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Tempi duri per la cultura? No, tempi nuovi!

Dalla crisi dei finanziamenti alla cultura ad un nuovo rapporto tra cittadini, cultura e politica.
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Le brutte notizie per i finanziamenti alla cultura in provincia di Bolzano si accavallano: riduzione del budget provinciale e dei Comuni, disponibilità calanti da parte della Fondazione Cassa di Risparmio, difficoltà col Fondo Sociale Europeo. Molte organizzazioni culturali combattono per la sopravvivenza, alcune hanno già gettato la spugna. Si è avviata una selezione con il rischio di perdita di importanti promotori culturali. E chi regola questa selezione tra i soggetti beneficiari di contributi pubblici? I decisori dei contributi stessi, ovviamente. Dall’alto, dalle Istituzioni, dai partiti.

Ma la cultura si sviluppa solo nella sua autonomia, nella libertà e con il sostegno degli utenti e dei cittadini. Conviene allora pensare a modalità nuove di finanziamento alla cultura da affiancare a quelle di natura pubblica. In primis, il contributo di coloro che delle iniziative culturali fruiscono: il “tutto e sempre gratis” mortifica il lavoro degli operatori culturali e ne rende precaria l’attività. Per una serata culturale o una mostra si può spendere almeno l’equivalente di un aperitivo. E tocca anche a noi,”società civile”, a partire da chi più ha e più potrebbe dare. Magari ci fossero tanti Mario Martinoli: “Mi compro una Ferrari? No preferisco un’orchestra!”. Molto più modestamente si potrebbe contribuire tutti alla nostra libertà culturale passando dalla condizione di consumatori passivi a protagonisti attivi. Riscoprendo le “Fördervereine” (associazioni per il sostegno economico alla cultura) ed introducendo incentivi provinciali alle donazioni ed allo sponsoring culturale, come è stato proposto in provincia di Trento. La cultura ha bisogno di più finanziamenti, ma anche di più gusto della libertà. La nostra.