Politica | Larghe intese

Napolitano, mi consenta.

Il Presidente della Repubblica insiste col concetto "europeo" della Große Koalition. Ma fidandosi di Berlusconi (e Monti) ha già fallito una volta.

Conferendo un pre-incarico esplorativo a Pierluigi Bersani, Napolitano ha tessuto le lodi al concetto - a lui evidentemente molto caro - della ricerca di accordi "i più ampi possibili" tra tutte le forze politiche presenti in Parlamento, onde rispondere con vigore al momento di emergenza. Per la formazione del governo, ha persino fatto riferimento all'esecutivo "di Concordia" e riconciliazione nazionale proposto da Berlusconi durante le consultazioni. 

Il PDL sta giocando in queste ore la carta della responsabilità difronte al paese che affonda, fingendo di non avere alcuna responsabilità rispetto al passato, anzi, accusando Bersani d'inseguire i 5 Stelle per mero calcolo politico, anziché pensare "al bene dell'Italia". I democratici sarebbero quindi degli irresponsabili, che antepongono interessi "partigiani" e pongono veti su qualsivoglia alleanza col centrodestra perché mossi da rancori personali. E' evidente la strumentalità di quest'azione, volta a mascherare le proprie nefandezze e rilanciare il partito di Berlusconi - o meglio: il partito solo ed esclusivamente di Berlusconi. Infatti il problema sta tutto qui, caro Presidente Napolitano. In Italia non esiste un centrodestra capace di onestà intellettuale, dato che d'intellettuale la destra italiana purtroppo non ha nulla. La Große Koalition alla tedesca è possibile tra forze politiche che condividano le regole alla base del confronto democratico: il rispetto dello stato di diritto, verso gli organi dello Stato come la separazione dei poteri, le cariche pubbliche, la magistratura, per non parlare della Costituzione. Berlusconi, anche recentemente, ha ampiamente dimostrato di fregarsene di tutto questo, mentre i suoi parlamentari non si distinguono MAI dal "datore di lavoro", anzi, seguono il capo sino alle scalinate (e aule) dei tribunali.

Egregio Presidente della Repubblica, Berlusconi non è Angela Merkel. La vicenda del governo "tecnico" di Mario Monti (un altro che come statista ha lasciato un po' a desiderare) le avrà pur insegnato qualcosa, o no?