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Ottant'anni e sentirli

Michaela Biancofiore a ruota libera sugli 80 anni di Silvio Berlusconi. L'eredità, i ricordi, la rottura – e l'arcangelo Michele: dal berlusconismo al berlusconesimo.
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Foto: Suedtirolfoto.com / Othmar Seehauser

salto.bz: Onorevole Biancofiore, oggi l'ex-presidente del Consiglio Silvio Berlusconi festeggia il suo 80esimo compleanno. Nell'intervista ad Alfonso Signorini pubblicata ieri dal settimanale “Chi”, il leader di Forza Italia dichiara di non aver avuto “nessun amico in politica”. Lei che per anni è stata molto vicina a Berlusconi, come reagisce di fronte a questa dichiarazione?
Michaela Biancofiore: Io gli voglio bene, la politica poi è un'altra cosa. Confermo che ha ragione, in politica anche le persone che consideri fratelli per un dato periodo, soprattutto quando sei un leader, alla fine tanto amici non sono: è successo a livello locale con me e a livello nazionale con lui. Quando lui afferma che non esiste l'amicizia in politica, devo purtroppo dargli assolutamente ragione. Detto questo, delle interviste che sta rilasciando in questi giorni il Presidente Berlusconi mi colpisce come mi colpì dal primo momento che lo conobbi la straordinaria umanità, la capacità di riconoscere i propri limiti, come quello di essersi dedicato troppo al lavoro e poco alla famiglia, ai figli, agli affetti più cari, all'amore in generale, e questo è bellissimo. Ma ciò che mi impressiona di più è quanto ha detto della figlia Marina: parole di quel genere da un padre verso una figlia mi hanno realmente commosso. Marina oggi è per lui madre, sorella e figlia, dopo la morte della madre. Chi come me è cresciuto senza padre sente la profondità di queste parole.

Cosa rappresenta per lei Silvio Berlusconi?
Una persona che amo profondamente, nel vero senso della parola, perché ne conosco il genio e la sregolatezza; ciò non toglie il rapporto dialettico con lui, ma chiunque gli voglia realmente bene ha il coraggio di dirgli le cose come stanno. Nello scontro su Bolzano, la storia mi ha dato ragione, ed era una vittoria che volevo portare in dote a lui. Berlusconi bisogna tutelarlo da se stesso: ha la tendenza ad ascoltare tutti, anche chi si presenta con una faccia ma ne ha un'altra, perciò afferma di non avere amici in politica. Conosco l'affetto che nutre nei miei confronti, io lo nutro nei suoi, ma le amicizie come le intende lui sono rapporti unici: assieme a Confalonieri, Letta, Dell'Utri, Galliani ha costruito il futuro dell'Italia, emancipato intere classi sociali. Il bilancio della sua vita è straordinario e ineguagliabile, in Italia e in tutto il mondo.

Berlusconi ha riconosciuto che la malattia, ovvero l'operazione al cuore, sta avendo un impatto sul suo fisico: sente l'età che avanza. In effetti lo si è sentito di meno. L'ha più incontrato?
Non l'ho più visto dopo la sua operazione, ma lo vedrò la prossima settimana e l'ho sentito tre giorni fa. Comunque, non direi proprio che sia molto meno presente. Anzi, si prepara a un nuovo predellino.

Spero che un giorno Berlusconi arrivi a fare il Presidente della Repubblica

La deputata Michaela Biancofiore e la sua "Puggy" con Silvio Berlusconi

Quindi, da “biografa” di Berlusconi, lei sostiene che la parabola politica berlusconiana non è ancora esaurita? Com'è possibile rilanciarla, che sembianze avrà questo “predellino”?
Per come lo conosco, non ha mai rinunciato neanche un istante al suo impegno politico. Ho sempre sognato e spero che un giorno Berlusconi arrivi a fare il Presidente della Repubblica italiana, se si facesse una riforma costituzionale seria e si introducesse il presidenzialismo, sono certa che gli italiani per via diretta lo voterebbero immediatamente. Purtroppo siamo di fronte a queste riforme costituzionali ridicole ad hoc per l'attuale premier. Berlusconi è l'unico in grado di coalizzare i voti del centrodestra ed è sempre lui l'ago della bilancia della politica e del futuro politico italiano, tutto gira intorno non tanto a Forza Italia quanto a Silvio Berlusconi, tutti lo tirano per la giacca; è l'ultimo presidente del Consiglio eletto direttamente dagli italiani, dal 2008 non accade più.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è un erede di Berlusconi? Renzi ha appena dichiarato che "siamo pronti" per il Ponte sullo Stretto di Messina, progetto che stava a cuore all'ex-premier. L'ennesima prova...
Sono molti gli elementi che Renzi clona da Berlusconi, intanto perché Renzi è più liberale che uomo di sinistra. Renzi è colto dalla sindrome dell'annuncite, per ottenere il sì al referendum prometterebbe qualsiasi cosa. Ci sono similitudini caratteriali, di attitudine comunicativa tra Renzi e Berlusconi, ma c'è una differenza fondamentale: Berlusconi in ottant'anni della sua vita ha creato e costruito visibilmente, anche in politica, tutto ciò che lo ha reso il grande uomo che tutti stanno celebrando. Berlusconi è pieno di contenuti e cose fatte, Renzi è uno straordinario ragazzo pieno di risorse che non ha dimostrato nulla, tranne di essere stato molto ingegnoso ad arrivare a Palazzo Chigi senza essere eletto, con risultati piuttosto scarsi sul piano economico. Berlusconi è un buono assoluto e caliente – anche sin troppo caliente come sappiamo! – mentre Renzi è un cinico freddo. Atteggiamento e capacità memonica sono un'altra cosa rispetto alla genialità di Berlusconi.

