Gesellschaft | Indagine

Repubblica Popolare di Bolzano

Quella dei cinesi nel capoluogo non è stata un’invasione. Molti si sono integrati, ma alcuni tornerebbero in patria per via della crisi. Comunità tutt’altro che omogenea.

Questi i risultati più sorprendenti di un’inchiesta multimediale realizzata da facoltà di Design della Lub, alcuni professionisti del settore ed il quotidiano Corriere dell’Alto Adige. Il lavoro nasce all'interno del progetto Visualjournalism.bz.it
Nell’edizione del giornale oggi in edicola (21 settembre 2014) una doppia pagina sintetizza la fotografia che è stata realizzata sulla comunità cinese. E che venerdì 26 settembre verrà presentata ufficialmente nell’ambito della ‘Notte della ricerca’ insieme al sito web www.repubblicapopolaredibolzano.it (online dal 26/9) dove tutti i dati in merito verranno messi a disposizione in maniera permanente.

“I cinesi di Bolzano sono una comunità in rapida trasformazione e fortemente eterogenea, esattamente il contrario del «blocco» compatto, chiuso, impenetrabile, ancorato a tradizioni rigide e immutabili, che si sarebbe portati ad immaginare dando credito a luoghi comuni questi sì immutabili.”

L’attenzione della ricerca si concentra in particolare sulla paventata ‘invasione’ che si sarebbe verificata tra il 2008 e i 2011.
I dati dicono altro. Le imprese cinesi a Bolzano sono oggi solo l’1% del totale e la comunità è composta da poco più di 600 persone su 105mila.
E se l’invasione non c’è stata, forse non è nemmeno il caso di tirare per questo un respiro di sollievo. Molti cinesi emigrati a Bolzano ad un certo punto si sono accorti che qui grandi affari non si facevano e sono arrivati quasi ad invidiare i loro parenti ed amici rimasti in Cina. Alcuni di loro meditano anche di tornarci, nel loro enorme paese in continua crescita economica. 

Un altro aspetto interessante della ricerca riguarda la situazione attuale della comunità cinese di Bolzano, tutt’altro che omogenea anche perché non collocata a Bolzano in un'unica piccola Chinatown
Sono soprattutto le seconde generazioni, che frequentano le scuole della città, a dare una spinta all’integrazione. Ma anche i gestori degli esercizi, che hanno ormai tutti imparato una delle due lingue locali se non entrambe, hanno avuto modo di farsi apprezzare per la dedizione al lavoro. Intrecciando rapporti stabili con la popolazione autoctona. 

E con la ‘colonizzazione’ dei bar di Bolzano come la mettiamo? Al 31 dicembre 2013 i bar del capoluogo che avevano un gestore nato in Cina (fuori dalla statistica quelli portati avanti da ‘seconde generazioni’) erano 51, l’11% del totale. Ma l’80% di essi era iscritto alla Confesercenti, anche questo segnale molto significativo di integrazione.

Fin qui i dati. Ma sul sito www.repubblicapopolaredibolzano.com a partire dal 26 settembre i cinesi di Bolzano si racconteranno anche attraverso videointerviste in streaming ed agili infografiche che descrivono l’andamento di un fenomeno migratorio peculiare ed altamente significativo. Soprattutto per mettere in discussione i numerosi stereotipi che normalmente ci guidano nell’osservare la società che cambia. 

Alla realizzazione dl progetto hanno partecipato Matteo Moretti (coordinatore), Fabio Gobbato (giornalista), Gianluca Seta (infografica), Sarah Trevisiol (videointerviste e testi) Daniel Graziotin (ingegnere del software), Claudia Corrent (foto), Melani De Luca (illustrazioni). 

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gorgias So., 21.09.2014 - 16:24

La mia impressione individuale è che i migranti cinesi vengono visti abbastanza bene. Ovviamente seguendo in gran prevalenza esercizi gastronomici sono molto esposti e come dimensione del gruppo veranno sicuramente sopravalutati.

Interessane sarebbe anche fare un confronto tra i diversi gruppi migratori.

So., 21.09.2014 - 16:24 Permalink