Matteo Salvini
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Politik | Lega

Il Ministro delle Interiora

Razzismo al governo: esecutori e mandanti.
Al di là delle schiere di sostenitori di Salvini dichiaratamente razzisti che grugniscono di gioia a ogni barcone di migranti affondato, si osserva una certa compiacenza o benevola indulgenza verso il fenomeno leghista anche da parte di commentatori sedicenti liberali e moderati. In fin dei conti, si dice, se così tanti elettori esprimono la loro legittima preferenza per quel partito qualche ragione ci sarà e il voto va sempre rispettato. Del resto, con tutti questi stranieri per le nostre strade si può anche capire.
Al netto del fatto che il principio secondo cui il sostegno di una parte consistente o persino maggioritaria di elettorato a un partito non ne cambia le connotazioni violente o totalitarie (il nazismo tedesco prese il potere attraverso il voto popolare e non per questo cessò di incarnare il peggior abominio della storia), è interessante osservare la condiscendenza con cui molti giustificano le nefandezze della Lega al potere nonché il voto degli elettori che le rendono possibili. Troppi stranieri. Quindi troppa criminalità perché si sa che la criminalità la portano gli stranieri. E poi l’Europa. Basta con Bruxelles che ci dice cosa fare a casa nostra. Basta con questi tecnocrati senza volto che determinano il nostro destino. Battere i pugni sul tavolo è sacrosanto e qualche eccesso verbale si può anche perdonare.

A chi costruisce il proprio consenso politico rivolgendosi esclusivamente alle viscere degli elettori, e agli elettori così ben disposti ad abbracciare le tesi più rozze pur di trovare una rappresentanza sufficientemente becera da potersi specchiare in essa, non interessa né la logica, né la storia, né la scienza

Ora, che per sottoporre a critica e mettere in discussione i numerosi e gravissimi difetti dell’Unione Europea sia plausibile legittimare un partito che fino all’altro ieri perseguiva l’indipendenza della Padania con tanto di moneta e nuovi confini nazionali, è una tesi troppo ridicola per essere dibattuta seriamente. Alla Lega importa l’Europa unita quanto ad Attila importava la pacifica convivenza tra i popoli. È un po’ come affidarsi al vaiolo per sconfiggere la varicella.
 
Per quanto riguarda la criminalità, quella organizzata è un prodotto autoctono che l’Italia ha esportato in tutto il mondo e che nel nostro paese ha gioco facile a reclutare piccola manovalanza tra i diseredati senza diritti che si ritrovano per strada e privi di qualunque prospettiva di vita dignitosa. E sulla presunta invasione di stranieri, già si è scritto in precedenti articoli: qualunque riferimento al fenomeno migratorio che ignori o deliberatamente rimuova le sue cause (in primo luogo quelle economiche) è privo di qualsiasi legittimità logica, storica e scientifica.
 
Tuttavia, a chi costruisce il proprio consenso politico rivolgendosi esclusivamente alle viscere degli elettori, e agli elettori così ben disposti ad abbracciare le tesi più rozze pur di trovare una rappresentanza sufficientemente becera da potersi specchiare in essa, non interessa né la logica, né la storia, né la scienza. E infatti, chi è il loro leader? Uno che proponeva vetture dei tram separate per milanesi e non milanesi. Uno che suggeriva al Ministro della Repubblica Italiana Cécile Kyenge di difendere gli africani in Africa e di tornare al suo paese (Roberto Calderoli, che passa per l’intellettuale del partito, l’aveva definita orango).

Il razzismo emana un odore inconfondibile. E non c’è maschera al mondo capace di contenerne il fetore

Uno che si fa fotografare sorridente accanto a un pregiudicato condannato a quattro anni di carcere per lesioni aggravate e a un anno e mezzo per spaccio, e alla domanda sull’opportunità di simili frequentazioni risponde ridacchiando “Sono un indagato in mezzo agli indagati” (troppo sottile e metafisica la distinzione tra indagine e condanna). Uno che durante una festa del suo partito a Pontida intonava l’inno da stadio “Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani, son colerosi terremotati, con il sapone non si sono mai lavati...”. Non si può peraltro allargare il repertorio di citazioni ai vari Mario Borghezio, Giancarlo Gentilini, Gianni Prosperini e compagnia senza munirsi prima di gastroprotettore e antitetanica.
Chi si rende complice di tutto ciò, la smetta di tediarci con argomenti da terza elementare (vale anche per i minuscoli ometti dal volto coperto che su questo sito, non avendo evidentemente altro da fare, rigurgitano i loro liquami a ogni ora del giorno). Il razzismo emana un odore inconfondibile. E non c’è maschera al mondo capace di contenerne il fetore.
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19 amet Mi., 26.12.2018 - 23:25

Bravissimo. Anche su Salto ci sono personaggi che non esitano a propagandare ad ogni occasione idee naziste e mentalità razzista. E con il loro solito sistema di buttare la pietra e poi cercare di nascondere la mano. Si tratta di una piccola minoranza,
ma occupano con violenza le pagine del dibattito, con logorroici commentari su qualunque piccolezza, pur di tenere banco.

Mi., 26.12.2018 - 23:25 Permalink