Di Maio
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Politik | Soldi pubblici

La guerra dei numerini

Luigi Di Maio definisce il debito pubblico come "numerini da dimenticare" e chiede di aumentarlo.

 A Luigi Di Maio danno fastidio i "numerini". La sua ricetta è semplice: "Bisogna dimenticare i numerini, toglierceli dalla testa e pensare ai cittadini. Altrimenti diventeremo un Padoan qualunque". Vale la pena guardare un attimo questi numerini del vicepremier. Mentre leggete questo breve articolo, il debito pubblico italiano cresce di 150.000 euro. La colossale montagna del debito aumenta di 1.100 euro al secondo, 69.500 al minuto, 4.170.000 all'ora, 100 milioni al giorno.
 

Mentre leggete questo breve articolo, il debito pubblico italiano cresce di 150.000 euro. La colossale montagna del debito aumenta di 1.100 euro al secondo, 69.500 al minuto, 4.170.000 all'ora, 100 milioni al giorno
 
Oggi è arrivato alla cifra inimmaginabile di 2.342 miliardi di euro, in numeri 2.342.605.988.943. Gli interessi sul debito ammontano ogni anno a 65 miliardi.
 
Anche per Matteo Salvini "il deficit non è un problema. Serve coraggio". E Rocco Casalino, il portavoce di Giuseppe Conte che con 160.000 Euro guadagna più del premier lancia minacce contro il ministero dell'economia gestito da Giovanni Tria.  In una conversazione telefonica con due giornalisti l'ex-concorrente del Grande Fratello annuncia "una megavendetta" del M5S contro i dirigenti del ministero di economia e finanza: "Pezzi di merda... Obbediscano o li cacciamo... Non è possibile che non riescano a tirar fuori dieci miliardi del cazzo... Se poi non escono i soldi per il reddito di cittadinanza tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di merda del ministero".
 
Interviene il governatore della Banca d'Italia, Vincenzo Visco: "Attenti ad aumentare il disavanzo in modo insostenibile per il paese". Ma Salvini chiede un bilancio espansivo: "Se fossi in Tria, chiederei a Salvini e Di Maio di fare spese intelligenti". 
 
A Di Maio, appena tornato dalla Cina, consigliamo un viaggio in Norvegia, paese scandinavo che da molti anni accantona una montagna di soldi per garantire alle famiglie un futuro tranquillo. In cifre: in Italia su ogni neonato pesa un debito di 38.000 euro, mentre un bambino norvegese alla nascita può contare su un assegno di 161.000 Euro. Ma forse per il vicepremier che chiede sette miliardi come "prima tranche" per introdurre il reddito di cittadinanza, anche questi saranno numerini.