Gesellschaft | Riflessione

Amici degli stranieri, ma....

Quello che le scrissi fu uno sfogo, in relazione ad un remoto detto: “Quante cose si fanno e quanta fama e soldi si guadagnano nel nome tuo, Straniero/ (Signore)!”.
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E mettiti gli occhiali di John Nada, cara amica .
E' una vera maledizione vivere sempre tesi con il timore che, da qualche parte qualcosa andasse male per la tua non curanza. È complicato e fastidioso preavvisare situazioni che a prima vista abbagliano di benevolenza sociale e di cooperazione disinteressata, una nitida, purché nascosta, discriminazione o sfruttamento. Ahimè tutto sarà chiaro quando hai subito il torto, ma potresti usare la tua s/fortuna per mettere al riparo gli altri.

Quando qualcosa non torna ai tuoi ragionamenti odierni di media qualità,c ioè quando scatta un allarme di segnale da subconscio, metti ogni tanto gli occhiali benedetti di John Nada.
Il mio amico chiamato in causa è il personaggio del film “Essi vivono” They live, un film di fantascienza (per modo di dire) con potenti messaggi significativi contro la politica del presidente Reagan. Il film è basato sul racconto dell'autore e vignettista Ray Nelson “Eight O'Clock in the morning”. Il personaggio, un disoccupato a Los Angeles, trova per puro caso un paio di occhiali da sole magici . Ogni qualvolta li mette, scopre con sgomento che il mondo che lo circonda non è quello che sembra. Cartelloni pubblicitari e riviste che senza occhiali appaiano innocue, con occhiali sono comandi subliminali sull'obbedire, sul sottomettersi, a conformarsi, a non pensarci.

Ho pensato a quel film quando risposi alla mia amica albanese in Francia :

Una seconda volta,non fare niente senza aver messo prima gli occhiali di John Nada!

Lo scrissi per sdrammatizzare un po' l'aria triste dopo aver sfogato tutto il suo rammarico per un progetto sugli stranieri andato male. Era cofondatrice da anni di un bellissimo progetto per gli stranieri. In un gruppo misto si erano dati tanto da fare per creare un'associazione del tutto dignitosa e, al momento che tutto stava andando bene, erano comparsi nuovi personaggi da fuori. Nuovi di zecca. Quelli che spuntano quanto tutto o quasi sta procedendo bene e prendono le fila della situazione. Il cittadino amico degli stranieri, la/il francese che sa come mandare avanti una causa quasi vinta e ha indubbiamente a cuore la problematica degli stranieri. E' inutile dirvi che si tratta del cittadino di serie A . Un autoctono...

Da straniera alla quale non viene riconosciuta la laurea, non avendo tempo di fare un altra in Italia, (altrimenti non posso procurare quello che in gergo si chiama “il pane quotidiano”) mi trovo a lavorare come quasi tutti gli stranieri over 30-enta in un ambito del tutto estraneo alle mie esperienze. Attualmente in un negozio di Bolzano e mi sento fortunata. Così mi ha detto anche uno dei numerosi clienti, che chiamiamo con il falso nome di Giacomo Z. Fa parte della prima categoria raggruppata da me come “Amici degli stranieri , ma...”.

Venendo a conoscenza della mia professione, mentre gli valutavo la dentiera d'oro della nonna che teneva in tasca per venderla appena possibile, mi disse:

Ma , come mai che lavori in un negozio? Peccato!!! Ma da dove viene lei? Dalla Germania?

La mia risposta trovò lui con occhi spalancati ed provocò una risposta sua quasi liberatoria del tipo:

Ah ! Ecco... Scrittrice, sì, bello... ma... albanese pero'...

E che cavolo, come se studiare Balzac, Thackeray, Paul Eluard e cosi via in albanese valesse meno che in italiano.
Appena fuori dall'Albania la tua laurea e la tua professione, la tua esperienza passata e concreta, diventa un piccolo fiore da decorare la misericordia di un qualche bravo cittadino della categoria “Amico degli stranieri, ma....” .

