Politik | Il caso

Savoi non si dimette (ma non è finita)

Frasi sessiste, l’esponente leghista resta nell’ufficio di presidenza. Indignazione in consiglio regionale. I Verdi: “Ora soprattutto la Svp dia un segnale”.
Alessandro Savoi
Foto: Alessandro Savoi

Il caso è noto: a seguito degli insulti sessisti pubblicati via social e indirizzati dal consigliere provinciale della Lega trentina Alessandro Savoi alle ormai ex colleghe Alessia Ambrosi e Katia Rossato (le aveva definite “troie”), “colpevoli” di essere passate a Fratelli d’Italia, l’esponente del Carroccio aveva lasciato, travolto dalla polemica, il ruolo di presidente del partito. Atto non sufficiente data la gravità dell’episodio, secondo sedici consiglieri regionali che avevano inviato al presidente del consesso Roberto Paccher un documento firmato con la richiesta di dimissioni di Savoi da segretario questore dell’ufficio di presidenza.

Il tema è stato affrontato oggi (21 aprile) in consiglio regionale, ma non senza difficoltà: il presidente Paccher ha infatti affermato che il regolamento interno non prevedeva un dibattito in merito, aggiungendo un riferimento alle scuse espresse da Savoi e accolte dalle consigliere interessate e ribadendo che il consiglio regionale non poteva chiedere le dimissioni dell’interessato.

A quanto pare sessismo e offese alle donne non sono motivo sufficiente per dare le dimissioni (Gruppo Verde)

Molte le reazioni indignate, dai Verdi al Team K al Gruppo Misto, per i quali la presenza di Savoi in presidenza, dove rappresenta tutto il consiglio regionale, non è più accettabile. “A quanto pare sessismo e offese alle donne non sono motivo sufficiente per dare le dimissioni” attaccano i consiglieri regionali dei Verdi Brigitte Foppa, Lucia Coppola, Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler sottolineando che è stato chiesto più volte a Savoi di prendere posizione e di rassegnare le dimissioni.

Dal canto suo l’alfiere della Lega, pur sostenendo di aver commesso un errore, ha detto che la questione era chiusa sia per la maggioranza che per la minoranza in presidenza e che non avrebbe rimesso il mandato.

Non cedono tuttavia i Verdi che chiedono alla maggioranza, soprattutto alla Svp, di dare “un chiaro segnale in occasione del passaggio di presidenza che avverrà nel mese di maggio. Se la maggioranza Svp-Lega dovesse continuare a sostenere Savoi all’interno dell’ufficio di presidenza, sarebbe una grave dichiarazione su che cosa sia pensabile e dicibile nella nostra Regione. E tutto l’impegno per respingere la violenza e l’odio contro le donne verrebbe vanificato”.