Cronaca | il disastro del 2010

"Un giorno triste per l’Alto Adige"

Il ricordo delle vittime nell'incidente il 12 aprile 2010 in val Venosta. Pinggera (Silandro): "Le istituzioni hanno imparato. Ora passeggeri sicuri, quasi del tutto".
Incidente Venosta
Foto: Foto USP/Arno Pertl

“Un giorno triste per l’Alto Adige”. Anniversario di dolore e cordoglio per la provincia di Bolzano, e una delle sue valli in particolare. Sono trascorsi otto anni, proprio oggi, dal 12 aprile 2010, la data sciagurata dell’incidente ferroviario della val Venosta. Nove morti e 28 feriti: fu questo il drammatico bilancio del sinistro iniziato alle 9.03 di otto anni or sono, quando una frana di fango e sassi travolse uno dei convogli in viaggio lungo la linea ferroviaria della valle provocando la tragedia. Disastro che spinse il presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano ad esprimere “la sua solidarietà ed affettuosa vicinanza alle persone colpite” e che mise in crisi le sicurezze nella gestione provinciale del trasporto ferroviario. Nel giorno del ricordo arrivano le parole di Dieter Pinggera (Svp), sindaco di Silandro, uno dei paesi colpiti dal lutto. “Le istituzioni provinciali hanno imparato a questo incidente fatale. La situazione è migliorata per la sicurezza di tutti i passeggeri”.

La ricorrenza

Oggi è prima di tutto la giornata del ricordo. La giunta provinciale ha espresso vicinanza ai familiari delle vittime e ha invitato ha invitato la popolazione ad osservare un minuto di silenzio, fissato per questa mattina alle 9. Sempre alle 9, tutti i treni della Sad in transito sul territorio altoatesino hanno fatto suonare la sirena, mentre il convoglio della linea ferroviaria della Venosta, attraversando il luogo dell’incidente (in località Latschander, tra Laces e Castelbello), ha rallentato la propria corsa e ha emesso tre segnali acustici in ricordo del tragico avvenimento. “Anche se sono passati 8 anni il ricordo delle vittime è ancora nel cuore di tutti noi. Il 12 aprile rimarrà sempre un giorno triste per l’Alto Adige” è il commento dei membri della giunta.

Nel luogo dell’incidente giace una stele in memoria. Era un lunedì come tanti, per i numerosi passeggeri a bordo di un treno locale gestito dalla Sad e molto utilizzato da studenti e pendolari. Una frana di 400 metri cubi, causata dalla rottura di un impianto di irrigazione, ha investito in pieno il convoglio, provocandone il deragliamento. Per i soccorritori arrivati sul posto si presentò “una scena agghiacciante”, come tra i vari media riportò il Corriere della Sera nell’urgenza dei fatti: “Il vagone in testa al convoglio, investito dalla frana, è andato completamente distrutto, riempito di terriccio e con tutti i finestrini sventrati: i morti sono rimasti intrappolati in mezzo alla fanghiglia”. Decine e decine furono i feriti smistati tra gli ospedali di Merano, Silandro, Bolzano, con gli elicotteri a fare da spola per il trasporto. Sul posto anche le autorità allora in carica, il presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli, il procuratore di Bolzano Guido Rispoli. La Procura di Bolzano aprì immediatamente un’inchiesta con otto indagati. Il processo che ne seguì si è poi concluso con un'assoluzione degli imputati. Stando alla sentenza, il disastro fu originato dal difetto di una valvola nell'impianto di irrigazione situato sopra la linea ferroviaria

Le vittime

I nomi delle persone decedute, tutte altoatesine, venne affidato al triste bollettino diffuso nell'imminenza del disastro. Nell'elenco Michaela Kuenz Oberhofer (18 anni), nata in Val Martello; Elisabeth Peer (22 anni), Silandro, residente a Malles; Julian Hartmann (25 anni) nato e residente a Merano; Francesco Rieger (67 anni) di Castelbello; Judith Tappeiner nata e residente a Silandro (20 anni); Rosina Ofner (36 anni) nata a Silandro e residente a Tubre; Regina Tschoell nata e residente a Lasa (73 anni); Michaela Zoesch (34 anni) nata a Malles e residente a Prato Stelvio; Franz Hohenegger (73 anni) nato a Malles e residente a Silandro.

La val Venosta oggi

“Certamente ricordiamo prima di tutto con grande rispetto le vittime” afferma il sindaco Pinggera, che ha ancora in mente il grande spavento di pochi mesi fa. Il 9 gennaio scorso la linea ferroviaria della valle è stata interrotta per un’altra frana che ha sfiorato un convoglio in movimento. L’episodio è avvenuto alle 6 del mattino vicino a Covelano, nel Comune di Silandro. Illesi i 25 passeggeri trasportati alla stazione vicina dai vigili del fuoco volontari della zona.

L’incidente di Laces è stata una tragedia. La cosa positiva, se così si può dire, è che la Provincia e la società di gestione hanno lavorato professionalmente, con grande responsabilità per evitare il ripetersi di tali circostanze. Le istituzioni hanno imparato: ora si può dire che i passeggeri sono sicuri, quasi del tutto (Dieter Pinggera).

Quanto avvenuto dimostra come il territorio montano sia fragile, ma secondo Pinggera le istituzioni e la Sad hanno fatto e fanno il massimo per garantire la sicurezza. “L’incidente di Laces è stata una tragedia. La cosa positiva, se così si può dire, è che la Provincia e la società di gestione hanno lavorato professionalmente, con grande responsabilità per evitare il ripetersi di tali circostanze. Le istituzioni hanno imparato: ora si può dire che i passeggeri sono sicuri, quasi del tutto”.