Politik | Nuovo statuto

"Finanza e competenze escluse? È tutto da vedere"

Sabina Frei della Rete per la Partecipazione: "i cittadini coinvolti nella Convenzione sull'autonomia ci sorprenderanno".

La Rete per la Partecipazione è una realtà molto particolare che è stata coinvolta, come ci ha confermato su Salto Francesco Palermo, nel complesso meccanismo che dovrebbe portare - nell'auspicio di tutti, o quasi - al varo della cosiddetta Convenzione per l'autonomia (Autonomie/Konvent) volta a rinnovare l'omonimo statuto.
Il ruolo della Rete è cruciale: come indica il suo nome si tratta di coinvolgere i cittadini, fare in modo che partecipino a quest'operazione, portando idee e visioni di futuro. 

Per chiarirci le idee abbiamo allora coinvolto Sabina Frei che, della Rete, è una delle promotrici.

Sabina Frei: innanzitutto condividete le preoccupazioni recentemente espresse dai Verdi in merito al percorso della Convenzione? E' vero che il tutto rischia di insabbiarsi?
Non sarei così pessimista.  Ci sono dei rischi, è importante che non si rallenti il processo, ma vedo comunque delle ottime possibilità. 

Come giudicate il fatto che le questioni finanziare e delle competenze siano state di fatto escluse dalla convenzione?
E' tutto da vedere il fatto che siano veramente escluse. Ed è tutto a vedere il fatto che quello che è rimasto siano solo le briciole. Di fatto non sapremo esattamente cosa succederà. Potrebbero aprirsi degli spazi che finora non sono stati immaginati. 

Facciamo un passo indietro: cos'è la rete per la partecipazione?
La rete è nata un paio d'anni fa. L'idea di fondo è quella di portare all'ordine del giorno in Alto Adige una dimensione di democrazia che finora era poco visibile ad anche ritenuta poco importante. Si tratta della democrazia deliberativa o partecipativa è in sostanza il tassello mancante tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta. 

Ci spiega meglio?
La democrazia deliberativa è quella parte di democrazia dove di fatto si svolge la negoziazione tra soggetti diversi coinvolti in un processo democratico. 
Questi processi mettono in contatto i cittadini con chi fa politica essendo stato eletto. Ma hanno un ruolo importante anche per la democrazia diretta perché hanno un ruolo importante prima di un referendum ed anche dopo. 
Non tutte le questioni possono essere risolte in tempi brevissimi, spesso c'è bisogno di tempo per valutare tutte le diverse opzioni possibili. Per arrivare ad esempio a selezionare due opzioni e quindi metterle al voto. 

E' quello che stanno facendo alcuni assessori e consiglieri provinciali, che si sono messi per strada nel territori per confrontarsi con i cittadini su alcuni temi scottanti? Sto parlando di Stocker con sanità, Theiner con la gestione del territorio e poi della commissione legislativa in tour per discure con la gente di democrazia diretta.
In linea di massima sì. In realtà esiste una vera e propria scala di modelli. Al livello più basso c'è la partecipazione promossa dai politici solo come un alibi.  Al livello più alto la capacità decisionale è invece espressa direttamente dalla cittadinanza. 
Uno degli obiettivi della Rete per la Partecipazione è proprio arrivare in Alto Adige a delle forme di stabile coinvolgimento della cittadinanza.

Ci sono già degli esempi di questo genere da segnalare in provincia?
Sì, in alcuni comuni hanno cambiato gli statuti prevedendo delle forme di partecipazione della cittadinanza non solo in occasione dell'elezione degli amministratori o di uno specifico referendum. Sono previsti in sostanza  'consigli di cittadini' che su specifiche tematiche possono portare le loro proposte. 

Ma questa cosa funziona? Non è che questi parlano parlano, ma poi alla fine decidono sempre i politici?
Può essere vero. Ma il fatto che la cittadinanza parli, dica la sua, e chi fa politica deve tenerne conto, porta senz'altro ad un cambiamento della cultura politica. 

Anche i comitati spontanei che ogni tanto nascono su certi temi, fanno parte di questo mondo?
Spesso sono esperienze momentanee e molto specifiche, che nascono e poi muoiono. Noi parliamo invece di un piano completamente diverso, che permette di approfondire e portare la voce dei cittadini in modo anche più strutturato rispetto ai temi che invece riguardano tutta la comunità. 

Questo approccio così ad occhio permette di andare anche oltre le etnie.
Sì, l'obiettivo è quello di coinvolgere chi vive sul territorio. E bisogna tenere in considerazione il fatto che l'incremento della partecipazione porta vantaggi anche sul piano della democrazia rappresentativa. 

Democrazia rappresentativa che, oggi come oggi, è davvero in grave crisi...
Proprio così. Ci sono intere fette di popolazione che non vanno a votare e si corre il rischio che i politici, una volta eletti, non si preoccupino nemmeno delle esigenze di questa gente. Si innesca, insomma, un circolo vizioso che fa diminuire ancora la partecipazione. 

Qual è il meccanismo che fa cambiare le cose?
Avere l'esperienza diretta di essere stati coinvolti e di aver avuto voce in capitolo. Deve però, appunto, essere partecipazione autentica. I cittadini devono sentire che possono prendere coraggio e fare un passo in più per tornare a parlare di temi veri e non solo del semaforo sotto casa. Ed entrare in una dimensione in cui la partecipazione diventa una prassi normale.

Il pericolo che veniate sfruttati dalla politica alla ricerca di maquillage però resta.
E' la nostra sfida e vogliamo almeno provarci. 

Com'è stato che la Rete per la Partecipazione è stata coinvolta nel meccanismo della costruzione della Convenzione per l'autonomia?
L'attuale Landeshauptmann ha partecipato ad alcuni nostri incontri prima di assumere il suo nuovo ruolo ed ha sempre ritenuto utile questo approccio. 

Il Landeshauptmann e non la Svp? 
Beh, sì. Dipende da come la si vede..

Ecco, appunto. Come la vedete la situazione?
Per noi è fondamentale che nella Convenzione la partecipazione dei cittadini sia reale. I loro temi dovranno essere ascoltati. Ci saranno diversi livelli di partecipazione ed anche dei momenti molto aperti, che si svolgeranno nel territorio. La gente dovrà dire come la pensa in merito allo sviluppo di questa terra. Andrà fatto quindi un lavoro di negoziazione congiunta in cui anche diverse organizzazioni e portatori d'interesse potranno dire la loro. E, lo ripeto, questi temi dovranno essere portati anche all'interno della Convenzione. 

Solo temi o anche persone?
Ci sono varie idee sul come coinvolgere i cittadini semplici nell'assemblea del 'Konvent'. Come già detto contiamo che questo lavoro possa influenzare la società altoatesina contribuendo ad ampliare il concetto comune di democrazia.