Politica | L’intervista

"Potenziare la Regione certamente no"

Rita Mattei, assessora in pectore, gela i colleghi trentini: “L’ente non sarà potenziato, ma ci parleremo. Sulle mie competenze vediamo, non cumulerò le indennità”.
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Foto: R. Mattei

salto.bz: Rita Mattei, vicepresidente del consiglio provinciale altoatesino ed esponente della Lega, lei è considerata una componente sicura della giunta regionale che sarà a cinque e non a sei, visto che è rientrato il disegno iniziale Svp. Diventerà assessora?

Rita Mattei: così sarà se non succedono altre novità dell’ultimo secondo. Non si sa mai. Per come le decisioni sono state prese, la proposta di estendere la giunta a sei assessori era della Volkspartei. Quindi le cose ora rimangono come sono. Dall’Alto Adige ci saremo Arno Kompatscher, il ladino Manfred Vallazza ed io.

Se non succedono altre novità dell’ultimo secondo, sarò assessora regionale. Dall’Alto Adige ci saremo Arno Kompatscher, il ladino Manfred Vallazza ed io

Ne avete parlato espressamente con il Landeshauptmann?​

Un incontro formale non c’è stato, ma ci siamo parlati in via informale. D’altronde si sapeva dalla settimana scorsa che l’orientamento del Parteiausschuss dell’Svp sarebbe stato contrario all’allargamento della giunta. La volontà era chiara dopo la rinuncia di Jasmin Ladurner era abbastanza chiara.

 

 

Quali saranno le sue competenze nell’esecutivo regionale?​

Onestamente non ne abbiamo ancora parlato. Adesso si dovrà vedere di quale assessorato si parla. Diciamo che grossi problemi nella suddivisione dei compiti non ce ne sono.

Delle mie competenze non parlo. Vedremo quali sono nel dettaglio gli argomenti regionali, che non sono poi molti e decideremo. Non bisticceremo certo con i colleghi trentini

Di competenze poi non ce ne sono molte, se si parla di Regione. Enti locali, giudice di pace, integrazione europea e aiuti umanitari, previdenza, minoranze linguistiche che solitamente spettano alla componente ladina.

Esatto, non sono molti gli argomenti.

 

 

In campagna elettorale era intervenuta sulla sanità. Pensa a quest’area tematica, quindi a previdenza integrativa e sociale?​

Non mi pronuncio. Vedremo quali sono nel dettaglio le competenze regionali e come distribuirle. Da parte mia non ci saranno certo problemi

E con gli altri assessori, i trentini?​

La Lega trentina è partner e non ci mettiamo a bisticciare tra noi. È inutile mettere le mani avanti, con Fugatti e l’Svp decideremo.

Potenziare la Regione certamente no. Come Lega siamo autonomisti e vogliamo avere più autonomia: più competenze si hanno per il livello territoriale che ci spetta, nel nostro caso la Provincia di Bolzano, e meglio è

Con i compagni di partito però c’è una diversità di vedute sul futuro della Regione. Quantomeno uno scarso entusiasmo da parte vostra che si è visto nel programma di governo altoatesino. Volete potenziare o no l’ente come chiedono a Trento?​

Potenziare la Regione certamente no. Come Lega siamo autonomisti e vogliamo avere più autonomia: più competenze si hanno per il livello territoriale che ci spetta, nel nostro caso la Provincia di Bolzano, e meglio è. Allargare le competenze non credo proprio sarà una strada percorribile. 

Insomma la pensate come l’Svp e i politici di lingua tedesca, che in Alto Adige vorrebbero archiviare la cornice che “imbriglia” l’autonomia sudtirolese?​

Con l’Svp sì, ma come Lega Alto Adige. Ogni territorio porta avanti le sue battaglie. Questo è chiaro nella Lega: siamo un partito federalista, autonomista.

È chiaro che per essere autonoma Trento deve essere legata all’Alto Adige. Altrimenti verrebbe meno il presupposto. Questo, intendiamoci, va bene. Ma non saremo noi a chiedere un aumento delle competenze per l’ente

Niente concessioni, questa volta non a Roma ma alla vicina Trento.​

È chiaro che per essere autonoma Trento deve essere legata all’Alto Adige. Altrimenti verrebbe meno il presupposto. Questo, intendiamoci, va bene. Ma non saremo noi a chiedere un aumento delle competenze per l’ente. Abbiamo detto da subito che non eravamo d’accordo sul fatto di fare sei assessori. Ci siamo espressi in modo esplicito.

Anche perché i leghisti altoatesini sarebbero stati esclusi.​

La proposta dell’allargamento, che non abbiamo chiesto noi della Lega Alto Adige e nemmeno Fugatti, è venuta da Kompatscher e dall’Svp, che si sono trovati davanti una cosa mai successa. L’aumento degli eletti del gruppo italiano grazie al nostro boom elettorale in Sudtirolo. Non si poteva però cedere un rappresentante italiano per darne due al gruppo tedesco. Giusto quindi avere un esponente di lingua italiana altoatesino.

 

 

Il concetto è chiaro. Trento sarebbe riuscita ad accontentare i due pretendenti nell’alleanza di centrodestra locale. Ma sulla Regione non ha paura di scontentare i suoi stessi colleghi di partito trentini?

Riguardo all’ente, dico che vedremo. Dobbiamo ancora iniziare a lavorare, a parlarci. Ulteriori valutazioni sono premature.

Non è che come Lega Alto Adige siete favorevoli al progetto di superare la Regione o cancellare in un’ipotetico terzo Statuto di autonomia?

Questo credo sia un passaggio né semplice né veloce. Dubito che si voglia e si possa fare. Ma come dicevo, parlarne ora è aria fritta. Anche sulla revisione dello Statuto, vedremo.

Superare la Regione credo sia né semplice né veloce. Ma parlarne ora è aria fritta. La Lega non è divisa, ha programmi e linea politica efficaci per Bolzano e Trento come nelle Marche

La Lega è divisa in Trentino Alto Adige?​

No, affatto. La Lega non perde forza, perché ha programmi e linea politica efficace a Bolzano, a Trento come nelle Marche. In Alto Adige abbiamo una situazione differente, qui c’è la proporzionale etnica che in Trentino manca. Del futuro dell’ente comunque è ovvio che si parlerà. Ci mancherebbe. Ma prima dobbiamo insediare la giunta. Qualcosa si capirà nella seduta del consiglio regionale di giovedì 21 febbraio. Poi una volta insediati valuteremo strada facendo sulle tematiche concrete che tratteremo.

Lascerà la vicepresidenza provinciale?​

No, dalle verifiche degli uffici è emerso che non esiste incompatibilità di ruoli con l’assessorato regionale, ma di indennità. Terrò quindi solo l’emolumento provinciale senza avere nulla in più.

Di che cifre parliamo?​

Lo stipendio di consigliere provinciale è di circa 5.000 euro netti al mese, l’indennità per la vicepresidenza è più o meno 2.3000 euro netti, all’incirca quella come assessore regionale.