Kultur | Ignoranza 2.0

Ecco i nuovi analfabeti: usano Facebook, ma non capiscono nulla

L'Ocse lancia l'allarme: 3 italiani su 10 non sono in grado di comprendere i testi scritti per "intervenire attivamente nella società, raggiungere i propri obiettivi e sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità".

Sono lontani i tempi in cui l'analfabetismo dilagava, in Italia come nel Tirolo storico. Sulla carta oggi tutti (o quasi) sanno leggere e scrivere, ma si è fatto strada un altro tipo di analfabetismo. Che in qualche modo ci segnala uno dei principali fallimenti della cosiddetta 'civiltà occidentale'

A dirlo è niente meno che l'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
E' analfabeta oggi anche chi sa scrivere il suo nome e magari aggiorna il suo stato su facebook, ma però "non è capace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità"

La questione è inquietante ed evoca all'istante i fantasmi di George Orwell, ma subito si pone anche la domanda cruciale: quanti sono i nuovi analfabeti?
L'Ocse in merito lancia un vero e proprio allarme: l''analfabetismo funzionale' - questo il suo nome - riguarderebbe quasi 3 italiani su 10 e quello del nostro paese sarebbe il dato più alto in Europa
Dunque il paese con più contratti per i telefonini sarebbe paradossalmente quello in cui i cittadini manifesterebbero le maggiori difficoltà di elaborare in maniera adeguata le informazioni che ricevono e, quindi, spesso veicolano o rilanciano. E tutto lascia ad intendere che anche l'Alto Adige Südtirol non si discosti molto dalla media nazionale

Quello dell'analfabeta funzionale è, poi, un problema di complessa soluzione. Gli analfabeti 'tradizionali' a suo tempo erano infatti assolutamente consapevoli della loro situazione e potevano sempre chiedere aiuto agli scrivani, fugure professionali che svolgevano proprio questo compito. 
L'analfabeta funzionale oggi invece spesso non è nemmeno consapevole del suo problema. È apparentemente autonomo ma in realtà - dice l'Osce - "non capisce i termini di una polizza assicurativa, non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non è capace di riassumere e di appassionarsi ad un testo scritto, non è in grado di interpretare un grafico"
Insomma: non è in grado di leggere e comprendere la società complessa in cui vive

18 milioni di italiani avrebbero solo capacità d'analisi di tipo elementare, che consentono loro di trarre solo un comprensione basilare della realtà. 

Nei giorni scorsi la rivista Wired ha segnalato questo grave problema osservando che, in pratica, un analfabeta funzionale traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette. In cui, per fare degli esempi concreti, 1) la crisi economica sarebbe soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto, 2) la guerra in Ucraina diventerebbe un problema solo se aumentasse il prezzo del gas, ed 3) il taglio delle tasse sarebbe giusto di per sé scollegandolo magari dal taglio dei servizi pubblici. 
Sintetizzando ancora: 18 milioni di italiani non sarebbero capaci di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo
Questo è il modo con cui si informano (o non si informano), votano (o non votano), lavorano (o non lavorano) milioni di italiani

Che fare per affrontare il problema?
Il pensiero va subito politica e scuola. Ma - osserva drammaticamente Wired - "non esiste cura, se i primi a rifiutare la complessità e l’approfondimento sono i nostri insegnanti, i nostri manager, i nostri politici"

Finora non abbiamo fatto cenno alla parola chiave: cultura. Lo facciamo ora per porre l'interrogativo che riassume tutto il discorso. 
Quale diga fermerà il crollo verticale della cultura degli italiani?

Sulla politica Wired sorvola, visti i tempi. Per quanto riguarda la scuola la rivista auspica invece il rapido passaggio dall'approccio dogmatico a quello basato sulle competenze
Per la provincia di Bolzano il discorso andrebbe poi declinato aggiungendo ulteriori parametri alla complessità base. 
Che fare in questo senso in una regione in cui convivono differenti lingue e culture e per molti versi la formazione dei gruppi di individui si è sviluppata per compartimenti stagni? E in cui la formazione focalizzata 'al lavoro' tende a diventare sempre più l'ottica privilegiata?