Gesellschaft | I disobbedienti

“Non me ne starò a braccia conserte”

Paul Rösch torna sul decreto Salvini: “Agirò non come sindaco ma come privato cittadino”. Il vicesindaco Rossi: “Serve l’aiuto di tutti”. Ecco le soluzioni di Merano.
Paul Rösch
Foto: Stadtgemeinde Meran

Paul Rösch tira dritto. Il sindaco di Merano, ultimamente alle prese con i ripetuti attacchi della Svp, è intenzionato a non relegare nel dimenticatoio la protesta sul decreto sicurezza voluto dal ministro Salvini. Nel corso della conferenza stampa post-giunta odierna il primo cittadino è tornato sull’argomento ribadendo che “questa legge non contribuisce ad aumentare la sicurezza, ma anzi crea ulteriore incertezza. Non è confinando le persone ai margini della società o addirittura oltre, non è negando loro ogni prospettiva e ogni futuro che si risolvono i problemi. Così facendo se ne innescano soltanto altri: quando gli individui sono esasperati e non hanno più nulla da perdere, allora è alto il rischio che finiscano per imboccare brutte strade”.

Non resterò a guardare con le braccia conserte, un simile atteggiamento non sarebbe coerente con la mia coscienza e con i valori nei quali credo

L’impossibilità di intervenire contro la legge dagli spazi dell’ufficialità non scoraggia il borgomastro. “Come sindaco sono - nell'ambito dei servizi demografici - ‘solamente’ ufficiale del governo e quindi, contrariamente a quanto accade in altri ambiti, sono tenuto ad osservare le disposizioni del Commissariato del governo e, indirettamente del ministero degli Interni. Questo però non significa che intendo rimanere a guardare con le braccia conserte, un simile atteggiamento non sarebbe coerente con la mia coscienza e con i valori nei quali credo”, così Rösch che poi annuncia: “Intendo quindi attivarmi non come sindaco ma come privato cittadino”. 

 

Il pragmatismo di Merano

 

A pochi giorni dalla proposta della consigliera comunale del gruppo misto Francesca Schir di istituire un albo per l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo Rösch e il vicesindaco Andrea Rossi fanno sapere che gestiranno personalmente un elenco delle persone che ai sensi della nuova legge vigente non hanno più diritto a richiedere la residenza così da avere un quadro chiaro di quanti migranti si soffermano a Merano. “Al tempo stesso - aggiunge il sindaco - costruiremo una rete civile che offra a queste persone quel sostegno e quelle opportunità che l’attuale governo vuole loro negare”. E in questo senso l’appello viene rivolto ai cittadini meranesi di “buona volontà” perché si mettano in contatto con l’amministrazione comunale. “Non siamo in grado di modificare la legge - specifica Rossi - ma insieme possiamo fare in modo che i suoi effetti collaterali non abbiano ripercussioni troppo pesanti”.

 

 

Il decreto però non si tocca, ha messo in chiaro il capo del Viminale anche in seguito al tentativo di mediazione del premier Giuseppe Conte che ieri, 14 gennaio, ha incontrato i rappresentanti dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). “Come assessore competente per l’integrazione continuerò a monitorare attentamente la situazione e a ricercare - assieme ai rappresentanti degli altri Comuni italiani - soluzioni in grado di smussare le criticità locali”, assicura Rossi. E nel frattempo la speranza, dura a morire, è, dicono sindaco e vice, che il governo si renda conto di quanto siano controproducenti le misure varate in materia di sicurezza.