Economia | Futuro

Che fine fanno i Millennials

La proposta per i giovani: riscattare gratis gli anni della laurea ai fini pensionistici. Ma è una misura utile ed equa? La sh.asus: “Non escludere i fuori corso”.
Laureati
Foto: Facebook

Riscatto gratuito della laurea, una spallata allo status quo; ovvero giovani che si addestrano ad affrontare un futuro, per certi versi, plumbeo, con il precariato pronto a fare scouting. La proposta, su cui negli ultimi giorni si è tornato a discutere, arriva dai Giovani democratici del Pd ed è stata sposata già lo scorso aprile dal sottosegretario all’Economia dem Pier Paolo Baretta. La misura prevede di conteggiare gli anni trascorsi da studente universitario come se si fosse lavorato e pagato regolarmente i contributi. Un computo che consentirebbe di andare prima in pensione o di godere di un assegno più sostanzioso in età pensionabile. Il provvedimento sarà potenzialmente inserito nella prossima legge di stabilità, che dovrebbe incassare il via libera entro la fine del 2017. Nel frattempo, sui social (la pagina Facebook dedicata conta oltre 22mila iscritti), è stata lanciata la campagna online #riscattalaurea, slogan che campeggia sui cartelli sfoggiati nelle foto postate da molti giovani entusiasti.

A che punto siamo

In un'intervista apparsa di recente su Repubblica Baretta ha snocciolato alcuni punti cardine della proposta. Il riscatto gratuito dovrebbe valere per tutti i nati tra il 1980 e il 2000 che oggi sono iscritti a un corso di laurea. Niente da fare, dunque, per chi si è già laureato, “impossibile rendere la misura retroattiva”, ha detto il sottosegretario, perché per lo Stato sarebbe troppo costoso. A ricevere il riscatto sarebbe solo chi è riuscito a laurearsi nei tempi stabiliti, “con qualche eccezione per chi è fuori corso ma non per cattiva volontà”, ha spiegato Baretta, ma in merito i dettagli vanno ancora definiti. C’è anche da dire che, per chi volesse richiederlo, il riscatto è possibile già oggi a patto di sborsare fior di quattrini: si versano all’INPS i contributi per gli anni di laurea secondo un calcolo che si basa principalmente sul reddito percepito dal richiedente. Avvertenza: più tardi si chiede il riscatto, più bisogna pagare.

Il sito dell’INPS mostra alcune simulazioni di calcolo: una ragazza di 27 anni con un reddito di 21.500 euro annui e 1 anno di anzianità contributiva, ad esempio, dovrebbe pagare per ottenere il riscatto della laurea circa 28.500 euro. Per una donna di 40 anni con 36mila euro di reddito all’anno e 11 di contributi la stangata è di circa 65mila euro. Per i neolaureati che ancora non hanno iniziato a lavorare, invece, c’è l’opzione riscatto low cost: quattro anni di laurea costano 20.500 euro. Sempre se mamma e papà “scuciono” (possono scaricare dalle tasse i contributi versati).

Si canta vittoria?

La soluzione proposta dai Giovani Democratici ha sollevato qualche scetticismo. Luca De Vecchi, avvocato giuslavorista dello studio Baker McKenzie di Milano, ha inanellato una serie di critiche al provvedimento che è ora allo studio del governo. Per esempio: la misura, dal momento che si basa sull’ultimo stipendio percepito, favorirebbe chi ha redditi più alti (il vantaggio è lo stesso sia per uno che guadagna, si metta il caso, 25mila euro, sia per uno che ne guadagna 50mila), oltre che i soli laureati, “peccato che in genere, nonostante lo scarso valore attribuito nel mercato del lavoro italiano al titolo, chi non ha una laurea soffra - ben di più di chi è dottore - di discontinuità del percorso contributivo”, sottolinea De Vecchi.

"Tutti i laureati dovrebbero avere la possibilità di accedere al riscatto gratuito, che siano fuori corso oppure no"

Pur plaudendo l’iniziativa, cauta si mostra la categoria dei diretti interessati, quantomeno a livello locale. Benno Elsler, presidente dell’Associazione studenti universitari sudtirolesi (sh.asus) dichiara a salto.bz: “Accogliamo favorevolmente la campagna social #riscattalaurea e ci auguriamo che le idee oggi sul tavolo vengano prese in seria considerazione. Il riscatto degli anni di laurea ha un costo molto elevato e già una riduzione dell’onere da parte dello Stato rappresenterebbe un enorme sollievo”. C’è dovizia di idee, prosegue Elsler, ma ancora poca concretezza, “pensiamo al prepensionamento proprio grazie al riscatto della laurea, che significherebbe mettere a disposizione il proprio posto di lavoro ai giovani, una misura che potrebbe diventare utile nella prospettiva di favorire il rientro in patria dei giovani italiani dall’estero. In ogni caso - conclude il presidente della Südtiroler HochschülerInnenschaft - confidiamo che l’attenzione sul tema resti alta, ma voglio anche dire che tutti i laureati dovrebbero avere la possibilità di accedere al riscatto gratuito, che siano fuori corso oppure no”.

 

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Sell Woll Ven, 08/04/2017 - 19:49

Quale equità nei confronti di chi
- come i millenials si trova nel contributivo puro e per l'unica colpa dell'età paga qualcosa come 50mila per avere gli stessi anni invece regalati ai giovanotti?
- chi non ha studiato e uno stipendio molto più basso e ora si trova a finanziare con le proprie tasse il regalone anche ai figli di papà (il figlio di Schuler, tanto per fare un nome, quale annata '84 sarebbe uno di questi fortunati)?
Quale equità tra chi, laureato disoccupato, ottiene i 4 anni che gli costerebbero 20mila e il rampante investitore finanziario che guadagnando, diciamo, 100mila, si risparmia la bella cifra di 133mila euro? Questa logica sarebbe ispirata ad un principio fortemente regressivo (più guadagni più ti si regala: infatti dovrebbero essere contributi "reali" che ti aumentano anche la cifre da percepire). Sarebbe anche profondamente iniquo, come si desume da questo esempio (veritiero): Una coppia amica consta di lui, annata 79, laureato in giurisprudenza (corso noto per non essere concluso da quasi nessuno entro la durata legale), precario, e lei, annata 82, laureata in inglese nel rispetto della durata legale, posto fisso dopo poco, che grazie a questa fantasiosa invenzione andrebbe in pensione prima di lui

Ven, 08/04/2017 - 19:49 Collegamento permanente