Kultur | Arte

Drodesera, a tutta performance fino al 2 agosto.

Il festival trentino presenta "Skillbuilding", officina culturale alla Centrale Fies.

Compie trentaquattro anni il festival Drodesera, che di edizione in edizione guarnisce la scena artistica locale con proposte innovative di sana e robusta creatività. La Centrale Fies - che ospita la manifestazione ogni estate a Dro – presenta SKILLBUILDING, un laboratorio di lavori performativi e di sperimentazioni interdisciplinari che è anche punto di incontro per i più importanti centri di produzione europei dedicati all’arte contemporanea. Fino al 2 agosto è possibile assistere alle esibizioni di 60 artisti fra cui un live musicale disegnato dalle eccentriche coreografie farcite di sonorità new black metal ed elementi horror del collettivo Erna Ómarsdóttir e Valdimar Jóhannsson/Shalala cie e un concerto del gruppo I Apologize insieme a Jean-Luc Verna, che rilegge il repertorio post punk e new wave fondendolo con le sue creazioni artistiche in uno spettacolo trasgressivo e stravagante che ha già raccolto consensi al Palais de Tokyo e al Centre Pompidou a Parigi.

Fra gli altri protagonisti della rassegna si distinguono la compagnia romana Accademia Degli Artefatti che analizza le biografie degli artisti plasmatisi nello spazio di Fies; lo svizzero Massimo Furlan/Numéro23Prod che muovendosi tra arti visive e performative racconta con ironia la vita di Arnold Schwarzenegger, e Maria Roveran (l’attrice rivelazione del film Piccola patria) che insieme al gruppo STAG aveva già fatto tappa a Fies lo scorso aprile con il Piccola patria tour in occasione della presentazione del film di Alessandro Rossetto. “È una grande opportunità per noi poterci esibire insieme – commenta la cantante-attrice –, quando sto con gli Stag mi sento tra amici ed è entusiasmante poterci ritrovare dopo la prima esperienza del Piccola Patria Tour per poter riproporre un repertorio che è cresciuto e maturato in questi mesi. C’è affiatamento, c’è allegria e c’è la voglia di stare con la gente, di sperimentare, di comunicare e per me la cosa bella è che da queste esperienze posso imparare molto. Il pubblico insegna, la musica unisce e fa parlare le persone, fa stare insieme e credo che in tempi come questi sia sempre il momento giusto per stare insieme”.