Berlusconi è un buono assoluto e caliente, Renzi un cinico freddo

Lei vede eredi nel campo del centrodestra? Cosa ne pensa di Stefano Parisi?
Parisi mi piace molto, potrebbe essere un ottimo amministratore delegato della macchina del centrodestra, ma per i voti serve altro. Stefano deve diventare un po' più descamisados, lanciare il cuore oltre gli ostacoli parafrasando il mio libro. Altrimenti io vedo solo Paolo del Debbio o – fermo restando che l'erede di Silvio è Silvio – l'unica alternativa è Marina che ha lo stesso piglio e autorevolezza. Ma lui non vuole che Marina subisca gli stessi attacchi subiti in 22 anni.

Le dimissioni di Berlusconi nel 2011 e l'insediamento del governo Monti, si spiegano davvero solo con una “teoria del complotto”? Non ha commesso alcun errore?
Io non vedo errori di alcun tipo. Lì ci fu la volontà esplicita di non far contare l'Italia al tavolo europeo, e soprattutto di eliminare quella che era la minaccia rappresentata dalla più alta difesa degli interessi italiani, ovvero Berlusconi stesso. Berlusconi pose addirittura il diritto di veto al tavolo dell'Europa quando non gli stavano bene alcune cose, questo non l'ha mai fatto alcun presidente del Consiglio, nemmeno Renzi che ha avuto il coraggio di affrontare a cuore aperto Merkel e Hollande a Bratislava. Berlusconi l'ha sempre fatto. Le dimissioni di Berlusconi furono indotte dalla tempesta finanziaria dello spread – che si risolse in una bolla di sapone – mentre Giorgio Napolitano lavorava già al governo Monti e l'ex-Ministro del tesoro americano Timothy Geithner veniva contattato da funzionari europei franco-tedeschi per “mandare a casa” Berlusconi perché rifiutava la Troika. A suo tempo, Napolitano allettò il presidente della Camera Gianfranco Fini: in cambio della caduta del governo, il prossimo premier sarebbe diventato lui.

Alle “teorie del complotto” sui governi del presidente Napolitano crede anche il Movimento 5 Stelle, unico partito ad aver superato il 20% al primo appuntamento elettorale nazionale, assieme a Forza Italia nel 1994. Oggi è il M5S a parlare alla “pancia degli italiani”?
Degli italiani che hanno a cuore solo la protesta. Devo dire che a me i grillini piacciono molto, perché ricordano gli albori di Forza Italia, il movimentismo, la non riconducibilità a figure politiche precedenti. La differenza è che noi, all'epoca “il nuovo che avanza”, avevamo grande preparazione almeno per quanto concerne il rispetto delle istituzioni. Oggi loro non parlano alla pancia del paese, ma a quella che non crede più a nulla e non ha alternative, intercettando aree di consenso di Forza Italia, quella parte descamiciata cui volendo appartengo anch'io. I grillini non sono fagocitati dal palazzo, io sono tra le poche che non s'è fatta fagocitare. Ai ballottaggi non avrei avuto dubbi a votare il Movimento 5 Stelle, e pure Berlusconi conoscendolo avrebbe votato così. Ora va rispettata la volontà dei cittadini romani, quella sovranità popolare troppo spesso calpestata.

Gli “aspetti culturali” del berlusconismo ben incarnati dai programmi d'intrattenimento delle sue televisioni, nell'era renziana lasciano spazio ad altri gusti e sensibilità? Sta finendo un'epoca, non soltanto politica? La difficoltà del Milan, venduto ai cinesi, sembra metaforica.
Persone come me, Renzi e Salvini sono figlie del periodo culturale inaugurato da Berlusconi quarant'anni fa. Siamo tutti molto televisivi, persone che hanno politica e comunicazione dentro, insegnate dal sistema creato da Berlusconi. Ciascuno di noi ha dei cicli, e si stufa di fare determinate cose. Ne ha dovute mollare alcune, tra cui il Milan non più al centro dei suoi interessi e il partito, che si è involuto senza la sua capacità empatica con la gente e il popolo italiano, di cui lui è la pancia. Berlusconi ha ottenuto il massimo quando, uno alla volta, i suoi centri di interesse venivano posti alla sua massima attenzione: quando ha comprato il Milan si è dedicato solo alla squadra, poi alla pubblicità, poi alla politica. Lo ha fatto ai massimi livelli, ma purtroppo non poteva fare tutto assieme. Berlusconi è il grande per eccellenza, non vedo figure analoghe nel mondo.

