Gesellschaft | Aborto

Obiezione di coscienza.

Fuori gli obiettori da ospedali e consultori.
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Obiezione respinta
Foto: Obiezione respinta

In Alto Adige l’76% de* ginecolog*, il 69% de* anestesist* e il 65% del personale non medico si rifiuta di praticare interruzioni volontarie di gravidanza nelle strutture pubbliche (dati 2019 del Ministero della Salute). L’Alto Adige è tra gli ultimi posti nella classifica nazionale, che presenta una media del 67% di obiezione tra il personale medico.  Nei consultori e negli ospedali, dice la legge 194, deve sempre essere garantita la presenza di medic* non obiettori ma la legge 194 prevede anche la possibilità di obiezione di coscienza, una concessione fatta ai movimenti cattolici nel dibattito che ha portato alla stesura della legge nel 1978. Ma quella che doveva essere una eccezione è diventata norma, al punto che nelle strutture sanitarie pubbliche italiane quasi 7 medic* su 10 sono obiettor* di coscienza. Da questo punto di vista la legge 194 deve essere profondamente rivista, perchè al momento tutela due diritti tra loro contrastanti: il diritto delle donne di abortire e il “diritto” de* medic* di fare obiezione di coscienza su un tema nel quale solo le donne hanno voce in capitolo. Tra questi due diritti in conflitto sono però le donne a perderci, perché quando il diritto all’obiezione è rivendicato dalla maggioranza de* medic* di un territorio, è evidente che per le donne l’accesso all’aborto non è garantito e comporta lunghe attese, viaggi fuori regione o costi elevati per chi si rivolge a strutture private. Obiezione respinta.info mappa i luoghi in Italia cui si pratica l’obiezione di coscienza e rileva tra l’altro come ci siano grandissime disparità tra una regione e l’altra.

In questo periodo molti protestano contro la “dittatura sanitaria” che si sarebbe instaurata con l’obbligo vaccinale per il personale sanitario pubblico ma la vera protesta dovrebbe riguardare il tema dell'aborto: la sospensione del personale sanitario che rifiuta di vaccinarsi dovrebbe seguire la stessa logica nel caso de* ginecolog* che decidono di non fare per intero il loro mestiere nella sanità pubblica. Se non vuoi praticare aborti non diventare ginecolog* nel pubblico.

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Christian I Fr., 24.09.2021 - 13:46

Fatemi capire bene: voi vorreste che i ginecologi fossero costretti ad uccidere una vita? Perchè questa è la realtà, stiamo parlando di una vita! Non stiamo parlando di un tumore da esportare, o di un organo ammalato. Cellule vive e sane, che si stanno organizzando; una vita. Io non sono sicuramente un cattolico integralista (anzi, ne sono ben distante), ma mi chiedo come si faccia a pretendere da una persona che metta fine ad una vita! Sono temi grossi e importanti e le scelte vanno rispettate, sia da una (donne) che dall'altra parte (ginecologhe/i)!

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