Gesellschaft | Profughi

Brennero come Spielfeld?

L’Austria ha lasciato intendere che anche al Brennero potrebbe sorgere una recinzione come al confine sloveno in Stiria. Ma cosa c’è davvero, oggi, a Spielfeld?

Nei giorni scorsi le voci si sono rincorse a più riprese, suscitando molta preoccupazione in Alto Adige in relazione alla decisione austriaca, unilaterale, di procedere a breve ad un deciso restringimento delle maglie ai confini per quanto riguarda la ‘permeabilità’ all’ingresso dei profughi
Spesso si è fatto riferimento in questo senso alle misure già intraprese dall’Austria per controllare gli ingressi nel più affollato tra i 4 valichi tra Austria e Slovenia e cioè quello di Spielfeld in Stiria. Il valico di Spielfeld è infatti da sempre il più praticato, perché situato lungo una rotta più agevole sulla direttrice Maribor-Graz. Il confine a Spielfeld è quanto di più diverso si possa immaginare rispetto al Brennero essendo collocato in pianura ad un’altitudine molto simile a quella di Bolzano (260 metri). Di per sé l’abitato di Spielfeld è una frazione di 968 abitanti del comune austriaco di Straß in Steiermark. 


Cos’è stato attivato a Spielfeld?

Il valico austro-sloveno è stato chiuso per circa un mese per consentire alle autorità austriache di allestire quella che loro chiamato ‘Wartezone’, cioè zona d’attesa
Nei contatti, convulsi, tra Alto Adige e Tirolo e quindi, di rimando, con Vienna, si è parlato di recinzioni per frenare l’afflusso dei profughi. 
In realtà la recinzione in maglie metalliche (no filo spinato) alta dai 2,5 ai 4 metri e lunga 3 chilometri e mezzo ha ufficialmente lo scopo di di ‘incanalare i miranti verso i punti di registrazione e i bus che poi li trasferiscono verso il confine tedesco’. 
Il sistema attivato infatti prevede una serie di ‘corridoi’ che conducono i profughi verso i 48 punti di registrazione (container) che sono stati attivati e dove ai migranti vengono prese le generalità, dopo averli sottoposti ad uno scatto fotografico ed aver preso loro le impronte digitali
Gli austriaci hanno addirittura stabilito che per la registrazione di ogni profugo non devono essere impiegati più di 8 minuti da parte degli operatori. 
L’obiettivo numero uno delle autorità austriache è quello di consentire il superamento del confine solo a  coloro che intendono chiedere asilo in Austria o in Germania. Chi punta a Danimarca o Svezia o non ha i documenti in regola viene rimandato in Slovenia. L’Austria conta in questo modo di riuscire a far fare dietro front al 20% degli arrivati. 
A Spielfeld sono state allestite anche strutture destinate alla ristorazione e all’assistenza sanitaria dei profughi che ne hanno la necessità. E l’area è presidiata da centinaia di poliziotti ed anche 500 militari dell’esercito. A proposito di forze dell’ordine: per far fronte all’emergenza profughi l’Austria ha previsto la formazione e l’assunzione di 1500 nuovi poliziotti di cui ben 750 con una formazione specifica per quanto riguarda la gestione dei controlli di frontiera


Le quote austriache
 
L’inasprimento dei controlli alle frontiere, paventati anche per il Brennero, sono diretta conseguenza della recente decisione, assunta all’unanimità dal governo austriaco insieme ai presidenti dei Länder e dei responsabili dei Comuni, di fissare un tetto limite al numero di richiedenti asilo che potranno entrare in Austria fino al 2019. Si tratta di 127.500 persone, un numero corrispondente al 1,5% della popolazione austriaca e scaturito da una trattativa tra i due partiti al governo e cioè la laica Spö (più vicina alle ‘porte aperte' della Merkel) e la cattolica Övp (che invece ha una sensibilità più vicina alla Csu bavarese che invece le porte le vorrebbe chiuse). I tetti annuali di profughi ammissibili vanno a scalare. Si parte dai 37.500 di questo 2016 per passare poi ai 35mila del 2017, 30mila del 2018 ed infine 25mila del 2019. 
Ma cosa succederà quando la quota prevista per il 2016 sarà stata raggiunta?

