Gesellschaft | Doping

Schwazer torna in strada, tra le polemiche

Domani 30 aprile si conclude la squalifica di tre anni per il marciatore altoatesino. Che però viene additato dal saltatore Tamberi come “una vergogna per l’Italia”.

La notizia oggi è in prima pagina sulla Gazzetta dello sport

Il giovane e fresco campione mondiale indoor del salto in alto Gianmarco Tamberi attacca frontalmente Alex Schwazer, parlando dell’atleta altoatesino squalificato per tre anni in seguito ad una vicenda di doping come di una “vergogna per l’Italia”. La forte critica di Tamberi, a poche settimane dai giochi olimpici di Rio, è stata inserita personalmente dall’atleta di Civitanova Marche su Facebook. Ecco lo screenshot che la testimonia. 

Il post di Tamberi è stato rilanciato nel gruppo pubblico Facebook polemicamente intitolato “No, non ho mai pensato di doparmi”, nato come reazione ad una una dichiarazione (infelice) di Schwazer resa nell’ottobre 2015 nel bel mezzo della campagna di riabilitazione della sua immagine pubblica (in seguito alla dichiarazione venne addirittura copiato un hashtag ad hoc #nononhomaipensatodidoparmi).
Ecco cosa disse a suo tempo Schwazer.

“Chi tra gli atleti non ha mai pensato a doparsi una volta?”

La polemica tra Tamberi (non solo astro nascente ma vera e propria bandiera della (sperabile) rinascita dell’atletica italiana decaduta) e Schwazer nasce in un ambiente sportivo duramente provato anche dallo scandalo scoppiato in prima pagina su tutti i media italiani (e non solo) il 3 dicembre scorso. Quando l’atletica precipitò nella bufera in seguito alla proposta avanzata dalla Procura Nado nei confronti di ben 26 atleti della squadra azzurra. Tra questi anche grandi nomi come Meucci, Greco, Donato e Howe, oltreché gli altoatesini del mezzofondo Weisssteiner e Obrist
Ad aggiungere se possibile dolore e sconcerto nell’ambiente è giunta proprio ieri 28 aprile la notizia dell’assoluzione di tutti gli atleti (compresi gli altoatesini). Naturalmente pubblicata con un minuscolo trafiletto a pagina 31 e non in prima pagina sulla Gazzetta, reiterando i pessimi meccanismi della stampa che spesso non rispettano la ‘par condicio’ di visibilità tra accusa (e presunta condanna mediatica) e scagionamento (ritenuto a torto notizia di minor rilievo). 

Ai veleni Alex Schwazer dovrebbe essere piuttosto abituato e siamo sicuri che l’alteta altoatesino non si scomporrà più di tanto contando le ore, oggi, che lo separano dalla fine della sua condanna a tre anni di squalifica. Tra pochi giorni (l’8 maggio a Roma) Schwazer infatti sarà infatti in strada, dopo una lunga preparazione, per partecipare ai mondiali di marcia a squadre. Per dimostrare a sé stesso più che ai colleghi, alla Fidal e all’atletica mondiale se è nelle condizioni di rilanciarsi, cercando la convocazione per Rio
L’8 maggio Schwazer parteciperà sulla 50 km, la distanza che gli consentì di vincere le Olimpiadi di Pechino. L’atleta altoatesino gareggerà per l’Avi di Vipiteno, la sua società di casa, potendo contare sull’importante supporto del suo tecnico Sandro Donati che l’anno scorso lo ‘adottò’ all’insegna della sfida più difficile. E cioè quella che dal doping si può rinascere diventando simboli dell’antidoping

A dare le necessarie risposte saranno come sempre la strada e i controlli doping. Al di là delle polemiche.