Kultur | La rassegna

Festival di Roma, il cinema tirato a lucido

Fincher, Wenders, Daldry fra i registi della kermesse capitolina inaugurata giovedì scorso. Ecco i film da tenere d’occhio.

Dallo scorso anno in poi lo si ricorda ormai con un certo orgoglio questo Festival Internazionale del Film di Roma, il motivo? Il doppio colpo messo a segno dalla BLS - Business Location Südtirol con Tir di Alberto Fasulo e Dal profondo di Valentina Pedicini, entrambi finanziati dalla casa di produzione altoatesina. Il primo sbancò portandosi a casa il Marc’Aurelio d’oro, la seconda - ex allieva della Scuola ZeLIG di Bolzano – vinse nella categoria per il miglior documentario.

La novità di questa edizione (la nona, iniziata giovedì 16 ottobre durerà fino a sabato 25) è che non c’è la giuria, sarà il pubblico infatti a scegliere i film più belli; 51 sono i lungometraggi in concorso, spalmati su 4 sezioni, 24 le prime mondiali. Qualche titolo: A most wanted man di Anton Corbijn, basato su un romanzo di John le Carré e anche ultima pellicola con il compianto Philip Seymour Hoffman (forse uno degli attori più intensi, metodici e giganteschi della sua generazione); Trash di Stephen Daldry già regista del commovente Billy Elliott e del bruciante The Reader; Time out of mind di Oren Moverman con un Richard Gere in stato di grazia; e Gone girl l’attesissimo thriller di David Fincher con protagonisti Ben Affleck e Rosamund Pike.

Per i puristi della settima arte spiccano il documentario Jia Zhangke, Un Gars de Fenyang del brasiliano Walter Salles, Orso d'Oro e Golden Globe per Central do Brasil, e regista de “I diari della motocicletta; e Il sale della terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado sul padre di quest’ultimo, il fotografo Sebastião Salgado, oltre a tre premi cult alla carriera: Takashi Miike, Aleksej Fedorcenko e Tomas Milian.

Fra i film made in Italy si segnalano in particolare Escobar: Paradise Lost di Andrea Di Stefano con Josh Hutcherson e Benicio Del Toro; Tre tocchi di Marco Risi, sulla squadra degli attori, fondata negli anni 70 da Pasolini; Biagio di Pasquale Scimeca e La foresta di ghiaccio di Claudio Noce con Emir Kusturica, Kseniya Rappoport e Adriano Giannini.

Accanto ai colossi cinematografici ci sarà spazio anche per visionare in anteprima due puntate del sanguinolento The Knick, serie TV diretta da Steven Soderbergh (che entra ed esce dal suo periodo sabbatico e il cui testamento artistico viene continuamente aggiornato). La serie, interpretata da Clive Owen, sembra già aver riscosso consensi dalla stampa internazionale. Da aggiungere alla lista. Fatto.