Kultur | La polemica

Spagnolli: “il Comune non è contro la musica"

Il sindaco di Bolzano risponde alle critica di vanificare la liberalizzazione dei piccoli eventi operata da Stato e Provincia.

Questa mattina all’alba su Salto.bz la denuncia: la stretta del Comune di Bolzano sui piccoli eventi musicali, recentemente liberalizzati da un decreto di Stato e Provincia sarebbe immotivata. E per di più manifesterebbe un atteggiamento scarica barile nei confronti della Provincia e l’immobilismo dell’assessora alla cultura, la verde Patrizia Trincanato. 

La replica del sindaco Luigi Spagnolli non si è fatta attendere ed è stata piuttosto secca. 

"Qualcuno ha pensato che con la nuova norma provinciale ciascuno potesse organizzare eventi ovunque, quanti ne vuole, contemporaneamente o in tempi ravvicinati, senza tenere conto delle altre esigenze della città? Ebbene: devo dirgli che non è possibile. 
Il Comune, che rappresento, ha come core business quello di dare risposte ai bisogni dei cittadini conciliandoli tra loro. Qualcuno deve governare, e questo qualcuno non è il mercato. La procedura recentemente individuata dal Comune rispetta le leggi e rende la vita più facile possibile a chi vuole organizzare eventi musicali."

Per chiarirci meglio le idee abbiamo voluto allora voluto contattare direttamente il primo cittadino. 

Sindaco Spagnolli, allora si tratta di una decisione vostra oppure di un atto dovuto vista la ‘severa’ legislazione provinciale in tema di rumori?
Stato e Provincia hanno liberalizzato un aspetto, ma noi come Comune siamo comunque obbligati a far rispettare un’altra normativa della provincia, piuttosto rigida per quanto riguarda il livello del rumore legato agli eventi.

A questo punto riprendiamo un nostro titolo: è tutta colpa della provincia allora?
Ripeto: noi le leggi le non le facciamo ma le dobbiamo rispettare. Dovete poi tener conto che la vita della città si basa sull’equilibrio di esigenze diversificate. Faccio un esempio: se abbiamo un cantiere che apre accanto a dove si vorrebbe organizzare l'evento, impedendone l'accessibilità, allora è mio dovere dire che non è possibile. La stessa cosa accade se, ad esempio in Corso Libertà, mi trovo con 5 locali che in contemporanea vogliono organizzare degli eventi. E’ chiaro che qualcuno deve dirgli che ogni locale si ritroverebbe a dividersi la clientela, realizzando meno guadagni. 

Non sarebbe il caso di istituire un ufficio in Comune che regola queste situazioni? 
Gli uffici ci sono già, aprendone di nuovi aumenteremmo solo la burocrazia e sarebbe ancora peggio. 

Ma i musicisti si sentono ormai bersagliati da anni… è solo vittimismo?
Ogni spazio ha le sue caratteristiche e devo dire che si sono verificati dei problemi in alcuni luoghi. Ma si è trattato sempre di eccezioni. Gli spazi sono tutti caratterizzati da delicati equilibri con quanto avviene intorno a loro. Non sempre si riesce a trovare una soluzione che viene incontro a tutte le esigenze. Faccio un altro esempio per farmi capire: anche il nuovo spazio a fianco alla Salewa in via Einstein, presentato come una sorta di paradiso per gli eventi musicali, ha le sue criticità. 

Che fare allora nel futuro?
Lo ripeto: la procedura individuata dal Comune rispetta in realtà a mio avviso rende la vita più facile possibile a chi vuole organizzare eventi musicali. Per il resto sono sempre disposto ad incontrarmi con musicisti ed organizzatori di eventi. Troviamoci, parliamone: sono convinto che, una volta esaminati tutti gli aspetti, questo luogo comune, per cui il Comune è contro la musica, cadrà. Il Comune non è, non è mai stato e non sarà mai contro la musica. Il Comune è per far stare bene la città, compresa quella che ama la musica.
Poi, prossimamente ci sono elezioni, e questo è un tema facile da cavalcare: inevitabile che nascano polemiche.