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“Troppi errori nel PD altoatesino”

Botta e risposta con la deputata Luisa Gnecchi sul voto nell’assemblea del PD che ha dato il via libera al possibile terzo mandato di Luigi Spagnolli.

Lunedì 23 febbraio 2015 anche l’on. Luisa Gnecchi ha partecipato all’assemblea provinciale del Partito Democratico che ha dato l’investitura di candidato unico al sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, mettendolo in corsa per le (eventuali) primarie di coalizione. Anche sul volto Luisa Gnecchi però, così come su quello di molti altri, dopo l’assemblea prevaleva un’espressione preoccupata se non delusa. Abbiamo cercato di capirne il motivo, raggiungendola al telefono a Roma. 

 

Luisa Gnecchi: che è successo? Spagnolli ha vinto? Bizzo ha perso?
Non è una questione di vincere o perdere. Quello che penso è che il mio partito dove ripensare al meccanismo e alla funzione delle primarie. Dico anche che statuto va rispettato: se uno raccoglie le firme allora vanno fatte le primarie. Bizzo aveva raccolto le firme e se fossi stata in Spagnolli avrei detto: “bene, facciamo le primarie”. E’, questo, un meccanismo che ho sperimentato anche sulla mia pelle in occasione delle elezioni politiche. 

Si è trattato di un puro scontro personale?
No: il motivo per cui Bizzo ha raccolto le firme è legato alla gestione precedente del partito. Il fatto che si è dato il diritto di voto a 7 nominati (n.d.r commissione del congresso) rispetto ai 35 eletti dalle primarie. Nel partito c’è alla fonte un vulnus di democrazia. Con l’attuale meccanismo la maggioranza dell’assemblea resta tale per l’eternità. 

Di Fede e Randi hanno presentato i risultati dell’assemblea del 23 febbraio come un ricompattamento del partito. È proprio così?
In assemblea finora non si era mai discusso di comunali ed è stato questo a provocare la reazione di Bizzo. Ci sono stati tanti errori. I punti di domanda sono tanti, ma la responsabilità grave è ritrovarci a fare questi discorsi il 25 di febbraio. 

Quale la prospettiva ora? Cosa deve fare il PD?
Sono convinta che si debba partire dall’attuale coalizione. E soffro oggi nel vedere duettare Spagnolli e il braccio destro di Elena Artioli Claudio Degasperi, quando solo ieri Uwe Staffler è stato messo in croce per avere forse favorito un avvicinamento al PD di Elena Artioli. Guarda caso oggi sia Spagnolli che il coordinatore del partito Carlo Costa vedono con assoluto favore un’eventuale lista civica a sostegno del sindaco.

Eppure Randi ci ha tenuto molto a sottolineare che è stata fatta una scelta di campo rispetto ad una possibile ‘deriva centrista’…
Chi lo può sapere? Personalmente me lo auguro. 

Se si faranno le primarie di coalizione ci sarà anche in questo caso il pericolo di ‘manipolazioni’?
A Bolzano secondo me è più difficile che succeda. 

Cosa c’è di ‘nuovo’ nel PD altoatesino oggi? 
Nulla. E questa è una grave responsabilità dell’attuale gruppo dirigente del PD. Randi ha provato a far discutere l’assemblea su questo tema ma tutti hanno giocato tirando in lungo. E la raccolta di firme di Bizzo è stata una vera e propria provocazione volta a costringere il partito a parlarne. 

Che fine ha fatto Renzi a Bolzano? Un’anno fa il suo fantasma sembra essere planato trasformando completamente il panorama.
La domanda è posta alla persona sbagliata, visto che io sono una bersaniana doc. Dal mio punto di vista Renzi è la pietra tombale su un governo di centrosinistra vero. Quello di Renzi è un governo di grande coalizione come fu quello di Monti. Tornando a Bolzano devo dire che i renziani non li ho mai capiti. Per me erano uno stupore prima e lo sono anche adesso. 

Ci sarà mai un giorno un sindaco donna a Bolzano?
Ci sarà di sicuro perché è nell’ordine delle cose. Quando sono a Bolzano trovo ancora oggi gente che mi chiede perché non faccio la sindaca. Siamo fuori dalla storia, perché non esiste per una di 61 anni che ha già fatto 2 mandati in provincia e 1 virgola qualcosa in parlamento. Si tende a pensare solo alle persone note. Qui in parlamento sono davvero in molti i ‘nuovi’. Io personalmente penso che ci debba essere un equilibrio tra il ‘nuovo’ e il ‘vecchio’. Anche l’esperienza conta, ma senz’altro a Bolzano ci siamo preoccupati di trovare anche risorse nuove e credibili. 

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Palaia Renato Mi., 25.02.2015 - 19:12

Sono del tutto esterno al PD bolzanino e quindi il mio sguardo sulle vicende che hanno portato alla candidatura di Spagnolli prescinde dalle dinamiche interne al partito. La sensazione che provo è quella di una formazione politica molto arroccata intorno ad alcuni personaggi ritenuti insostituibili in mancanza di un processo di ricambio interno che forse non è stato favorito nella giusta misura. La critica della Gnecchi è comprensibile fino ad una certa soglia, oltre la quale diventa difficile entrare. Ritengo che il difetto di democrazia sia un male diffuso in tutti i partiti e che quindi vada affrontato culturalmente. Chi ne paga le conseguenze, anche il politico intrinsecamente meno democratico, può sviluppare su tale stato di fatto la sua speculazione. Bizzo docet.

Mi., 25.02.2015 - 19:12 Permalink