Cronaca | Sviluppi

“Quelli con la coscienza sporca”

Caso Schwazer: il giudice tedesco autorizza il trasferimento dal laboratorio di Colonia a Parma solo della provetta non garantita. L’atleta: “Non è una buona notizia”.

Arriverà ai RIS di Parma dal laboratorio di Colonia (accreditato WADA) per l’esame del DNA, dopo mesi dalla richiesta formulata dal gip di Bolzano Walter Pelino, il campione di urine prelevato il primo gennaio 2016 a Racines che costò, a causa della riscontrata positività al testosterone sintetico, la carriera del marciatore altoatesino Alex Schwazer che dal Tas di Losanna venne squalificato per 8 anni. L’obiettivo è capire se il campione sia stato o meno manipolato. Accertare la verità resta tuttavia un’impresa assai complicata. La seconda sezione penale della corte d’appello di Colonia ha infatti disposto che al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma venga fornita solo la provetta A (contenente 10 ml di urine), la stessa che fu aperta dagli operatori di laboratorio senza la presenza di nessuno, utilizzata per i test e poi richiusa ma non sigillata, e che quindi non può di fatto dare garanzie. Nulla da fare, invece, per la provetta B (quella delle controanalisi, aperta e ri-sigillata alla presenza del perito di Schwazer Giuseppe Pieraccini) che non verrà concessa, sebbene il giudice Pelino avesse richiesto, tramite rogatoria internazionale, entrambe le provette, tappi compresi. Ci sono probabilità, afferma il gip, che il campione che arriverà da Colonia “impedirà lo svolgimento della perizia”. Il procuratore capo di Bolzano, Giancarlo Bramante, ha aggiunto che “si attenderà la motivazione dell'ordinanza e che, se non fosse possibile procedere con la perizia, si valuterà il da farsi”.

La IAAF, come hanno rivelato le e-mail hackerate dai russi di “Fancy Bear”, non ha evidentemente alcuna intenzione di far analizzare tutti e due i campioni, sottolinea l’ex allenatore di Schwazer Sandro Donati. A commentare la decisione della magistratura della città della Renania è ora lo stesso atleta in un post su Facebook. Schwazer sottolinea la necessità di analizzare “per intero entrambe le provette e non certo solamente 10 ml di un campione non sigillato... Ma con quale faccia la IAAF ha potuto proporre al giudice tedesco questa soluzione? E con quale grado di approfondimento lo stesso giudice ha fatto propria tale proposta? So sulla mia pelle quanto queste Istituzioni sportive siano suadenti ma in questo caso lo sforzo della IAAF per non consentire all’Autorità Giudiziaria italiana di disporre di tutte e due le provette è andato oltre fino a sconfinare in un grossolano impedimento della mia difesa, come del resto hanno fatto fin dall’inizio”. 

"Quello che è certo è che io, il mio allenatore e i miei avvocati andremo avanti fino in fondo e chi ha la coscienza sporca non potrà stare tranquillo"

Schwazer insiste sull’ipotesi di complotto e annuncia ancora battaglia: “Questa è una brutta storia, piena di falsi, di sfrontate forzature e di vessazioni nella quale la IAAF è stata la protagonista ma con diversi complici. Sono stati pochissimi i dirigenti sportivi che hanno mostrato sensibilità e attenzione ai miei disperati tentativi di far capire che io non sono colpevole di niente e che tutto è stato mostruosamente costruito a più mani. Quello che è certo è che io, il mio allenatore e i miei avvocati andremo avanti fino in fondo e chi ha la coscienza sporca non potrà stare tranquillo”.