Politik | Comunali

Primarie sì, primarie no, primarie dai

Nessun accordo raggiunto ieri alla seduta della segreteria del Pd che oggi vota sulle primarie nell’assemblea provinciale. Intanto il centrodestra si riorganizza.

Nel giorno del giudizio il Pd continua ad avere le idee piuttosto confuse. Ieri, nel corso della riunione di segreteria che si è tenuta a Bressanone, il partito non è riuscito a trovare una linea comune riguardo il tanto dibattuto tema delle primarie. Si fatica a trovare un’intesa, un collante autentico fra le due “fazioni” interne: quelle che queste primarie le vogliono e quelle che invece no. Roberto Bizzo, Verdi e Sel tifano a favore, Luigi Spagnolli insiste nel dire che accetterà le primarie di coalizione solo se potrà essere l’unico candidato del Pd. È finita con i fautori delle due diverse correnti di pensiero che si sono dati la schiena a braccia conserte; si va all’assemblea provinciale, oggi, senza una decisione chiara, il voto sarà risolutivo.

Nella seduta di ieri c’è stato spazio anche per discutere, fra le altre questioni, dei comuni in cui si punterà a liste con il simbolo e sul panorama delle cosiddette larghe intese. Ma la matassa da sbrogliare resta il confronto sulle primarie, e raccogliere il bandolo di quella matassa spetta alla segretaria Liliana Di Fede che presenterà oggi all'assemblea una sintesi di tutte le voci del coro.

Sul fronte opposto “il nostro amore appena nato è già finito”: la prospettata alleanza a tre di Forza Italia, Alto Adige nel cuore e Nuovo centrodestra (che si sono riuniti ieri sera) ha perso un pezzo, è il Nuovo centrodestra a defilarsi. Il forfait di Matteo Bonvicini a candidarsi come sindaco di Bolzano ha interrotto il discorso sulle intese. “Proveremo a costruire una alleanza partendo da Forza Italia e Alto Adige nel cuore, poi cercheremo di allargarci”, dichiara il coordinatore regionale di Forza Italia Enrico Lillo sull’Alto Adige di oggi, e Alberto Sigismondi di Fratelli d’Italia precisa: “Nessun dialogo con Urzì e Michaela Biancofiore, che potrebbe sempre spuntare”. L’unica certezza è che dal cappello non usciranno più nomi a sorpresa ma si punterà su un candidato con il pedigree politico, forse Urzì, Lillo o Franco Murano. Staremo a vedere.