Cronaca | ACCOGLIENZA

"Integrazione, piccolo è meglio"

Volontarius sulla chiusura del centro per richiedenti asilo all'ex Alpi, che sarà demolito. Una ventina di ospiti trasferiti in provincia. SOS Bozen critica gli sgomberi.
Ex Alpi
Foto: google

Da 160 ospiti a una ventina, trasferiti nelle strutture di seconda accoglienza sparse in provincia, a Merano, Ortisei, Funes, Laives, Silandro, Chiusa e via dicendo.

La Ripartizione politiche sociali della Provincia di Bolzano ha annunciato la chiusura del centro di accoglienza per richiedenti asilo ospitato presso l’ex Hotel Alpi di Bolzano e gestito dall’associazione Volontarius. L’edificio, informa l’amministrazione, “è stato utilizzato dal maggio 2015 come uno dei primi centri di accoglienza per i richiedenti asilo assegnati dallo Stato alla Provincia di Bolzano nel quadro delle quote di riparto regionali”. Nel 2016 ha ospitato sino a 160 persone contemporaneamente.

Ex Alpi verso la demolizione

“Si tratta di un ulteriore passo nella direzione di un alleggerimento del Comune di Bolzano e di una migliore distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio” ha sottolineato l’assessora Martha Stocker. Con la creazione di strutture di accoglienza in altri Comuni altoatesini, e grazie all’attivazione dei programmi Sprar nei Comuni, si è ridotto progressivamente il numero delle persone ospitate nel capoluogo permettendo la chiusura definitiva della struttura. Secondo i dati di marzo 2018, gli ospiti complessivi dell’accoglienza in Alto Adige erano 1.625, di cui 636 nel capoluogo. Bolzano è passata dall’accogliere il 77% (novembre 2016) al 39% degli ospiti sul territorio provinciale.

Si tratta di un ulteriore passo nella direzione di un alleggerimento del Comune di Bolzano e di una migliore distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio. Grazie alla Signa di René Benko per aver messo a disposizione gratuitamente la struttura (Martha Stocker).

Stocker ha ringraziato la società Signa di René Benko per aver “messo a disposizione gratuitamente l’immobile in questi anni”: “Vorrei esprimere il mio ringraziamento. Soprattutto nella difficile fase iniziale dell’accoglienza è stato molto importante poter contare sulla disponibilità di questa struttura per dare una sistemazione alle persone richiedenti asilo, spesso assegnate dallo Stato alla Provincia con poco preavviso”. Ora l’ex Hotel Alpi verrà demolito nel quadro dei lavori per la riqualificazione dell’areale della stazione delle autocorriere, nell’ambito del progetto WaltherPark promosso dall’imprenditore austriaco.

Volontarius: meglio i piccoli centri

Sulla chiusura si pronuncia anche Volontarius. “Il centro accoglienza Casa ex Alpi - nota la Onlus - ha aperto nel 2015, attualmente aveva un numero sempre più ridotto di ospiti dovuto ai trasferimenti nei centri accoglienza e negli Sprar dell'Alto Adige. In questi anni il centro ha superato anche il centinaio di persone, ma la sua gestione non ha mai recato problemi in termini di convivenza. Come associazione siamo soddisfatti delle attività svolte: corsi di lingua, incontri e attività con diversi gruppi di volontari, studenti, scout, eventi di sensibilizzazione nel centro storico di Bolzano; il centro Casa ex Alpi, trovandosi nel centro storico di Bolzano, in certi periodi abbiamo saputo sfruttarlo anche in questo senso”.

Volontarius e River Equipe, due delle organizzazioni che si occupano dell'accoglienza in Alto Adige, appoggiano e sostengono l'apertura di centri accoglienza piccoli e sparsi per la provincia: come è risaputo, l'esperienza ci insegna che lì i risultati ottenuti sono molto più immediati ed efficienti rispetto al capoluogo perché favoriscono l'incontro faccia a faccia tra abitanti e nuovi cittadini.

Volontarius ricorda che “molte persone ospiti hanno intrapreso durante questi anni attività lavorative e di volontariato”: “Alcune hanno manifestato di essere felici di lasciare la struttura per introdursi in località minori con maggiori possibilità di integrazione sociale e inclusione lavorativa rispetto a Bolzano, che è risaputo presentare maggiori difficoltà nell'inserimento. Volontarius e River Equipe, due delle organizzazioni che si occupano dell'accoglienza in Alto Adige, appoggiano e sostengono l'apertura di centri accoglienza piccoli e sparsi per la provincia: come è risaputo, l'esperienza ci insegna che lì i risultati ottenuti sono molto più immediati ed efficienti rispetto al capoluogo perché favoriscono l'incontro faccia a faccia tra abitanti e nuovi cittadini”.

Gli sgomberi sull'Isarco

Intanto l’associazione SOS Bozen assieme ad Antenne migranti critica l’operato della polizia municipale del capoluogo e di Seab per “aver portato avanti tra lunedì e martedì scorso una serie di sgomberi in riva all’Isarco distruggendo così l’unico giaciglio per una decina di persone che, identificate, sono state successivamente allontanate”. 

Come associazione di volontariato SOS Bozen condanniamo, per l’ennesima volta, gli ultimi sgomberi in riva all’Isarco e rilanciamo la costruzione di una Bolzano città aperta, accogliente, solidale e meticcia.

“Se da una parte gli sgomberi lungo l’Isarco vengono fatti per motivi di sicurezza legati all’innalzamento del fiume – si legge nell’intervento –, dall’altra però, come SOS Bozen, sin da dicembre 2016, abbiamo sempre chiesto di essere avvisati tempestivamente in modo da avere la possibilità di contattare le persone, cercare per loro un’altra sistemazione ed evitare che vengano asportati sacchi a pelo e coperte. Come associazione di volontariato SOS Bozen condanniamo, per l’ennesima volta, gli ultimi sgomberi in riva all’Isarco e rilanciamo la costruzione di una Bolzano città aperta, accogliente, solidale e meticcia”.

 

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Mensch Ärgerdi… Ven, 04/20/2018 - 12:28

Per carità, va bene una Bolzano aperta, accogliente, solidale e meticcia, ma voi chiedete una Bolzano stupida! È evidente che se si avvertisse la gente prima di effettuare gli sgombri, gli agenti non troverebbero altro che giacigli vuoti al loro arrivo. Passati due giorni poi la situazione tornerebbe ad essere la stessa. Infine se capita un forte temporale e ci scappa il morto, sarà di nuovo colpa del comune che non ha fatto sgomberare.

Ven, 04/20/2018 - 12:28 Collegamento permanente