzanti ma anche a tutti coloro che vogliono venire a discutere con noi. 

I cittadini non vanno sentiti anche andandoli a trovare per strada?
Ci rivolgiamo anche a iscritti e simpatizzanti perché spesso ci hanno rimproverati di non fare attività di ‘vicinato’. In cui spesso recentemente hanno saputo lavorare meglio altri partiti e movimenti, soprattutto approfittando del disagio per scopi elettorali. Dobbiamo tornare nei quartieri e parlare con le associazioni e i cittadini. Non possiamo dare una caramellina e dire che tutto va bene. Se qualcuno ha un problema deve trovare anche nel PD un interlocutore credibile. 

Che fine hanno fatto i giovani del PD? Con le elezioni di maggio sembrano essere un po’ scomparsi. 
Ora abbiamo un’occasione unica per il rinnovamento della classe dirigente. Dobbiamo riuscire a dimostrare che siamo capaci di rinnovarci e innovare in politica. Altrimenti non si capisce perché siamo federati con un partito nazionale che propone uno stile molto diverso da quello che stentiamo a riprodurre nel nostro territorio. 

I giovani del PD chiedono agli ‘anziani’ di fare un passo indietro?
No, loro non hanno bisogno di aiutini per capire. I giovani non possono essere solo il paravento per poi continuare con le vecchie logiche. E’ evidente che i giovani nel PD non possono avere l’impressione di essere strumentalizzati o piuttosto di essre tenuti lì a fare le belle statuine. Ci sono partiti e movimenti assolutamente antitetici a noi come la Lega, ma che su questa questione si sono mossi in un modo molto più coraggioso. 
 
Quali i principali errori commessi recentemente dal PD altoatesino?
Un errore gravissimo è stato quello di presentarsi agli elettori con una coalizione e poi cercare di allargarla per ‘fini di governo’. Una volta scelta la squadra non si cambia dopo solo un mese. 
Poi siamo arrivati alle elezioni senza un programma chiaro di dove si volesse portare la città. La prossima volta ci dovrà essere per forza. 
Il terzo grave errore è stato quello di non riuscire a cogliere l’aria di cambiamento. 

Spagnolli ha fatto male a ricandidarsi?
No. Lui precedentemente aveva fatto bene ed era convinto di poter portare avanti il suo discorso per un progetto di città. La realtà è che quel progetto è finito e adesso bisogna impostarne un altro.