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Kultur | Avvenne domani

Quel Genius Loci*

Potete non crederci ma lo spiritello c’è

Il pensiero mi si è affacciato in mente nel leggere delle polemiche sulla maratona dj di musica techno davanti al Museion di Bolzano. Non certo sulla questione dell’impatto sonoro o delle pause imposte agli organizzatori, ma sul fatto che la querelle è servita a riproporre il tema della mancanza, nel capoluogo, di uno spazio dove i giovani possono ritrovarsi, divertirsi, creare e ricrearsi.

Mi è sembrato allora di vedere emergere dalle fondamenta del metallico edificio nato per portare ai bolzanini la buona novella sull’arte contemporanea, uno spiritello critico e sarcastico che ivi dimora da oltre quarant’anni, da quando, in quel luogo preciso, l’esperimento di dare una casa ai giovani bolzanini e altoatesini in genere visse la sua gloriosa e sfortunata stagione: quella del Monopolio.

Di quegli edifici non restano ora nemmeno le briciole, ma evidentemente lo spirito di quell’impresa rimane in qualche modo legato al luogo dove fu tentata e ogni tanto riemerge con la forza di un’idea, con le sembianze di un fantasma che non ha ancora trovato soddisfazione.

Nel 1979, in occasione del quarantennale di quegli avvenimenti, rievocavo così, su Salto, la breve stagione dell’occupazione del Monopolio.

Dove oggi sorge la scintillante costruzione che ospita il Museion, resistevano da parecchio, in quegli anni, gli edifici semidiroccati che avevano accolto, un tempo, gli uffici e magazzini del Monopolio di Stato incaricato di distribuire sigari, sigarette e pacchi di sale. Da tempo si discuteva a Bolzano di come utilizzare l'area e nel frattempo un gruppo di giovani facenti capo all'area alternativa, che era venuta crescendo negli anni precedenti e che si era articolata in diverse associazioni e gruppi, mise gli occhi su quegli stanzoni vuoti per farne un centro cultura e di interscambio sociale ed etnico. Furono ben 22 le associazioni che, nel luglio del 79, chiesero al Comune di Bolzano, cui era stata passata in proprietà l'area, di poter utilizzare i vecchi edifici per realizzare un centro sociale. La risposta fu negativa. Su quell'area, demolite le costruzioni, si pensava di realizzare un parcheggio. Come si vede i tempi non sono cambiati.

La risposta fu altrettanto secca. L'ex Monopolio venne occupato e nei locali sommariamente riadattati iniziarono diverse attività. L'impronta era assolutamente interetnica. Dal punto di vista culturale e naturalmente anche politico, l'iniziativa di maggior peso fu quella che portò all'allestimento e alla messa in scena di uno dei testi più noti di Bertold Brecht, Die Rundköpfe und die Spitzköpfe /Teste tonde e teste a punta, con la regia dell'austriaco Götz Fritsch. Significativamente la pièce era recitata da attori dei tre gruppi, ognuno nella propria lingua. È una satira aspra e violenta contro le manipolazioni che il potere mette in atto per dividere il popolo. Un pugno nello stomaco che andava a colpire in maniera diretta e senza infingimenti un sistema, quello della nuova autonomia altoatesina, basato totalmente su criteri di divisione etnica. Il Monopolio occupato diventa immediatamente una spina nel fianco per il potere. Una spina che va strappata.

 A difendere l'esperimento, considerato importante per creare nuovi migliori rapporti tra i giovani dei vari gruppi etnici che vivevano in Alto Adige, furono solo i partiti della sinistra italiana e tedesca, i sindacati, molte associazioni culturali di varia estrazione. Tutti gli appelli perché si trovasse un'intesa che consentisse in qualche modo la prosecuzione dell'iniziativa caddero nel vuoto. Il 5 novembre 1979, con il massiccio intervento delle forze dell'ordine, l'ex Monopolio fu sgombrato. I muri che portavano ancora i segni colorati lasciati dagli occupanti furono abbattuti.”

Così nel 1979. Nel frattempo, su quei fatti e sulle persone che li animarono, è uscito anche un bel libro con i testi, i disegni, le fotografie che vogliono consegnare alla memoria l’intera vicenda. Il Monopolio occupato appartiene ormai alla storia, ma è invece fatto di cronaca la mancanza, dopo quasi mezzo secolo, in un luogo da consegnare l’aggregazione giovanile. Pare che qualcosa si farà. Chissà se basterà per placare lo spiritello contestatore che abita nei sotterranei del Museion.

  • ‘spiritello (genius) del luogo (loci)’, con riferimento alle religioni del mondo antico che associavano ai luoghi e ai paesaggi naturali la presenza di una divinità minore che ne costituiva il nume tutelare.