Proprio qui sta il punto. Raggiunta quota 37.500 le Wartezonen dovrebbero passare alla fase 2 che prevede che chi arriverà sarà parcheggiato in container o attendamenti a ridosso del confine, mentre la sua richiesta di asilo sarà provvisoriamente accantonata, in attesa che qualcuno di quelli arrivati prima di lui venga respinto o rimpatriato.
E’ chiaro che si prospetta in questo senso il pericolo di un ammassamento di migliaia di persone. E come faranno le autorità a gestire la situazione? Ebbene: proprio su questo aspetto che la precisione teutonica si fa più sfumata in coincidenza con le forti critiche da parte di coloro che prospettano gli scenari peggiori.
In sostanza per quanto è al momento dato di sapere il governo austriaco confida che il progetto delle zone d’attesa e altre misure restrittive costituiscano un deterrente per gli arrivi
Ma quali sono queste altre misure restrittive? Al momento si tratta solo di voci, ma si parla di un asilo a termine di 3 anni dopo di che la situazione del rifugiato verrà rivalutata ed eventualmente annullato il diritto d’asilo. Si parla anche di procedimenti di verifica dei diritto d’asilo in tempi più rapidi. Così come si fa riferimento a possibili riduzioni delle prestazioni di assistenza per i profughi, in denaro, alimenti e in generi di conforto.
Per rendere in sostanza l’arrivo in Austria meno attraente.  

Naturalmente si tratta di misure che hanno suscitato e suscitano tuttora suscitano perplessità generalizzate, non solo nei partiti d’opposizione ma anche in molti osservatori esterni. Che si richiamano al rispetto della Costituzione austriaca, al diritto internazioniale, ma anche più pragmaticamente all’effettiva applicabilità delle misure ipotizzate alla luce dell’esodo registrato a più riprese lo scorso anno.

Va ricordato che in Austria oggi il tempo medio per la verifica delle richieste d’asilo è di poco più di 6 mesi. 
E che l’anno scorso 8365 migranti non aventi diritto sono stati rispediti al mittente. Ma intanto altrettanti si son resi irreperibili. Bisogna quindi aggiungere che nella maggior parte dei respingimenti il rimpatrio è stato impossibile, per la mancanza di accordi con i paesi di provenienza. E ricordiamo che senza un documento valido, un profugo non può essere rispedito da nessuna parte. 
Come viene gestito il ‘limbo’ in Austria? Di fatto, molti dei profughi di cui è stata respinta la richiesta di asilo continuano a rimanere nel paese, ma non da clandestini bensì con uno speciale documento, che consente loro di vivere nel Paese, avere un accesso limitato al lavoro e di ricevere un modesto sostegno economico. Il rapporto nei loro confronti viene definito “Duldung”, che significa “tolleranza” o “sopportazione”, e il documento che lo certifica si chiama “Duldungkarte”. Dura un anno e può essere rinnovato praticamente in eterno.


Effetto domino?

Le mosse di Vienna sulle quote di profughi non sono rimaste isolate, ma hanno avuto ripercussioni immediate lungo la rotta balcanica. Il Governo sloveno, ad esempio, ha annunciato di voler prendere decisioni simili a quelle della sua controparte austriaca ed anche la Serbia da qualche giorno ha deciso di vietare il passaggio a quei migranti che non esprimeranno nitidamente l’intenzione di richiedere asilo in Austria o Germania. Anche la Macedonia ha quindi chiuso, al momento temporaneamente, le proprie frontiere con la Grecia impedendo l’accesso sul proprio territorio a oltre 600 persone.


Al Brennero cosa succederà?

Nei prossimi mesi tutto dipenderà dai flussi che attualmente parlano di 200/300 passaggi al giorno. Tutto lascia presagire che anche al valico che divide ancora anche solo virtualmente il Tirolo del Nord dai Tirolo del Sud potrebbero essere installate della Wartezonen per una ‘gestione degli ingressi controllata’. 

- - -

Qui si può vedere una foto gallery realizzata a Spielfeld per la Bayerische Rundfunk dai due fotografi Karla Engelhard e Till Rüger

Bild
Profil für Benutzer Dr. Streiter
Dr. Streiter So., 14.02.2016 - 10:43

Der Trend hat eine Wende gefunden: Im Februar sind deutlich weniger Flüchtlinge über die Aegäis gekommen als allein durch den Winter erklärbar. http://data.unhcr.org/mediterranean/regional.php
Viel negatives kann man über die Politik der Zäune sagen, warscheinlich ist sie aber nicht wirkungslos, wie öfters behauptet. Am Brenner jedenfalls viel Aufregung um nichts?

So., 14.02.2016 - 10:43 Permalink