Chronik | Calciomalato

La palla è femmina

Cinque giorni di lutto nazionale perché non andiamo a Russia18, ma probabilmente a Francia19 ci saremo.
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Mondiali di calcio
Foto: Facebook

Scrivere di calcio su Salto è un po’ come portare il cane al guinzaglio in chiesa. Ma un post di Susanne Pitro su Facebook mi sprona a rivedere la mia settimana da commissario tecnico assieme ad altri milioni di italiani sotto altri occhi. Ve la ricordate la banca d’Islanda sull’orlo del baratro affidata ad una donna? Milena Bertolini, ct della nazionale italiana femminile che era presente qualche settimana fa all’Hackathon Figc di Trento, sta portando le azzurre a Francia19. C’è un progetto tecnico serio. Che ricorda un po’ la nazionale maschile di Spagna82: il “blocco” bianconero. Molte delle ragazze della nazionale giocano assieme nella Juventus, si allenano tutto l’anno assieme ed è più facile quindi poi far risultato anche a livello internazionale.

Il “blocco” manca tra i maschi, perché al di là della celeberrima Bbc Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini, il resto della formazione allenata da Ventura viene dalle provenienze più disparate. Non servono troppe spiegazioni astruse. Per il mondiale di Francia98 lo spareggio Italia-Russia vide in campo Peruzzi-Maldini-Cannavaro-Costacurta-Ferrara-Pessotto-Di Matteo-Albertini-Dino Baggio-Ravanelli-Casiraghi. Lunedì sera a San Siro ero tra i 73mila (non ho fischiato l’inno svedese e mi sono sentito una m. per chi lo ha fatto) ed ho visto Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini-Candreva-Florenzi-Jorginho-Parolo-Darmian-Immobile-Gabbiadini. Un abisso di qualità in campo fra 1997 e 2017, questo spiega tutto.

Ma adesso torno un po’ a provare a fare il cronista sportivo...

Ce l'abbiamo fatta, dopo sessant'anni siamo riusciti ancora a farci del male. Fuori dal mondiale di Russia senza infamia e senza lode. Ventura non può essere preso come parafulmine per tutto: ci sono state tante piccole situazioni infelici che hanno portato il calcio italiano a questo minimo storico. Partiamo dalla fine dell'era di Antonio Conte: una partita apparentemente insignificante a Ginevra a metà giugno del 2015. Bastava un pareggio o una vittoria contro il Portogallo per essere inseriti nella prima fascia del sorteggio e quindi evitare delle qualificazioni mondiali una delle squadre più forti d'Europa. Invece quella partita finì uno a zero per il Portogallo.

L'Italia fu pescata assieme alla Spagna, che è un'orchestra fatta di movimenti, una fitta ragnatela di passaggi, grande qualità tecnica ed efficacia. L'Italia ha pareggiato in casa contro la Spagna e in quell'occasione ci fu una papera gigantesca di quello che viene detto da Francesco Repice, voce del calcio su radio uno, il numero uno dei numeri uno. Buffon fece un grande errore ma per fortuna riuscimmo a pareggiare.

Se strategicamente si poteva pensare ad un girone fatto di vittorie contro squadre più deboli come Albania Macedonia Israele e Liechtenstein, purtroppo la differenza reti ha fatto sì che la Spagna forse davanti all'Italia. Un problema che si è visto chiaramente anche lunedì sera a Milano: all’Italia di Ventura manca amalgama e manca gioco.

Questo fa sì che anche contro avversari molto più deboli si faccia una fatica pazzesca a segnare. A Madrid a settembre di quest'anno l'Italia arriva quindi con una differenza reti svantaggiosa nei confronti della Spagna. Questo per ciò suggerisce a Ventura un atteggiamento spregiudicato: andiamo in Spagna cercando di vincere e prendiamo una legnata. Una sconfitta per tre a zero che dal punto di vista psicologico ha fatto accendere tutti i peggiori fantasmi della paura nella testa degli italiani. Non si spiegano altrimenti un pareggio contro la Macedonia e una vittoria striminzita contro l'Albania. Ma la paura generale è proseguita anche nelle partita di spareggio contro la Svezia: a Stoccolma cercavamo di uscire indenni invece abbiamo preso un gol da Johansson. A Milano si è giocato praticamente ad una porta sola, ma gli svedesi hanno messo su delle mura difensive da far impallidire quelle di Dubrovnik. Allo stadio assieme a 72.000 tifosi +1 migliaio di festosi svedesi giallo blu non c'era però l'effetto catino catino che mi ha spinto gli azzurri come 12º uomo.

La nazionale piace e risveglia l'amor patrio però non così tanto come ci si può aspettare nell'ora della prova. E gli svedesi hanno molta più fame, aspettano dal 2006 di poter ritornare a giocare un mondiale.

Si prova ad attaccare con Candreva da una parte, con Florenzi dall’altra. Immobile è reso innocuo dai centrali gialloblu. Fenomeni non ne abbiamo. Contro la Russia nel 1997 avevamo Del Piero in panchina, nel 2017 Insigne… Poi le transaminasi salgono quando vedo Gabbiadini che comincia a fare tacchi o Parolo che la dà in verticale sempre nello stesso modo. Mi impressiona vedere che Jorginho, all’esordio, uscendo palla al piede della trequarti si guarda in giro e sembra voler dire “a chi la do?”. Errori banali, non da squadra che vuole andare ai mondiali.

Fischio finale, tristezza assoluta. Entro nella mixed zone di San Siro e vedo in successione (può costare un’infiammazione epatica immediata) Abete, Lotito, Matarrese, Paparesta. Dove sono gli svedesi con la vodka? Gialloblu è il colore che amo, gialloblu tu sei tutto per me, gialloblu la mia unica fede resteranno gli ultrà a cantar!

Breve Fazit. Via tutti i poltronari del calcio italiano da Tavecchio in giù. Allenatore moderno (alla Jürgen Klopp) che apre a innovazioni tecnologiche e ha grandi capacità di psicologo-motivatore. Seguiamo più spesso il calcio femminile: le ragazze hanno grande capacità tecnica, ci mettono cuore e coraggio, sono immensamente meno boriose e sbruffone rispetto ai maschietti.