Politik | Il punto

Democrazia diretta, il “giorno del giudizio”

Dai 7 incontri sul tema emerge la volontà dei cittadini di partecipare alle decisioni politiche. Foppa: “la rabbia è grande, l’imperativo è recuperare la fiducia”.

Si sono conclusi ieri sera, 9 dicembre, al liceo Carducci di Bolzano la serie di sette incontri organizzata dalla prima commissione legislativa del consiglio provinciale sulla democrazia diretta come paradigma di un linguaggio che vuole coinvolgere chi ascolta, rivendicando in questa insofferenza diffusa - attraverso un tentativo di interazione fra cittadini e chi li rappresenta - una trasparenza della politica ancora troppo appannata.

Bolzano, Merano, Silandro, Vipiteno, Egna, Brunico e Bressanone sono stati i crocevia della discussione dove, da ottobre a fine novembre, si sono raccolte opinioni e proposte che serviranno da suggerimenti per la stesura della nuova legge provinciale su referendum e iniziativa popolare. “Abbiamo rilevato un forte interesse per questa cultura del dialogo – riferisce Brigitte Foppa, componente della commissione legislativa – in particolare c’è stata una presa di coscienza sul fatto che i tempi sono cambiati, è finita quell’era dallo stampo autoritario e in questa stanchezza della politica la partecipazione dei cittadini è uno strumento fondamentale per non ‘morire’ in senso democratico”.

Ciò che è emerso da questo “tour” è soprattutto un'esigenza di semplificazione nella formulazione delle leggi in modo da renderle più comprensibili; una maggiore accessibilità anche nella partecipazione attiva delle persone, senza ostacolare la raccolta firme, ad esempio, o eliminando il quorum che spesso vanifica le votazioni; la richiesta di un’informazione migliore. “C’è la forte sensazione da parte dei cittadini – prosegue l'esponente dei Verdi - di venire informati solo alla fine dei processi decisionali, questa è una delle emergenze democratiche che più abbiamo avvertito durante questi incontri”. Recuperare la fiducia disgregata degli elettori è un processo a scansione lenta, perché la “rabbia e il malcontento verso la classe politica è enorme, se non ne tenessimo conto faremmo un grave torto ai cittadini”, puntualizza Foppa.

Malgrado un’affluenza tutt’altro che oceanica, dovuta anche allo scarso budget a disposizione, e una forma di partecipazione vagamente “statica”, gli astanti non hanno esitato a dire la loro insistendo perlopiù sulla necessità che la futura legge includa e incoraggi realmente una presenza attiva dei cittadini che, come nel caso del referendum a Bressanone o a Malles, si sono mostrati effettivamente operosi e desiderosi di essere coinvolti. “È un primo passo - dice ancora Foppa -, utile per cogliere lo spirito collettivo, seguiranno in ogni caso altri quattro incontri con le associazioni e la società civile organizzata”.
L’impegno, a quanto pare, c’è, purché l’iter per l’approvazione della legge non si incagli dentro deleteri ritardi biblici.