Gesellschaft | Tradizioni

La montagna delle spose morte

"Lo sposo tira fuori dalle tasche il fazzoletto e ballando uno degli amici lo incendia tramite un fiammifero. Danza così con questa fiamma finché diventa cenere".
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C’è un posto misterioso nel nord del Albania, in una di quelle parti verdeggianti e fresche d'estate e grigie di autunno, piene di valli, laghi e fiumi  dove una montagna si chiama : “La montagna delle spose morte”. La leggenda narra che un nefasto giorno, una domenica, due carovane nuziali s’imbatterono in una stretta gola. Perché la tradizione vietava categoricamente la sospensione delle carovane nuziali preavvisando tragedie inimmaginabili, nessuno accettò di lasciare libera la strada all'altro. Di colpo resosi conto della situazione i cavalieri scesero dai cavalli muniti di fucili fino ai denti, e spararono immediatamente uno contro l'altro fino a che non furono tutti morti . Dopodiché con l'odore della morte addosso e gli echi della montagna dietro le spalle, scesero dalle carrozze vestite di bianco e con un fucile in mano le ultime anime viventi, le due spose. Convinte oramai della terribile fine che le aspettava morirono sparando contemporaneamente una verso l’altra.

Questo è quello che narra la leggenda. Personalmente mai ho avuto l'occasione di vedere la sposa su un cavallo bianco, oppure una carovana con fucili puntati verso il cielo. Tutto questo riguarda i matrimoni con un alto rilievo autoctono - folcloristico, una particolarità delle zone montanare albanesi.

Almeno in quelle dove ho partecipato di persona al posto del cavallo c’era un Mercedes Benz nero, abbellito e decorato a meraviglia. Al posto delle carovane un fiume di gente che cantava a squarciagola danzando e battendo le mani. I bambini che lanciavano delle caramelle Zana a qualcuno, mentre il piu svelto si avventava contro il finestrino per vedere la sposa.

La festa cominciava già il mercoledì: le porte della casa si spalancavano letteralmente per accogliere, con dolci e musica, gli amici della coppia fino a tarda sera. Il venerdì mattina, mentre le donne dello sposo cucinavano il pane, anche la sposa mandava qualcuno dei suoi con un regalo simbolico per lo sposo: una zucca e un’anfora riempita di vino. Il sabato era un giorno per divertirsi con tutto il quartiere, giacché di solito la festa si svolgeva nel cortile più spazioso. Verso mezzanotte, nel bel mezzo della festa, tra canti e balli, arrivavano i suoceri della sposa. Rimanevano per un po’, e andavano via appena si concludeva, come voleva la tradizione, la danza dei suoceri, un segno di rispetto verso i parenti della sposa. Domenica mattina, lo sposo doveva andare a prendere la moglie.  Mentre la sposa si preparava a lasciare la casa dei suoi, il tratto di strada che doveva percorrere fino alla macchina, veniva bagnato da grappa per sconfiggere il malocchio. Qualcun altro per lo stesso motivo lanciava un uovo dietro le spalle... Quella che mi ha sempre incuriosito nei nostri matrimoni è stata La danza dello scapolo. Praticamente lo sposo si scatenava in questa danza circondato dagli amici che seguivano il ritmo secondo movimenti circolari, veloci e lenti contemporaneamente. Nella parte finale del ballo, lo sposo tirava fuori dalle tasche il fazzoletto e ballando uno degli amici lo incendiava tramite un fiammifero. Lo sposo doveva tenerlo in mano, danzare e giocherellare con questa fiamma finché diventava cenere. Cerano delle zone dell’Albania dove all’indomani del matrimonio la sposa novella si faceva accompagnare dalle cognate per attingere l'acqua della fonte. Appena arrivate alla destinazione la sposa doveva riempire con acqua una bacinella e versarla tutta per terra, per poi riempirla di nuovo. Si chiamava il rito del “patto della sposa con le fate della casa e della fonte”. Infatti il ritornello cantava :

la prima acqua va alle fate, la seconda alla sposa”…

Sono cambiati i tempi in Albania, e pure i matrimoni. Certe tradizioni purtroppo si sono perse. Il ristorante elegante ha sostituito il grande e generoso cortile dove tutto il quartiere festeggiava; il massimo di cento ospiti scelti con attenzione e cura è stato sostituito da 300/400 ospiti ubriachi di felicità. Per quanto riguarda le carovane che si scontrano in una stretta valle di montagna, mi raccontarono che da quel giorno nefasto, le carovane si fermano, i cavalieri scendono dai cavalli e s’incontrano amichevolmente. Scambiano delle sigarette, fumano e parlano un bel po’. Se si trovano vicino ad un fiume, si danno insieme una rinfrescata. Poi si salutano e salgono sui rispettivi cavalli per proseguire nelle direzioni opposte . Mentre le due carovane si sforano, dalle finestrine oscurate delle carrozzine nuziali, spuntano due fazzoletti bianchi. Stanno così, a sventolare fuori dal finestrino, finche non si vede piu l'ultimo cavallo.

Sono i fazzoletti delle due spose, che in ricordo di quelle morte, augurano l’un l’altra pace, fortuna, e amore.