Wirtschaft | Terr&Bio

Una boutique del biologico

Dalla Sicilia all’Alto Adige: 21 produttori e trasformatori di prodotti biologici provenienti da tutta Italia si sono riuniti nel Consorzio Terr&Bio.
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Foto: Legacoopbund

Solo prodotti biologici di alto livello, cresciuti e coltivati in Italia. Questo è il principio su cui si basa il nuovo Consorzio Terr&Bio, costituito da poco a Bolzano e che ad oggi conta 21 soci e oltre 500 prodotti certificati biologici. Sandro Innocenti e Barbara Tavernaro, i due iniziatori del progetto, ci hanno spiegato come sono riusciti a riunire produttori e trasformatori da tutta Italia e il motivo per cui il Consorzio è stato costituito proprio a Bolzano.

Siete il primo Consorzio di produttori e trasformatori di prodotti biologici in Italia. Perché l’idea di costituire questo Consorzio è nata proprio in Alto Adige?
La fiera biolife di Bolzano, che abbiamo ideato 15 anni fa, ci ha permesso di conoscere quelle che sono le necessità, i pensieri e i bisogni delle aziende agricole operanti nel settore del biologico. Il Consorzio si basa dunque su anni e anni di rapporti, contatti e fiducia. L’idea in sé è nata circa un anno fa, quando abbiamo iniziato a ragionare su questo progetto, presentandolo alla biolife ad alcuni dei nostri partner. Da lì poi è partito tutto il lavoro di programmazione e progettazione con l’aiuto dell’associazione di rappresentanza delle cooperative Legacoopbund.

Avete definito il Consorzio una boutique del biologico. In che senso?
Vogliamo promuovere e commercializzare all’estero prodotti biologici eccellenti, destinati alla ristorazione di alto livello. L’idea è quella di avere almeno 4-5 produttori selezionati per regione, arrivando così a circa 100 soci in grado di rappresentare tutte le eccellenze e tutti i territori d’Italia.

In base a quali criteri vengono selezionati i prodotti?
Oltre alla qualità e alla garanzia bio per noi è fondamentale garantire anche la varietà. Scegliamo prodotti in grado di rappresentare nella maniera migliore i nostri territori. Un prodotto tipico dell’Alto Adige potrebbe essere ad esempio lo Speck.

O le mele?
Le mele no, non commercializziamo prodotti deperibili, perché ci sarebbe bisogno di una logistica diversa da quella che noi siamo attualmente in grado di fare.

Quali produttori altoatesini fanno attualmente parte del vostro Consorzio?
Il Presidente del Consorzio Franz Egger è altoatesino. La sua specialità è il sidro di mele biologico, che produce sul suo maso con lo stesso metodo utilizzato per lo champagne. Attualmente le sue vendite si concentrano sul mercato locale, ma il suo obiettivo è quello di commercializzare il suo prodotto anche all’estero. È per questo motivo che ha creduto in questo nostro progetto e si è offerto di fare anche da Presidente, quale rappresentante del territorio in cui è nata l’idea del Consorzio. Finora lui è l’unico produttore dell’Alto Adige tra i nostri soci, ma ne seguiranno sicuramente altri.

La vostra attività si concentra dunque sulla promozione e commercializzazione all’estero di prodotti biologici made in Italy?
Sicuramente questo è il nostro primo obiettivo. Come Consorzio non vogliamo però solo dedicarci alla promozione dei nostri prodotti, ma vogliamo anche realizzare ricerche di mercato per capire quali sono le richieste dei clienti, quali prodotti potrebbero trovare uno sbocco sul mercato.

Quindi non solo promozione, ma anche ricerca?
Dobbiamo sfruttare al meglio le sinergie che si possono creare attraverso il Consorzio. Mettendo in rete i produttori e le loro competenze possono, infatti, nascere idee per prodotti innovativi. Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo avuto un incontro con nuovi soci di Cremona che producono la spirulina biologica, un’alga coltivata in acqua dolce con proprietà organolettiche incredibili e utilizzata come integratore alimentare. È un’azienda agricola davvero innovativa.  Più che sul prodotto, noi lavoriamo sul produttore e puntiamo a presentare l’azienda, la famiglia e la storia del territorio. Uno dei nostri obiettivi è infatti, anche la promozione dei territori.

In che senso promozione dei territori?
Parecchi nostri soci gestiscono anche un agriturismo. Vogliamo dunque fare conoscere i nostri prodotti all’estero e portare poi i nostri clienti come turisti in Italia. Quello che noi intendiamo promuovere è un concetto di turismo lento e sostenibile. Poi c’è anche l’idea di creare un marchio cappello: le singole aziende manterranno il proprio marchio che è espressione della loro identità, ma potrebbe esserci un marchio cappello utilizzato anche in franchising per negozi o ristoranti.

Per informazioni: www.terrebioitalia.it; [email protected]