Wirtschaft | Mobilità

Gratis sui mezzi pubblici in Trentino?

Un disegno di legge popolare punta ad una mobilità sostenibile in Trentino. Smart cities, mobilità collettiva complementare, partecipazione dei cittadini tra le novità.

Mentre in Alto Adige si parla di aumenti e redistribuzioni dei costi degli abbonamenti per i mezzi pubblici, alla luce di un sistema già collaudato, in Trentino si cerca di recuperare il terreno perduto con una proposta radicale: la gratuità del trasporto pubblico, per renderlo più appetibile. Questo è uno dei punti forti di un disegno di legge di iniziativa popolare sulla mobilità sostenibile, che ha già raccolto oltre 2mila firme e punta entro fine novembre di superare le 2mila 500 sottoscrizioni, per andare poi al vaglio del Consiglio provinciale.

Il comitato promotore è eterogeneo: dall'ambientalismo (Wwf, Italia Nostra, Amici della Terra), all'economia solidale (Trentino Arcobaleno), alle associazioni sul tema mobilità (Transdolomites, Jungo), ai sindacati di categoria. In un anno di lavoro è scaturita una proposta in 22 articoli, che punta anche all'istituzione di un Piano della mobilità provinciale come strumento di pianificazione.

Il trasporto pubblico gratuito è stato uno dei temi innovativi della campagna elettorale delle Provinciali 2013, promosso soprattutto dal MoVimento 5 Stelle, ma gli ultimi mesi hanno riservato molte novità nella mobilità provinciale. Dall'abbandono del faraonico progetto Metroland, che avrebbe dovuto collegare Trento alla periferia attraverso centinaia di km di gallerie ferroviarie, fino al progressivo passaggio di gestione del traffico sulla linea della Valsugana Trento-Bassano da Trenitalia a Trentino Trasporti Esercizio. In Trentino Trasporti, società che si occupa delle infrastrutture, c'è stato il passaggio di consegne alla presidenza da Ezio Facchin (il nome che ricorre certamente più spesso in regione quando si parla di ferrovie) a Monica Baggia, avvocatessa e candidata alle Provinciali con il Pd trentino. Le aziende che si occupano di trasporti pubblici in Trentino sono spesso finite al centro della cronaca per la vicenda degli autobus a idrogeno dei Mondiali di sci nordico di Fiemme oltre che per appalti e compravendite di mezzi.

Con il ddl quindi si cerca di introdurre una nuova stagione per la mobilità in Trentino, partendo dal «Protocollo trasporti di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991», scrivono i proponenti nella relazione illustrativa della legge, che «dà indicazioni fondamentali per la pianificazione della mobilità sostenibile a livello locale».  Il ddl spera di avere più fortuna rispetto ad altri due disegni di legge popolari (democrazia diretta ed omofobia), "affossati" dal Consiglio provinciale durante la scorsa estate.


I punti salienti del ddl

La proposta della gratuità del trasporto pubblico in Trentino parte dall'analisi del fatto che i 120milioni di euro di costi per la mobilità provinciale vengono coperti per soli 12,5 milioni dagli introiti dei biglietti. Ai quali, togliendo 4,5 milioni per il servizio di bigliettazione, si arriva a quantificare in 8 milioni di euro la cifra di ulteriore copertura per il bilancio provinciale. Coperte soprattutto da una riduzione delle esternalità negative derivanti dalla mobilità privata (quali incidenti e maggiore inquinamento).

Il testo comincia ponendo come struttura portante del Sistema di mobilità sostenibile il trasporto pubblico provinciale, considerandolo un diritto per i cittadini. Complementare al trasporto pubblico sono previsti car sharing (utilizzo di auto senza doverla possedere) e car pooling (condivisione di un mezzo privato già in circolazione). Altro elemento fondamentale, sottolineato dall'articolo 6, sono pedoni e biciclette; il ddl prevede la destinazione di una quota significativa di risorse al potenziamento delle politiche di promozione della mobilità ciclabile e pedonale.

Il Piano della mobilità provinciale (articolo 3) viene coordinato dal Manager provinciale della mobilità (articolo 5). A supporto dell'amministrazione si prevede anche l'istituzione di un Osservatorio sulla mobilità sostenibile, costituito da cittadini estratti a sorte e professionisti della mobilità. Per l'informazione di utenti, residenti e turisti nel ddl finisce all'articolo 9 anche l'uso delle tecnologie per l'infomobilità (tutto ciò che viene compreso nel moderno concetto di “smart cities”).

Due articoli (10 e 11) vengono dedicati agli strumenti di partecipazione popolare, da attivare in occasione di investimenti o disinvestimenti rilevanti. Fra le proposte anche una rivisitazione della legge urbanistica provinciale del 2008, aggiungendo obbligo di spazi verdi ed attrezzati per le biciclette nei parcheggi urbani di pertinenza.

Oltre alla proposta della gratuità del trasporto pubblico (art. 13) si vuole creare anche un fondo provinciale per la mobilità sostenibile (art. 21), alimentato da una quota del gettito attribuito alla Provincia sulle accise dei carburanti da autotrazione privata.

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Martin Daniel So., 23.11.2014 - 12:04

Ausgezeichnete Idee, vor allem die kostenlose Benutzung der Öfis, die lediglich 8 auf 120 Mio. an Mehrkosten verursacht! Sehr wichtig die genannten Einsparungen bei den negativen externen Effekten.Diese nicht einzurechnen ist ein gängiger Trugschluss vieler Wirtschaftlichkeitsrechnungen.
Bleibt die leidige EU-Vorschrift zum 30%-igen Deckungsgrad der Kosten öffentlicher Transportsysteme, die wohl den Interessen gewinnorientierten Privatunternehmen geschuldet ist.
Könnte man so eine Regel über die demokratische Initiative einer Bürgerschaft, die im Sinne des Gemeinwohls die von den Verfassungen und der EU geschützten Grundrechte wie Gesundheit und saubere Umwelt realisieren will, und in Anbetracht der, der EU sakrosankten, Subsidiarität stellen? Wer diese Frage bejaht, riskiert die Entfremdung der Bürger von der Brüsseler Bürokratie und damit von der europäischen Idee zu verschärfen.

So., 23.11.2014 - 12:04 Permalink