Kultur | Felini

Vista felina

Čajkovskij ha attirato anche il gatto n. 2 e, mentre io dondolo, ondeggio e dirigo un’orchestra immaginaria...
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Da una mezz’ora sfoglio il programma tracciando asterischi e cerchietti e punti esclamativi, mentre il gatto n. 1 mi osserva disteso di tre quarti, con una zampa adagiata sulle pagine ormai sgualcite. Gli chiedo, silenziosamente, cosa ne pensi lui della mia irresistibile coincidenza. So che, se sapesse leggere - ed è probabile che ne sia capace, ma non si curi di darlo a vedere - il gatto n. 1 sarebbe un estimatore di Cortàzar. Mi risponde strizzando gli occhi giallo-verde un paio di volte.

Sto cercando di ricordare quale sia l’Ouverture de La Gazza Ladra e, appena la sento, mi chiedo come ho potuto dimenticarmene, proprio io. Anche il gatto n.1 l’ha riconosciuta e mi fa capire che assisterebbe volentieri al concerto martedì, anche se per ragioni più cinematografiche che musicali. Gli dico che, oltre all’incedere impettito e capriccioso della gazza rossiniana, l’orchestra ed il Maestro suoneranno il Lago dei Cigni e lo Schiaccianoci e glieli faccio sentire. Čajkovskij ha attirato anche il gatto n. 2 e, mentre io dondolo, ondeggio e dirigo un’orchestra immaginaria, i due saggi di fronte a me si siedono in posizione egizia ed iniziano a contemplare un punto nascosto alle mie spalle, al quale io non potrò mai arrivare.

O forse sì? Magari il 29, seduta sui gradini del piccolo anfiteatro, circondata dal verde del parco e vicino alle  mura dirute del monastero antico, potrò anch’io vedere quello che le mie due bestiole onniscienti stanno scrutando da un tempo infinito. Lo Schiaccianoci si presta a simili incantesimi.

Inizio un nuovo libro di Cortàzar. Il primo racconto si intitola: Orientamento dei gatti.