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Profughi: basta soldi ai comuni che accolgono?

La minaccia è stata avanzata da Maroni in Lombardia e subito si sono accodati Veneto e Liguria. Il Trentino Alto Adige osserva con preoccupazione gli sviluppi.

L’offensiva è stata lanciata ieri dal governatore della Lombardia Roberto Maroni.

“Ho deciso di scrivere una lettera ai Prefetti per diffidarli dal portare qui in Lombardia nuovi clandestini e ho deciso di scrivere ai sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli, mentre ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali, come disincentivo, perché non devono farlo e chi lo fa, violando la legge, subirà questa conseguenza."

La proposta di Maroni ha suscitato immediatamente un vespaio. Il primo a rispondere è stato il ministro degli interni Angelino Alfano, che ha utilizzato lo strumento dell’ironia. 

“Vorrei tranquillizzare il mio predecessore Roberto Maroni. Farò quello che fece lui al mio posto e chiederò ai sindaci ciò che ha chiesto lui il 30 marzo del 2011.”

In sintesi Alfano rilancia la politica del governo che tende a responsabilizzare l’intero territorio nazionale per distribuire in maniera omogenea i profughi, con l’intento attenuando l’impatto sociale dell’ondata. 

A detta di molti commentatori politici la proposta di Maroni va però ricondotta anche nell’alveo di una vera e propria strategia messa in atto dal centrodestra dopo le elezioni regionali, per creare un fronte comune tra le tre regioni oggi in mano all’opposizione: Lombardia, Veneto e Liguria. Con la possibilità, grazie alla conquista della Liguria da parte di Forza Italia, di riavvicinare le due anime principali del Centrodestra
Non per niente nelle dichiarazioni dei tre governatori Maroni, Zaia e Toti, il nord è stato in qualche modo ritagliato a metà. Associando a Lombardia, Veneto e Liguria anche la Val D’Aosta, che qualche settimane fa ha chiuso le porte all’arrivo di nuovi contingenti di profughi

Abbiamo parlato di un forte comune ‘contro. Ma che fanno le altre regioni? 
Primo a reagire già ieri è stato il Piemonte di Fassino e Chiamparino. Il sindaco di Torino Fassino ha ricordato che “non è nei poteri di un presidente di Regione decidere quale politica di accoglienza persegue il nostro paese”. Aggiungendo: “tanto meno è accettabile se si minacciano ritorsioni nei confronti dei comuni che ospitano i profughi”. 
Il governatore Chiamparino dal canto suo ha invitato Maroni a fare un passo indietro, ricordando che “eventuali interruzioni di trasferimenti ai Comuni sarebbero oggetto di innumerevoli ricorsi”.

E in Trentino Alto Adige che succede? 
Per il momento tutto tace, anche se insistenti voci parlano di grande preoccupazione da parte della SVP in Alto Adige. Il presidente della provincia Arno Kompatscher, interpellato da Salto, ha fatto sapere di “non voler commentare le decisioni prese da altre regioni”. Ma intanto oggi sarà in visita con Martha Stocker alla piccola struttura di accoglienza per i profughi predisposta a Bolzano ai Bagni di Zolfo

Nella SVP c’è ansia per gli effetti che avrà la complessa operazione di ‘redistribuire’ i profughi in arrivo sul territorio della provincia.
E sugli effetti che ciò potrebbe avere sull’elettorato ‘nervoso’ di questa delicata fase di vita dell’Alto Adige Südtirol. 

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Roland Kofler Mo., 08.06.2015 - 12:28

Die Longobarden waren ein germanischer Stamm den das Weströmische Reich ca. 500 Jh. anheuerte um gegen die Goten zu kämpfen. Als die Römer sahen mit welcher Brutalität die Longobarden gegen ihre Feinde vorgingen, entliesen sie sie aus dem Söldnerdienst. Später fielen die Longobarden in Norditalien ein und gründeten die Lega Nord.

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