Wirtschaft | Agricoltura

Giovani e lavoro: palliativi e proposte concrete

Aumenta l’utilizzo dei ticket Inps per i lavori occasionali e intanto un decreto del Ministero dell’Agricoltura concede agli under 40 migliaia di ettari da coltivare.

Da quando il salario è diventato una variabile dipendente i primi a rimetterci, naturalmente, sono i giovani. Nel dibattito sul precariato e di fronte alla netta contrazione del reddito, regalo fisso di quest’economia in panne, una flebile luce sembra, però, stagliarsi sul fondo scuro della disoccupazione di massa. Crescono del 142% i buoni Inps per gli impieghi occasionali - come si legge oggi (28 luglio) su ll Sole 24 ore - per la fascia degli under 30, infatti, ne sono stati staccati oltre 40 milioni nel 2013 rispetto ai 15 milioni del 2011, con una stima per il 2014 del 65% in più rispetto all’anno passato. I voucher non sono certamente la soluzione allo spinoso problema della mancanza di lavoro ma costituiscono tuttavia una discreta entrata per chi cerca di aggirare la crisi come può.

Una soluzione di tutto rispetto arriva invece da Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, che ha firmato un decreto applicativo per concedere in affitto o per vendere – tramite asta pubblica per aree con valore superiore ai 100 mila euro oppure procedura negoziata in caso di cifre inferiori - ai giovani imprenditori agricoli migliaia di ettari (circa 5.500) di terreno coltivabile di proprietà del demanio, del Corpo forestale dello Stato, del Centro ricerche agricoltura del Ministero e dell'Ente Risi.
L’idea, avanzata dal governo Monti due anni fa, prevede alcune agevolazioni come mutui a tasso zero e detrazioni sugli affitti dei terreni al 19% per gli under 40 che si impegneranno a destinare l’area ad uso agricolo per i prossimi 20 anni. Il decreto, battezzato“Terrevive”, ha un raggio d’azione dal lungo respiro: “Dopo questa prima fase che ha coinvolto per la prima volta in assoluto terreni pubblici statali, da qui ai prossimi mesi - anticipa il ministro Martina - intendiamo proseguire questo lavoro anche con le Regioni e i Comuni, che spesso hanno un ingente patrimonio di terre agricole incolte. Alcune istituzioni locali stanno già promuovendo iniziative in questo senso. L'obiettivo principale è quello di favorire l'imprenditoria giovanile, ma nello stesso tempo di restituire alla produzione molti terreni incolti, di renderli più controllati e sicuri, favorire la ricomposizione fondiaria di proprietà spesso troppo frammentate”.

Un investimento nella green economy a difesa del lavoro che scompare, dunque, un tempo supplementare a cui si giunge con il fiato corto e i crampi ma che non possiamo permetterci di sprecare.

Qui l’approfondimento di Repubblica.