Umwelt | Frane e prevenzione

Prevenire le frane attraverso la storia

Una ricerca di Matthias Röhrs spiega quanto la ricerca storica possa essere importante nel monitoraggio delle zone a rischio.

L'appartamento di Matthias Röhrs a Chiusa è “arredato a faldoni”. I documenti recuperati in decenni di ricerca storica su vari argomenti sono ovunque, sui tavoli dentro gli armadi e in ogni angolo libero. Vi sono quelli dedicati alla storia contemporanea ed alla Resistenza ed altri che riguardano più specificatamente le frane ed altri eventi naturali avvenuti in Alto Adige e nel Tirolo dal 1500 ad oggi. Una ricerca iniziata all'Università di Bamberg e proseguita, per un breve periodo, in collaborazione con l'Eurac. Per sei anni Röhrs ha, infatti, spulciato gli archivi, principalmente di Bolzano e Innsbruck, alla ricerca di documenti riguardanti frane, alluvioni o valanghe. In gran parte si tratta di corrispondenza amministrativa dell’epoca che gli ha permesso di costruire una cronologia di centinaia di eventi che potrebbe risultare di fondamentale importanza non solo dal punto di vista storico.

Röhrs, perché ritiene che la sua ricerca storica sia così importante?
Perché la maggior parte dei dati, anche molto dettagliati, che ho recuperato negli archivi sono ancora sconosciuti. Si tratta di informazioni che descrivono nei minimi particolari i terreni che sono stati coinvolti nelle frane, o che sono stati colpiti da alluvioni o valanghe, nonché le condizioni meteorologiche o ambientali che le hanno causate. Una massa di informazioni che può risultare molto utile anche oggi rispetto alle modalità di intervento e prevenzione.

Ci può fare un esempio?
La frana della Val Badia del dicembre 2012 è avvenuta nello stesso territorio e con le stesse modalità di quella del giugno-luglio 1821. Ad un inverno con forti precipitazioni nevose fece seguito un mese di maggio di forti piogge che causarono la frana. La prima notizia che ho recuperato è datata 11 giugno 1821, ma la frana maggiore è iniziata una settimana più tardi ed ha creato una diga nel torrente Gádera che ha formato un lago di notevole dimensioni svuotato completamente solo nel 1833. Ma nello stesso periodo si sono sviluppate frane anche in molti altri territori sudtirolesi e le condizioni meteorologiche sembrano molto simili a quelle attuali.

Ma del precedente della Val Badia si è parlato molto....
Sì, ma la maggioranza delle notizie sulle frane, alluvioni e valanghe proviene dalla “Naturchronik von Tirol” di Franz Fliri che raccoglie solo una minima parte dei dati che ho ritrovato negli archivi e, soprattutto, sono informazioni poco dettagliate, in gran parte tratte da giornali d'epoca.

La ricerca in archivio mi ha mostrato come la maggioranza degli eventi franosi sia stata dimenticata e mi ha fornito informazioni essenziali anche sulle condizioni climatiche dell'epoca e sugli interventi successivi dell'amministrazione tirolese ed asburgica. 

Informazioni che sarebbero utili anche oggi per la prevenzione delle frane?
Potenzialmente sì, è evidente che sapere che in un determinato territorio, in determinate condizioni climatiche, è già avvenuta una frana, un’alluvione o una valanga, può fornire indicazioni utili su quali terreni monitorare con maggiore attenzione.

Dovesse indicare una zona in particolare?
Non è il caso di diffondere inutili allarmismi, ma tra il 17 ed il 18 novembre 1767 nei pressi di Egna, precisamente lungo il torrente fra Villa e Egna, una frana uccise alcune persone che stavano lavorando per mettere in protezione l’antica chiesa S. Antonio. Negli anni successivi, in quella stessa zona, sono state edificate alcuni edifici. Ora non sostengo che ci sia un immediato pericolo, ma credo che quella sarebbe una zona da monitorare attentamente. Inoltre, non va dimenticato che alcune delle zone devastate nel 1821 vennero di nuovo danneggiate nel 1823, 1825, 1827 perché bastava un temporale per mettere in moto il terreno che non si era ancora perfettamente asciugato. Credo che una buona conoscenza di quanto è successo nel passato aiuti a comprendere come agire oggi e cosa aspettarsi nel futuro.