Gesellschaft | Discriminazioni

Caso Khan, due pesi e due misure?

Interrogazione in giunta dei Verdi per far luce sulla vicenda del presunto “jihadista” pachistano espulso. Critiche anche da Andreas Perugini, dissidente dei 5 stelle.

Sospettato di fare proseliti su internet è stato espulso dall’Italia il 29 dicembre scorso. La storia di Usman Rayen Khan, pachistano 23enne, bolzanino d’adozione (arrivato in Alto Adige all’età di 8 anni), è ormai nota. Era uno dei nove soggetti allontanati dal paese su indicazione del ministero degli Interni.
Il “dopo Parigi” è una questione con cui, va da sé, abbiamo cominciato a fare i conti convulsamente, destreggiandoci fra l’affannosa ricerca di soluzioni, interpretazioni podaliche e politiche di comunicazione all’allarmismo. La “sottile linea rossa” fra libertà di espressione e censura “a discrezione” è stata a lungo oggetto di discussione su più fronti.
Sul caso Khan Andreas Perugini, vivace dissidente del M5S, ha innescato un acceso dibattito su Facebook commentando così la vicenda:

“[…]Sembrerebbe che Usman Rayen Khan, un bolzanino di 23 anni di nazionalità pakistana ma residente qui da circa 15 anni, sia stato espulso e incarcerato (senza processo) non perché in contatto con gruppi terroristici, ma per aver espresso opinioni e divulgato post su Facebook. In particolare perché avrebbe proprio avuto la bandiera dell'ISIS come immagine di copertina del suo profilo Facebook.
A quanti italiani potrebbe spettare la stessa sorte per cose molto simili?
È possibile che nessuno si faccia domande e che una cosa del genere si consumi in questo modo obnubilando la coscienza critica dell’opinione pubblica con il rodato spauracchio del terrorismo?”

Perugini, che ha messo su Facebook la foto della bandiera dell’Isis, la causa scatenante che ha determinato l’espulsione di Khan, fa notare come diverse altre pagine sostengano posizioni rischiose ma senza incorrere nello stesso accanimento riservato alla sfera della cosiddetta immigrazione sospetta.

Argomento, questo, evidenziato anche da alcuni attori della scena politica che sembrano decisi a non affidare all’oblio quella che da più parti è considerata un’ingiustizia. I consiglieri provinciali dei Verdi Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss e Brigitte Foppa hanno presentato un’interrogazione in aula perché il caso venga analizzato dall’ufficio provinciale contro le discriminazioni.

Se si analizzassero le pagine Fb di molti altoatesini si troverebbero posizioni estremiste di ogni genere”, avvertono i Verdi che chiedono alla giunta “maggiori informazioni in merito all’espulsione del giovane” e le effettive contestazioni che gli vengono mosse. Nel frattempo l’avvocato Nicola Canestrini ha annunciato il ricorso al Tar del Lazio.

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gorgias Fr., 30.01.2015 - 14:11

Hier werden Birnen mit Äpfel verglichen. Wenn jemand kein Staatsbürger ist hat er nicht die selben Rechte. Ein Staat ist in erster Linie seinen Bürgern verpflichtet und nicht der ganzen Welt.
Wenn jemand für die demokratische Rechtsordnung ein Problem oder eine Belastung darstellt ist es besser man schiebt ihn ab. Ich finde es besser wenn jemand der sich die Fahne der ISIS auf seine Fb-Seite tut und so auch seine Verachtung für die westlichen Werte kundtut dass er sein Glück irgendwo anders sucht.
Es gibt auch viele Einheimische die für die demokratische Grundordnung eine Belastung darstellen, aber die sind auf unserem Mist gewachsen und deshalb ist auch unsere Gesellschaft dafür verantwortlich.

Fr., 30.01.2015 - 14:11 Permalink