Politik | Il dibattito

La partecipazione usata come 'diluente'?

Per Maria Teresa Fortini del M5S le attuali discussioni pubbliche sulla democrazia diretta rischiano di depotenziare le spinte che giungono dai cittadini.

“La partecipazione usata come diluente di chiare istanze civiche? Ho questa netta impressione.”

Come gli utenti di Salto ben sanno la comunicazione oggi come oggi si sviluppa attraverso percorsi complessi e non lineari. Ecco quindi che il commento sopracitato, espresso da Maria Teresa Fortini del Movimento 5 Stelle altoatesino è stato espresso su Facebook rilanciando un ulteriore commento di Inziativa per più democrazia in merito ancora ad un articolo pubblicato su suedtirolnews.it
Il tema? La nuova legge provinciale sulla democrazia diretta che nelle intenzioni del consiglio provinciale si vorrebbe abbozzare attraverso un procedimento partecipato. 
Il punto dove sta? Nel fatto che - come afferma Iniziativa per più democrazia - una maggioranza di cittadini vorrebbe una legge sulla democrazia diretta finalmente efficace, ma il processo si scontra con il volere di una minoranza di poteri forti che mette i bastoni tra le ruote. 

E’ dunque in merito a questo contesto che Maria Teresa Fortini, che di professione fa il tecnico di laboratorio, ha scelto di usare il termine ‘diluente’. Suscitando la nostra attenzione e portandoci a rivolgerle tre domande per consentirle di precisare meglio il suo pensiero, a beneficio degli utenti di Salto.

Maria Teresa Fortini: la ‘partecipazione è di fatto anestetizzata una volta che viene accettata dal sistema e inglobata nel processo della democrazia rappresentativa?
Una premessa: la democrazia si nutre di partecipazione, andare alle urne ogni cinque anni delegando in toto la gestione della cosa pubblica a una classe politica che si autodefinisce “di specialisti” ha portato ai disastri che abbiamo tutti sotto gli occhi. Ma questo non significa che le nostre istituzioni siano delegittimate. È il voto degli elettori – che va sempre rispettato – che determina la composizione delle assemblee legislative a tutti i livelli e quindi degli esecutivi. Dunque la democrazia diretta non verrebbe affatto “inglobata” nella rappresentativa e quindi non pavento nessun rischio di “annacquamento”. La democrazia diretta deve piuttosto essere un secondo, distinto pilastro portante della nostra democrazia. Un freno a mano e un dissuasore quando la malapolitica alza la testa; uno straordinario meccanismo per far emergere idee innovative, esperienze, professionalità dalla società civile quando chi è investito dell'onere e dell'onore di legiferare non riesce a esprimere una qualità all'altezza delle aspettative in molti, specifici campi.

Ma il vostro non è in qualche modo uno shock anafilattico? La sensazione è quella che ai ‘comitati’ frani la terra sotto i piedi se il loro principale modus operandi viene preso in considerazione e addirittura adottato dalla tanto odiata casta.
Non scherziamo. I comitati al loro interno si muovono in modo profondamente democratico e orizzontale, certamente. Ma un territorio complesso come l'Alto Adige non si governa certo solo con la democrazia diretta. La nostra battaglia è allora rivolta ad ottenere un miglioramento degli strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, la legge che ha in mente la maggioranza è una parodia in questo senso. Manca drammaticamente di coraggio.

E il diluente?
Nel mio mestiere quando diluisci un reattivo questo perde di potenza e quindi di efficacia..... ecco perché mi è venuto il termine " diluente" riflettendo sulla legge sulla democrazia diretta che vuole la maggioranza che governa la nostra Provincia.