Da lì in poi ,”Amico degli stranieri ,ma ..” ha cominciato, senza che io glielo chiedessi, a correggermi in continuazione ogni santa parola, i tempi, l'accento, il significato. Ogni storia che cominciavo a raccontargli pendeva come un dito rotto dalle sue interminabili interruzioni,“per il mio bene”. Mai un pensiero completato.

Mi fu tutto chiaro anche senza occhiali di John: al mio “amico degli stranieri , ma..” non interessava più, appena saputa la provenienza, quello che pensavo, dicevo e ribadivo. A lui “stava a cuore” la mia situazione non perfetta dell'italiano, e voleva cosi aiutarmi a fare salti di qualità. Non aprii più bocca con lui se non per trattare il prezzo, e consegnargli i soldi. Da cestinare immediatamente la categoria del mio cliente Giacomo Z. Il suo comportamento è un chiaro modo per mettervi nella posizione sottomessa, nella posizione dell'intellettuale di serie B, anzi C, vista anche la mia debole preparazione in tedesco, cosa assai grave se vivi in Alto Adige. Si sa che pur non condividendo la storia nefasta tra i due popoli siamo costretti a condividere le conoscenze linguistiche. Non è un opportunità, è un obbligo. Noi, due lingue : italiano e tedesco. Loro solo una. La categoria invece che necessita gli occhiali di John è quella per la quale cercherò di mettervi in guardia, vista l'esperienza bruta della mia amica.

La categoria è delle persone che vivono e lavorano per/con le nostre cause. Immigrazione, stranieri, e cosi via. Quelli che saltano fuori quando avete già preparato “l'impasto”, l'avete lasciato lievitare e accesso il forno. Avete sudato per arrivare qui, e sapevate strada facendo che a qualcuno risultate antipatici, carrieristi, ambiziosi e conflittuali. Ad altri guerrieri e bravi. In fondo ve ne siete fregati. Siete andati avanti perché coperti alle spalle da amici che la pensano come te, italiani e stranieri, che vi hanno incoraggiato a resistere, che hanno confermato le vostre/loro intenzioni, i vostri/loro ideali.

Ideali, come mi dice una amica cubana, no està de moda, per una società dissestata ai principi morali. E adesso, che, lieti aspettavate il lievitarsi del “pane” qualcosa vi capita. Un che di banale, e vi trovate “incompetenti” di mettere il pane dentro il forno. Qualcuno o qualcosa vi fa capire che forse non siete capaci di fare il salto di qualità. Ah, questo benedetto salto di qualità ... Proprio quello che è capitato alla mia amica albanese in Francia. Tante associazioni che create e mandate avanti dagli stranieri, nel momento della fioritura vengono - non si sa come ma si sa il perché - spronati  dagli amici degli stranieri. Autoctoni.

Il personaggio autoctono con le giuste conoscenze per farci fare IL SALTO. Anzi direi per farci saltare....

E magari con l'appoggio della categoria ancora peggiore per la difficoltà ad accorgersi, degli “Stranieri ,amici degli italiani per comodità ...” 
Alla fine, la mia amica orgogliosa di accettare nuovi “padroni” si era dimessa, e si trovava a fare delle pulizie nelle case credo della categoria: “Amici degli stranieri,ma...”

Ultimamente, giudicando le sue dimissioni forse un po' avventate mi scrisse: "E' cosi che funziona...".
Tutto il mondo è paese e , per noi stranieri ancora peggio... Potevo far finta, essere cieca e muta. Accettare la posizione di serie C e D e lasciargli la strada aperta senza scontri inutili. Tanto l'hanno sempre vint … Meglio che pulire le cas..., no? Non risposi. Potevo dirle che ha fatto bene a non sottomettersi, ma credo che in fondo anche lei lo sa e si compiace. Rimane il fatto amaro che lei pulisce la casa e custodisce i figli alle entità “colte” francesi, che intanto si riuniscono negli incontri dove si affannano per i diritti degli stranieri... Ovvio anche i suoi. Perciò quello che le scrissi fu uno sfogo, esclamare un nostro remoto detto, possibile discendenza saggistica musulmana, aggiungendo un pezzo e mutare un sostantivo: 

“Quante cose si fanno e quanta fama e soldi si guadagna, nel nome tuo, Straniero/ (Signore)!”.