Gesellschaft | Creativi

La Lub On Air

Si chiama InUni ed è la web radio concepita da alcuni studenti di Scienze della comunicazione e cultura. Ci ha parlato del progetto una delle ragazze del "team".

Hanno scelto un palindromo come titolo del loro programma, InUni, e a realizzarlo sono finora circa 10 studenti di Scienze della comunicazione e cultura di Bressanone fra i 19 e i 22 anni, non solo altoatesini ma anche trentini, baresi, pisani, padovani; cadetti della radio che con buona volontà e spirito d’iniziativa parlano ai propri coetanei affrontando diversi temi, soprattutto di natura culturale e musicale. Il podcast delle puntate viene poi caricato, per il momento una volta al mese, sulle maggiori piattaforme virtuali come facebook e twitter.

Giulia Damaggio, come vi è venuta questa idea?
Un po’ per caso, per la verità, molti di noi sentivano l’esigenza di fare qualcosa di nuovo e che unisse le tre sedi della Lub di Bolzano, Bressanone e Brunico, la radio ci è sembrato lo strumento migliore visto che ancora non ce n’era una per l’università.

Avete fatto tutto da soli?
Abbiamo improvvisato, all’inizio ci siamo fatti aiutare da qualche professore e abbiamo visto come funzionano i meccanismi della radio negli studi di NBC e Rai Südtirol e adesso, con un po’ di fantasia e creatività, cerchiamo di cavarcela da soli. Naturalmente abbiamo anche il supporto del Centro giovani di Bressanone e della web radio USB che ci permette di usare il suo studio di registrazione e di caricare sul suo sito i nostri podcast.

Ho notato che gli speaker sono quasi tutte donne, è una casualità o una strategia?
Un caso, il fatto è che il nostro corso è seguito principalmente da ragazze, per ora c’è solo uno studente, Jacob, che però si occupa più degli aspetti tecnici della registrazione, sembra che si aggiungerà anche un altro ragazzo, però, sì, la maggioranza è femminile, almeno per il momento.

Come vi regolate per costruire il palinsesto, ognuno ha un compito preciso?
Cambieremo ogni mese, noi buttiamo giù le idee e poi ci dividiamo i compiti di volta in volta. Gli unici ruoli statici sono quelli che riguardano il mantenimento dei contatti con l’università e la promozione sui social network o su altre piattaforme, come nel caso del mio articolo su Salto. Vogliamo puntare su una radio che sia dinamica, con servizi sempre nuovi, intercambiando spesso le voci degli speaker.

Quali sono i temi che secondo te interessano di più ai giovani altoatesini?
Principalmente i temi musicali, come lo speciale che abbiamo fatto sul jazz nella prima puntata, e quello che riguarda la vita universitaria in sé, quindi i vari eventi in programma e le scadenze. Cerchiamo comunque di non affrontare solo argomenti “leggeri”, ma di approfondire anche temi di respiro nazionale. Una questione di cui vorremmo occuparci è il fatto che a Vienna gli studenti nei supermercati possono ricevere la merce destinata ad essere gettata via, magari a causa della scadenza ravvicinata, ecco, vogliamo capire, per esempio, perché qui da noi non si può fare lo stesso.

I vostri punti di forza?
Sicuramente il trilinguismo [italiano, tedesco e inglese ndr], su cui l’università di Bolzano investe molto, e il concetto per cui questa è una radio fatta dagli studenti per gli studenti senza nessun intervento esterno o imposizioni tematiche, siamo assolutamente liberi di esprimerci.

Quali sono state le prime reazioni, solo complimenti o anche qualche critica?
L’iniziativa sta riscuotendo abbastanza successo, specie perché una realtà radiofonica alla Lub non c’è mai stata, abbiamo avuto circa 400 ascoltatori per la prima puntata. Molti ci hanno detto che questa è una radio utile anche nell’ottica del collegamento fra i tre distaccamenti, ma ci è stato anche chiesto di bilanciare di più le lingue, di inserire più musica e di “movimentare” di più il programma, ma in fin dei conti era solo la prima puntata.