Loner, Arnaldo
Foto: giancarlo riccio
Società | Il cappuccino

Democrazia libraria

Arnaldo Loner, avvocato, bibliofilo e storico fa balzare l’intero Sudtirolo nell’Olimpo delle terre “dove si fanno le cose giuste”.
Come hanno riportato alcune cronache di questi giorni, cinquecento libri dedicati alla Shoah e contro il negazionismo stanno per approdare alla biblioteca Claudia Augusta di Bolzano, dove saranno ospitati in un nuovo scaffale dedicato e monografico.
La donazione, che fa ulteriormente balzare l’intero Sudtirolo nell’Olimpo delle terre “dove si fanno le cose giuste” (o almeno ci si prova), è una iniziativa di Arnaldo Loner, proprietario di questo tesoro non solo di Memoria e di carta.
Avvocato, bibliofilo e storico, in questi giorni va ripetendo ai nipoti che se vorranno in futuro consultare e leggere questi tomi importanti e coraggiosi dovranno fare come tutti gli altri adolescenti (e ovviamente non solo loro): “Andare in una biblioteca pubblica, del resto la conoscete. E chiedere in prestito uno dei titoli come farebbe chiunque altro. E come spero faranno in tanti”, ha detto nonno Arnaldo. Tenendo anche una piccola ma preziosa lezione di - come dire? - “democrazia libraria”.
Per questo, quando lo incontrerete in giro per le nostre città, non limitatevi a stringergli la mano. Provate, per favore, ad abbracciarlo.
Loner da anni va in giro per buona parte dell’Italia – e sempre a proprie spese – a tenere incontri nelle scuole sui temi concentrazionari e non solo sulla vita (e le drammatiche morti) di ebrei, rom e omosessuali nei lager.
Ne ritorna, afferma, sempre molto arricchito. Ammettendo comunque, con la sua ferma e intrinseca mitezza, che i ragazzi delle scuole sono rimasti colpiti dai suoi racconti-resoconti e gli chiedono di ritornare.
A noi risulta che Arnaldo Loner, instancabile quanto riflessivo, assumerà altre iniziative editoriali nei prossimi tempi. Tutte correlate con questa sua passione che è anche di più di un già lodevolissimo impegno civile.
Per questo, quando lo incontrerete in giro per le nostre città, non limitatevi a stringergli la mano. Provate, per favore, ad abbracciarlo.