Piazza Vittoria nel 2005 è stata l'apoteosi della mia carriera politica, dal giorno dopo avrei potuto anche sparire

Qual è il ricordo più bello degli anni in politica con Berlusconi?
Piazza Vittoria nel 2005 è stata l'apoteosi della mia carriera politica, dal giorno dopo avrei potuto anche sparire. Una giornata indimenticabile per tutta Bolzano. Mi dicevano le forze di polizia che nemmeno ai tempi di Almirante, con l'MSI al 30%, le persone affollavano così le strade e i balconi. In quella piazza, mio padre mi portava sulle spalle ad ascoltare proprio Almirante, e io mi trovavo lì sul palco con l'allora presidente del Consiglio a festeggiare la prima vittoria storica grazie alla “mia” Forza Italia – cosa che avrei voluto replicare l'8 maggio di 10 anni dopo, immagini quanto possa essere triste! Quello è stato il momento più alto del mio rapporto umano e politico con Berlusconi, poi continuato: lì decise di portarmi a Roma. Quando Sandro Bondi mi chiamò per dirmi che “il dottore” mi voleva a Roma, pensavo a un appuntamento, mentre Silvio mi voleva in Parlamento: ero a Seefeld, in Austria, nevicava e mi sono sentita bollente, un vulcano che mi avvolgeva. Ho iniziato facendo fotocopie nella sede di Forza Italia... e sono arrivata a fare il sottosegretario nel 2013. Avrei preferito essere sottosegretaria di Berlusconi, non di Enrico Letta.

Berlusconi però dal lontano 2005 non è più tornato in Alto Adige...
Perché è stato ingannato dai vertici del partito, che hanno tradito tutti come ben sapete. Perché gli hanno sempre fatto credere che per colpa mia la SVP non era nel centrodestra, quando lo era dal 1994, e che i 130mila voti della Volkspartei fossero quelli mancanti per la vittoria nel 2013 e del 2006. I 7 milioni di voti che mancavano nel 2013 andavano giustificati coi 130mila della SVP...

Qualcosa si è rotto tra lei e Berlusconi?
A maggio devo dire di sì, ma io avevo costruito un'alleanza nello stile Milano con un candidato credibile. Devo dare atto che gli stessi Zeller e Bressa dicono a tutti i miei interlocutori romani che avevo ragione e avrebbe vinto il mio candidato. Non ho accettato che Berlusconi potesse credere a una signora (l'eurodeputata Elisabetta Gardini, ndr) che nel 1994 candidava con Rosy Bindi. Umanamente non l'ho accettato, poi vicende personali molto tristi ci hanno riavvicinato. Quel lavoro eccellente, quella squadra di persone che lanciava il cuore oltre gli ostacoli è stata distrutta dalla preopotenza, dall'ignoranza dei vertici di Forza Italia.

Scusi, e l'amministrazione di centrodestra a Laives?
Centrodestra bisogna vedere... Bianchi è un prodotto di Urzì: il centrodestra va al governo solo con l'appoggio della SVP. Un conto è allearsi, un altro è farla decidere. In ogni caso, io godo della stima della Volkspartei, nonostante io sia in lotta con loro, ma sanno che sto con la schiena dritta e non mi sono mai piegata, c'è rispetto delle capacità. Sulla toponomastica la SVP non ha colpe, è colpa dei parlamenti, delle maggioranze che lasciano faccia ciò che vuole. Non puoi prendertela con chi lavora, ma con chi sbaglia.

Festeggerà il compleanno con Berlusconi?
No, lo trascorrerà con tutti i figli e nipoti com'è giusto che sia. Oggi è pure il mio onomastico, San Michele Arcangelo, non potevo che averlo il giorno della nascita di Berlusconi. L'arcangelo Michele è simbolo della giustizia che batte il demonio: questo è l'augurio più forte io posso fare a Berlusconi, che un uomo buono e giusto possa sconfiggere ancora una volta il male che alcuni poteri gli hanno fatto. La giustizia vera, non quella di una parte della magistratura che lo ha escluso dal Senato. Esiste una giustizia ancora più alta, quella europea, che spero possa fare in modo che la Corte europea dei diritti dell'Uomo restituisca al paese la verità, e a lui la dignità di uomo giusto, nonché il seggio al Senato.