Gesellschaft | Rifugiati

Profughi: alla fine sono partiti

Amarezza da parte della Caritas per come molti media hanno dato la notizia e per i commenti sul fatto che 'prima bisognerebbe aiutare la nostra gente’.

Per ore hanno cercato di far valere le loro ragioni, ma alla fine si sono lasciati convincere. 
I 39 giovani profughi fino a ieri ospitati nella casa gestita dalla Caritas in via Carducci sono partiti nel tardo pomeriggio di ieri alla volta di Frosinone e Roma. Alla fine si è rivelata fondamentale l’opera di convincimento messa in atto dagli operatori della Caritas che in queste settimane avevano conquistato la fiducia dei migranti, unitamente alla paura degli stessi di perdere i diritti acquisiti con la richiesta di asilo politico per motivi umanitari. 

In pratica per tutta la giornata di ieri il pullman dei profughi è rimasto parcheggiato in via Carducci, comportando la chiusura al traffico della via del centro storico di Bolzano. 
Intanto la notizia del rifiuto di partire ha avuto vasta eco da parte degli organi di stampa locali, suscitando numerosi commenti sui siti web e sui social network. 

Nella serata di ieri il direttore della Caritas diocesana Paolo Valente ha pubblicato su Facebook un post in cui ha stigmatizzato in particolare la critica che la Caritas dovrebbe prima aiutarela nostra gente’. 
Dopo aver ricordato che ognuno dei ragazzi profughi “ha una storia da raccontare che porterebbe tutti noi a metterci radicalmente in discussione”, Paolo valente ha citato un pensiero di don Lorenzo Milani. 

“Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri.”

In merito alla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale bolzanino di Sinistra Ecologia e Libertà Guido Margheri, che ha voluto ricordare come rimangano i problemi relativi a “norme sbagliate e inaccettabili", così come “qualche errore su cui riflettere e l'informazione drogata di una parte dei media che ha creato allarmismo ingiustificato e diffuso notizie alterate”

La denuncia in merito alle attuali 'norme sbagliate e inaccettabili' è stata quindi firmata dal consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba, in un lungo sfogo su Facebook. 

"Così vuole l'assurda legge italiana che per i profughi prevede due stadi di accoglienza, il primo di emergenza fino alla domanda d'asilo (e per i 40 ragazzi africani è durata sei mesi, da aprile a oggi), la seconda per attendere la risposta alla domanda - e può durare due anni - e per trascorrere la quale i profughi vengono di nuovo presi e trasferiti altrove, in un centro Sprar dall'altro capo dell'Italia. Non si capisce la logica, se non quella di impedire ogni forma di integrazione."

 Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo.