Gesellschaft | Sanità

“I medici rispettino il lavoro di tutti”

Parla Marco Cappello, direttore amministrativo della Asl, dopo la dura presa di posizione del personale sanitario sulle nuove norme sulla privacy.

Galeotta fu la violazione del segreto d’ufficio da parte di una impiegata che rivelò i dati sensibili di una paziente. A pagarne le conseguenze non fu solo la diretta interessata, condannata a sei mesi di reclusione e 10mila euro di multa, ma anche, evidentemente, tutto il sistema sanitario altoatesino e non solo, scatenando un “effetto farfalla” di proporzioni notevoli. “Era già successo a Trieste - spiega Marco Cappello, direttore amministrativo della Asl – e sono stati segnalati casi del genere anche in altre realtà del nord, perché la maggior parte delle aziende in Italia come noi non ha sistemi adeguati alle linee guida dettate del Garante della privacy. La situazione, non lo nego, è molto critica”.

Il punto, stando a quanto afferma Cappello, non sta nel dover obbedire tanto alle rigide regole burocratiche quanto alla legge vigente. “Dura lex, sed lex e io ho il diritto/dovere di farla applicare; in Austria, ad esempio, si parte dal presupposto che tutti i pazienti siano d’accordo nel fornire il consenso al trattamento dei propri dati e lì vale il principio opposto per cui se uno non dichiara di essere contrario allora è automaticamente favorevole. Da noi invece è tutto più complicato, solo a Bolzano abbiamo 11 sistemi informatici gestiti da ditte esterne e vanno tutti adeguati perché se si infrange la legge le sanzioni sono molto salate, parliamo di qualche centinaio di migliaia di euro, e si rischia una pena fino a 2 anni di reclusione, non è una cosa da poco”.

È legittimo, secondo Cappello, che il medico conosca la storia clinica del paziente ma è altrettanto legittimo che quest’ultimo abbia diritto al rispetto della sua riservatezza, “devono essere garantite entrambe le cose, io comprendo la posizione dei medici, ma questo allarmismo crea solo danni alla collettività, senza contare che abbiamo avuto solo due mesi dal Garante per mettere a posto una situazione mastodontica”.

Una delle complicazioni che il personale sanitario lamenta è il fatto che per gli interventi “leggeri” i pazienti vengono ricoverati nella data stabilita per l’operazione, ma si recano in ospedale nei giorni precedenti per effettuare tutti gli esami e con le nuove norme i risultati possono essere consultati solo pochi minuti prima di entrare in sala operatoria. “Questo non è assolutamente vero – prorompe Cappello - i dati vengono messi a disposizione dei medici in anticipo, ora, io rispetto l’opinione di tutti ma vorrei anche che fosse rispettato il lavoro di tutti, prima di parlare e di darci dei burocrati solo perché onoriamo la legge certi medici dovrebbero farsi un giro nelle altre città d’Italia e vedere con i propri occhi quello che succede”.

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Profil für Benutzer Maximilian Benedikter
Maximilian Ben… So., 16.11.2014 - 10:03

Quì c'é un chiaro distacco dalla realtà da parte del vertice aziendale non medico. E' inutile che alzi il tono della voce. Non si tratta di rispetto del lavoro altrui. Si tratta di decisioni scellerate che mettono a rischio la salute dei pazienti, aumentano le spese per la richiesta di esami giá eseguiti e notevole perdita di tempo da parte del medico. Noi medici dovremmo rifiutarci di seguire questa linea. Se questa situazione non verrá risolta entro un mese, allora dovremmo riflettere sul da farsi.

So., 16.11.2014 - 10:03 Permalink