Politik | L'intervista

Palermo: “I contenuti non interessano a nessuno”

Le considerazioni amare di Francesco Palermo, in diretta da un Senato bloccato dalla contrapposizione apparente tra favorevoli e contrari alle riforme.

In momenti come questi il ricorso a Ennio Flaiano è quasi obbligato: “La situazione politica in Italia è grave ma non seria”. La voce del senatore Francesco Palermo si staglia sul rumore di fondo dei suoi colleghi riuniti nell'aula di Palazzo Madama. Non si odono grida, quindi i tumulti di ieri sono per l'appunto già acqua passata. Approfittando della quiete apparente, chiediamo a Palermo cosa sta succedendo e, se possibile, cosa succederà. La scadenza dell'otto agosto, posta dalla maggioranza in modo minaccioso per costringere entro limiti d'azione contenutissimi le opposizioni inferocite, sarà per esempio rispettata? “Non credo proprio”, afferma Palermo, “del resto cosa cambierebbe a questo punto se il testo venisse approvato tra qualche giorno o ancora più tardi? E' evidente che si tratta di una prova di forza, ma non è una cosa veramente seria”.

La mancanza di serietà è il cruccio più grande del senatore, che estende la sua amara diagnosi a 360 gradi: “Vedo scarsa serietà da parte della maggioranza e scarsa serietà anche da parte dell'opposizione. Ognuno sta cercando di profilarsi, a scapito di una seria discussione sui contenuti della riforma. Anzi, per dirla tutta, a me pare che dei contenuti della riforma importi pochissimo a chiunque”.

Ma se si trattasse solo di una prova di forza, alla fine a chi gioverebbe? “In questo momento Renzi appare in una posizione avvantaggiata: da un lato lui e il suo governo, nominalmente impegnati a far passare le riforme, dall'altro l'ostruzionismo del Parlamento. Questo, almeno, è ciò che si percepisce fuori di qui. Non è escluso quindi che si giunga a un aut aut: o le riforme passano così, oppure si torna a votare. E potendo far pesare l'immagine di un premier che le ha tentate tutte, ma che per colpa degli altri è stato bloccato, alle prossime elezioni Renzi potrebbe prendere ancora più voti di quanti ne ha presi alle Europee, evadendo anche gli effetti della legge elettorale che tutti volevano cambiare e poi nessuno ha cambiato”.

“Diciamo che siamo in un passaggio dinamico – sintetizza infine Palermo – e potrebbe accadere di tutto. Una svolta improvvisa, ma anche il precipitare della situazione e, per l'appunto, le elezioni anticipate. La macchina istituzionale non riesce a produrre riforme, questo è più che evidente, ma ancora più evidente è che chi dovrebbe avere il compito di farla funzionare non è molto interessato ad agire in tal senso. Ripeto: i contenuti interessano a pochissimi, in pratica non se ne discute neppure, e sulla loro cenere ardono solo le fiamme alimentate da chi cerca un facile consenso”.