Wirtschaft | Doppia intervista

“Sì alla buona occupazione”

La Cgil/Agb rinnova i vertici e continua la lotta alla precarietà. “Welfare, salute, diritti le nostre priorità” dicono Cristina Masera, nuova segretaria, e Alfred Ebner.
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Cristina Masera e Alfred Ebner
Foto: CGIL

salto.bz: Cristina Masera, eletta nuova segretaria generale della Cgil/Agb al posto di Alfred Ebner, cosa segna questo avvicendamento per il sindacato altoatesino?

Cristina Masera: La Cgil in tutto il territorio nazionale sta vivendo la fase di avvicendamento che avviene ogni quattro anni. Il meccanismo prevede la presentazione in avvio di una bozza di documento nazionale che via via può accogliere delle modifiche dalle periferie. Poi avvengono i passaggi territorio per territorio, come è accaduto recentemente a Bolzano, fino ad arrivare al clou finale, il congresso nazionale che sarà a gennaio a Bari: lì sarà eletto chi sostituirà Susanna Camusso. Riguardo al livello locale, ci siamo riconosciuti nel documento nazionale intitolato “Il lavoro è”, che ha avuto gran parte del consenso con il 98,99% dei votanti che durante le assemblee ha votato per questo documento. È stato inoltre formulato un documento provinciale collegato al primo per approfondire alcuni temi.

 

Quali sono quindi le priorità del documento nazionale?

Si parte dall’approvazione della Carta dei diritti universali del lavoro, prevista da una legge di iniziativa popolare promossa dalla Cgil che si spenderà perché il disegno di legge venga preso in esame dal Parlamento. La finalità è dare a tutti i lavoratori gli stessi diritti, indipendentemente dal tipo di contratto. Per i dipendenti a tempo indeterminato come per quelli autonomi, interinali, discontinui, precari in genere. C’è poi l’obiettivo della “buona occupazione”, il contrasto alla precarietà, l’inclusione, la solidarietà, l’adozione di un modello di sviluppo per il Paese finalizzato alla creazione di lavoro. Senza dimenticare la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

 

Il documento altoatesino quali temi approfondisce?

Si va dal welfare locale all’istruzione e all’università, in un insieme di argomenti che includono sanità, servizi socio-assistenziali, fino al lavoro, anche femminile. I tassi sono più favorevoli rispetto ad altre zone d’Italia, ma la buona occupazione è un tema anche qui in Alto Adige. Nelle statistiche entra chi lavora 6 ore in settimana e non riesce a mantenersi, non solo chi non ha problemi.

 

La Cgil/Agb si è spesso occupata anche di costo della vita, continuerà a farlo?

Sicuramente, questo è uno dei temi prioritari. Bolzano è la città con la qualità della vita maggiore in tutto il Paese, però è una qualità della vita per chi se la può permettere. Il costo della casa incide sulle uscite di una famiglia e c’è bisogno sia di calmierare i costi degli affitti che dell’edilizia abitativa pubblica e sovvenzionata. Le priorità comunque non finiscono: ci sono ricerca e sviluppo, programmazione degli interventi pubblici, appalti, commercio e turismo. Argomenti ne abbiamo tanti e il nostro documento provinciale scandirà gli interventi nel quadriennio. Non voglio neanche dimenticare la questione dell’evasione fiscale.

 

Un fenomeno che incide anche in provincia di Bolzano?

Pensiamo di essere in una provincia diversa, ma non è così. I dati della Cgia di Mestre riferiti al 2015 dicono che in un anno in Alto Adige si è verificata un’evasione di 1,4 miliardi di euro. Una quota pari a 12,4 euro ogni 100 incassati. Se si recuperasse anche solo una parte si potrebbe fare molto di più per finanziare gli interventi pubblici.

 

L’avvicendamento ha visto la permanenza di Alfred Ebner nella vostra segreteria provinciale. La continuità è un punto di forza per il sindacato?

Ho chiesto personalmente all’assemblea di poter mantenere con me Alfred per un periodo in segreteria, per un passaggio di consegne approfondito, senza scossoni. Lo scopo è mantenere l’attività a pieno regime. Noi rappresentiamo i lavoratori e dobbiamo sempre fare al massimo delle nostre possibilità. Gli obiettivi principali che ci attendono sono l’occupazione di qualità, il contrasto alla precarietà e la spinta agli investimenti per migliorare le condizioni di lavoro.

 

L’ex segretario generale non potrebbe che essere d’accordo. Alfred Ebner, lei è convinto che sia meglio mantenere ciò che funziona o al contrario che sia giusto cambiare?

Alfred Ebner: sicuramente la continuità ha la sua importanza. È sempre un problema cambiare tutto radicalmente. L’esempio della politica ha dimostrato che la rottamazione non ha portato bene, visto che il promotore di questo approccio è stato a sua volta rottamato. Il rinnovamento va fatto con calma e intelligenza. Di questo cambiamento sicuramente il sindacato ha bisogno. Vedo io stesso che Cristina Masera ha un’altra motivazione, un altro passo. Sono quindi a favore del rinnovamento, senza però cancellare il passato. Sarebbe un’assurdità.

 

Su quale tema in particolare lascia il testimone alla nuova guida della Cgil/Agb?

Il nostro sindacato cerca di rappresentare al meglio il mondo del lavoro e dei pensionati, sia dal punto di vista contrattuale e collettivo che da quello dei diritti individuali, per i quali la Cgil/Abg è in campo con i suoi servizi, dall’ufficio vertenze al patronato, dall’ufficio immigrazione al Caaf. Le cose viaggiano parallelamente. Dalle forze politiche ci distingue proprio il fatto che loro non hanno i servizi come li abbiamo noi. Uno degli obiettivi è quindi potenziarli, averli di qualità in un sindacato efficiente.

 

La precarietà è un argomento dibattuto: ha messo in crisi la rappresentanza collettiva dei lavoratori e quindi il sindacato?

È un fenomeno presente in tutti i settori. La precarizzazione sta venendo avanti dalla fine degli anni Novanta, con la legge Treu. Poi con il governo Berlusconi è peggiorata e Renzi ha aperto altre falle. Il Jobs act ha fatto aumentare il lavoro precario, lo abbiamo visto dai dati anche in Alto Adige. È evidente poi che la precarietà incide sull’adesione alle organizzazioni dei lavoratori. Chi non ha contratti stabili fatica a lottare perché altrimenti non viene più riassunto.

 

Soluzioni se ne vedono all’orizzonte?

Torniamo a dirlo, bisogna ridurre questo divario favorendo la stabilità e la sicurezza nel mondo del lavoro. Per i giovani, per tutti gli occupati. Nell’impiego stagionale sarà difficile da eliminare, ma nel resto del mercato del lavoro bisogna intervenire, laddove la precarietà è una strategia delle aziende per ridurre i costi del lavoro e negare i diritti. Su questo continuiamo e continueremo a impegnarci.