Economia | Klimahouse 2019

“Alto Adige, leader della sostenibilità”

Klimahouse ospita Amanda Sturgeon, ceo del Living future, l’istituto di Seattle campione dell’edilizia green. “Il futuro del pianeta dipende da noi. Lavoriamo assieme”.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: ©Amanda Sturgeon

Amanda Sturgeon, ceo del Living future institute, l’organizzazione non governativa nata a Seattle per promuovere la sostenibilità nel mondo, l’edizione 2019 di Klimahouse è dedicata alla “scelta per un futuro migliore”. Come si declina nel migliore dei modi questa sfida nel rapporto tra edilizia e sostenibilità?
Nell’ambito del Living future institute l’attività si focalizza sulla risposta alla domanda: come si migliora il nostro ambiente costruito? Con solo 12 anni di tempo per invertire il riscaldamento globale, stando a quanto dice l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, vediamo che questa ridefinizione è urgente. I nostri edifici hanno bisogno di generare da sé l’energia di cui necessitano, di raccogliere l’acqua che viene consumata e così via. Inoltre, c’è l’esigenza di eliminare la produzione di sostanze chimiche tossiche dall’industria delle costruzioni. Questo è possibile, ed è possibile ora. L’imperativo è che dobbiamo agire per essere sicuri che le prossime generazioni possano avere un futuro fiorente sul pianeta.

 

Nell’incontro internazionale del 24 gennaio parlerà dei concetti e delle strategie per un’edilizia sostenibile. Quali sono i punti più importanti che toccherà nel suo intervento?
Mi concentrerò sul potere di una visione olistica per il futuro dell’edilizia come agente di trasformazione dell’ambiente costruito in cui viviamo. E allo stesso tempo ribadirò il fatto che non riusciremo a evitare gli effetti catastrofici del cambiamento globale limitandoci semplicemente a realizzare un po’ meglio gli edifici oppure a renderli leggermente più efficienti.

 

Lei è considerata una delle dieci più influenti donne nel campo della sostenibilità ambientale. Come ha raggiunto questo traguardo?
Mettere a fuoco le sfide, l’integrità e la determinazione sono le ragioni chiave per le quali ho raggiunto i risultati nel mio percorso professionale. Ho focalizzato il mio lavoro, sia come architetto che attraverso l’operato nel Living future institute, per fare in modo che il mondo sia un posto migliore. L’intento è ridurre l’impatto che gli habitat che l’uomo ha creato per sè - appunto gli edifici - hanno sul nostro futuro e fare in modo che questo non venga compromesso. Ho intrapreso questo cammino quando all’inizio mi avevano detto che non sarebbe stato possibile. Invece, lo è.

 

Lei conosce lo standard altoatesino CasaClima, nel settore delle certificazioni green, e in generale l’esperienza del Sudtirolo per la sostenibilità nelle costruzioni?
Non conosco da vicino la certificazione CasaClima, ma ho lavorato con molti protagonisti nella progettazione green nella regione e li considero i leader di un movimento che è sia europeo che globale.

 

È contenta di partecipare a Klimahouse e cosa si aspetta?
Sì, sono molto contenta e invogliata a partecipare, per sperimentare in prima persona la realtà dell’edilizia in Alto Adige. La provincia è ammirata a livello globale per aver compreso l’importante connessione tra persone, cultura e territorio. Mi aspetto molte conversazioni con pubblici diversi, ma tutti impegnati per cambiare il modo in cui costruiamo case e ambienti. Interlocutori aperti a generare nuove idee utili per raggiungere questo obiettivo positivo per tutto il pianeta.