Wirtschaft | L'evento

Un disastro chiamato austerity

Il premio Nobel Joseph Stiglitz ieri al Festival dell'Economia di Trento ha parlato di Europa e politiche di austerità. Oggi è la volta di Renzi e Valls.

Un ospite d’eccezione ieri sul palco dell’Auditorium Santa Chiara per il Festival dell'Economia di Trento: si tratta di Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001.
La disuguaglianza non è una necessità in un sistema capitalistico ed è frutto di politiche sbagliate”, ha chiosato Stiglitz sottolineando che tale disuguaglianza, fenomeno cresciuto a dismisura sia negli Stati Uniti che in Europa negli ultimi decenni, deriva proprio dalle politiche messe in atto dai governi negli anni ’80 i quali, con l’obiettivo di incrementare la ricchezza, hanno creato un maggiore dislivello nei redditi e nelle condizioni sociali ed economiche. 

Persone in fila per ascoltare l'intervento di Joseph Stiglitz

Per quanto riguarda l’Europa, l’economista americano ha detto che l’austerity non è la soluzione per risolvere i problemi di domanda del Vecchio continente. Gli Stati Uniti - ha spiegato ancora Stiglitz - crescono più dell’Europa anche perché vengono adottate politiche espansive (piuttosto che di austerità) che contribuiscono a far crescere la domanda. Se l'Europa va a rilento non è tutta colpa dell’economia, dunque - ha precisato il premio Nobel -, ma anche della politica, “in questo momento c'è un problema di democrazia”.

Oggi sarà invece il giorno del premier Matteo Renzi e del suo omologo francese, il primo ministro Manuel Valls, che saliranno sul palco dell’Auditorium Santa Chiara alle ore 15 per discutere di riforme insieme alla giornalista Lilli Gruber. L’arrivo di Renzi ha messo in allerta le forze dell’ordine: il timore è che si scatenino manifestazioni di protesta sopra i livelli di guardia. Già ieri il presidente dell'Inps e direttore scientifico del Festival, Tito Boeri, era stato contestato dai sindacati di base al grido di: ”le pensioni pubbliche non si toccano”.

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Josef Ruffa Sa., 30.05.2015 - 11:42

....e per quanto riguarda l'Europa, consiglio a tutti la lettura dei testi di alberto Bagnai, validissimo economista. Uno dei problemi tra l'alrto è, che ci siamo bevuti troppo a lungo le teorie della Signora Merkel, come se fosse l'unica a comandare in Europa, non solo sta "cannando" ma gli unici che fan soldi sono la Germania e la Germania non percepisce il pericolo di star sola, un problema che già una volta l'ha portata di fronte all'abisso, il problema non è solo economico ma anche politico.

Sa., 30.05.2015 - 11:42 Permalink
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Josef Ruffa Sa., 30.05.2015 - 11:42

....e per quanto riguarda l'Europa, consiglio a tutti la lettura dei testi di alberto Bagnai, validissimo economista. Uno dei problemi tra l'alrto è, che ci siamo bevuti troppo a lungo le teorie della Signora Merkel, come se fosse l'unica a comandare in Europa, non solo sta "cannando" ma gli unici che fan soldi sono la Germania e la Germania non percepisce il pericolo di star sola, un problema che già una volta l'ha portata di fronte all'abisso, il problema non è solo economico ma anche politico.

Sa., 30.05.2015 - 11:42 Permalink
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Martin Daniel Sa., 30.05.2015 - 13:37

Es ist mittlerweile mainstream und politisch korrekt sowieso gegen die sparpolitik zu sein. Man muss angst haben, in die neoliberale ecke gestellt zu werden, wenn man varoufakis' genialitäten nicht teilt. Das problem ist zum teil wirtschaftlicher zum teil politischer art. wirtschaftlicher, weil in der vergangenheit wachstum durch nachfrage auf pump geschaffen wurde, weshalb viele staaten unter einer verschuldungsquote leiden, die eine fortschreibung dieser symptomtherapie nicht ermöglichen ohne irgendwann ansprüche (und ich rede hier nicht von überzogenen renten, sondern von bankguthaben und staatsanleihen und somit zusatzrenten und lebensversicherungen, die voll eingezahlt wurden) einfach zu annullieren. Kein mensch würde noch sparen, geld für investitionen soll dann wohl gedruckt werden...
Das politische problem liegt darin, dass europa im unterschied zu den usa kein einheitlicher staat ist, weshalb staaten mit niedriger verschuldung keine lust haben, andere auf dauer über neuverschuldung mitzufinanzieren und dadurch zu signalisieren: lebt ruhig weiterhin über eure verhältnisse, zahlt pensionen die ihr euch nicht leisten könnt, tanto che pensi mi.

Sa., 30.05.2015 - 13:37 Permalink
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Josef Ruffa Sa., 30.05.2015 - 14:09

Antwort auf von Martin Daniel

Korrekt!, nicht zu vergessen auch, dass Staaten mit niedriger Verschuldung.....die EU auch voll ausgeschöpft haben und voll von den von allen mitfinanzierten Vorteilen ausgenutzt haben. Nur Profit allein funkt eben nicht.....das ist Merkels bittere Pille, wo das hinführt...schön wär's zu wissen.

Sa., 30.05.2015 - 14:09 Permalink
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Alberto Stenico Sa., 30.05.2015 - 16:16

Austerità? Dov'è? L'Italia continua comunque a chiudere bilanci in rosso, il debito pubblico aumenta di 10.00 euro al secondo(!), la spesa pubblica cresce, anzichè diminuire e l'Inps va in deficit anche quest'anno di 6/7 miliardi.

Sa., 30.05.2015 - 16:16 Permalink
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Alberto Stenico Sa., 30.05.2015 - 16:17

Austerità? Dov'è? L'Italia continua comunque a chiudere bilanci in rosso, il debito pubblico aumenta di 10.00 euro al secondo(!), la spesa pubblica cresce, anzichè diminuire e l'Inps va in deficit anche quest'anno di 6/7 miliardi.

Sa., 30.05.2015 - 16:17 Permalink