Gesellschaft | GENITORI SCRITERIATI

Il cane del vicino è sempre bastardo

Per fare smart working devi essere smart, altrimenti ti smarti contro il muro
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Hund, cane
Foto: Othmar Seehauser

Considerato che le conseguenze dei bagordi sono direttamente proporzionali all’aumentare dell’età, sono bastati una birra e un vin brulè  a causarmi un risveglio geometrico. Cerchio alla testa. Cubo nello stomaco e infinite rette di dolore che passano per un unico punto della cervicale. Era matematico.

Come si conviene ai cittadini responsabili in tempo di pandemia, ho provato a scavare nella mia memoria per capire come, dove e quando avessi potuto prendere il famigerato Coronavirus. Nel mentre che mi frullavano nella mente pensieri di morte atroce, ho avvisato colleghi e azienda che avrei operato in smart working in attesa del ricovero in terapia intensiva che ormai consideravo ineluttabile.

Ciononostante, sulle ali di un masochistico senso del dovere, ho alzato le gambe tremolanti e, noncurante degli scricchiolii che provenivano da reconditi meandri dell’apparato osteoarticolare, ho acceso il computer, il modem e lo switch che non si sa bene cosa cazzo è ma fa tanto figo smanettone.
In attesa del risveglio della vecchia carcassa che affettuosamente chiamo pc ho pensato bene di prendere una sana boccata d’aria sul balcone.
Gravissimo errore. Perché quella fu la vera causa di tutta la mia sofferenza successiva.

Davanti ai miei occhi annebbiati dalla serata infatti si stava producendo uno spettacolo indecoroso che come colonna sonora potrebbe avere solo quella canzone di Marco Masini.
Il mio vicino infatti era cascato in giardino mentre cercava di raccogliere la merda del suo cane e stava cercando di riavvitarsi sul proprio asse nel vano tentativo dì rialzarsi.

E' stato in quel preciso istante che la crocerossina buonista ha scalzato il bolzanino medio dal centro di controllo che regola le reazioni emotive della mia personalità multipla.
Indi per cui -invece di chiamare amministratore, vigili, polizia e forze armate e presentare una denuncia querela perchè fa cagare il cane nel giardino condominiale e pretendere il confronto del dna con le merde di tutto il quartiere - gli ho chiesto se avesse bisogno di una mano a rialzarsi.

La risposta è stata a metà strada tra un grugnito e un rantolo. Tipo i versi che fanno i gatti prima di vomitarti la gelatina ai frutti di mare sul tappeto persiano.

Avendo io avuto sia un gatto sia un tappeto, peraltro entrambi persiani, ho immediatamente colto la gravitá della situazione, sono rientrato in casa e guardando gli occhi innocenti di mio figlio, come si conviene ad un vero genitore scriteriato, ho subito cercato di sbolognargli la rogna.
“Vai tu ad aiutarlo?” Ho mormorato con la voce suadente del genitore che i figli so piezz’e core
Il suo sguardo da innocente è diventato colpevole. Come a dire “Cosa ho fatto per avere un genitore così stronzo?”
Il marmocchio ha dimostrato così di avere più sale in zucca del genitore scriteriato che invece si è infilato la giacca e, noncurante del pericolo, si è fiondato in giardino con passo malfermo ma deciso (o decisamente malfermo non ricordo esattamente)

Non appena messo piede sul manto erboso sono stato aggredito dal cane, un bastardo, che ha digrignato i denti sulla mia mano lasciandovi un profondo segno e venendo subito equiparato ad uno dei componenti della trinità cattolica. Per decenza evito di specificare quale anche perchè gli altri due verranno chiamati in causa più tardi.
Appropinquandomi al vicino ho pensato di far uso del perentorio tono hitleriano appreso durante i miei approfonditi studi di Germanistica ai quali ogni altoatesino, che in pubblico si fregia di essere interetnico, non può sottrarsi. Tuttavia, nonostante la perfetta imitazione del feldmaresciallo Goebbels, il cane deve aver colto una mancanza di autorevolezza ariana e, continuando a ringhiare, mi ha guardato come per dirmi “smamma o ti mozzico”

Sprezzante del pericolo come un pilota kamikaze formatosi alla dure scuola del bushido, ho stagliato tutta la mia stazza e, in uno slancio di carità cristiana volta rimediare i bestemmioni mollati qualche istante prima, ho teso le mani verso il vicino.

Lui, che non è esattamente un fuscello ma un omone di 160 chili, mi ha afferrato con la destra mentre con la sinistra sventolava davanti al mio volto terrorizzato un sacchettino verde nucleare semitrasparente contenente la merda del cane, bastardo, il quale nel contempo lacerava a morsi il mio preziosissimo e radicalchicchissimo pigiama in lanolina di pecora vergine allevata da una compagna di classe di Greta Thunberg in un maso della Lapponia e colorato da una stilista afronippoamericana in una fabbrica dismessa alla periferia di San Francisco recuperata dal collettivo di artisti Lgbtq+ne ha+nemetta

Proprio mentre chiamavo in causa gli altri due membri della Santissima Trinità, il vicino è riuscito a poggiare la mano sinistra, e con essa il sacchetto di merda, sulla mia spalla provocandomi un fastidio alle narici e un pericoloso inclinamento dell’asse craniosacrale. Essendo lui formalmente in piedi, ho considerato chiuso l’intervento di soccorso e, ho cercato di ritirarmi nei miei appartamenti inseguito dal cane, che non so se l’ho già detto, ma era un bastardo.

Fortunatamente ho chiuso la porta sul muso del bastardo, intendevo il cane, giusto in tempo per iniziare la videoconferenza con il mio naturopata olistico che mi ha diagnosticato il solito schiacciamento vertebrale curabile con 18 elementi omeopatici acquistabili su internet con carta di credito o, in alternativa, 140 sedute di yoga tantrico nella sua fattoria comunitaria sui colli Euganei al modico prezzo di 180 euri al giorno.

A quel punto ho deciso che era meglio tornare a letto, fare finta di avere il Covid e seguire pedissequamente le indicazioni del ministro Roberto Speranza: Tachipirina e vigile attesa.
E ho anche prenotato il vaccino.
Quello contro la rabbia
Perché il cane del vicino è sempre bastardo.